Dopo quello di Pfizer-BioNtech, è il secondo vaccino che riceve la convalida dell’Ema. Già dalla prossima settimana le prime dosi in Italia. Sul coinvolgimento di MMG e pediatri nella somministrazione Fnomceo e Smi favorevoli, frena la Fimmg
Ok dall’Aifa al vaccino anti Covid-19 dell’azienda statunitense Moderna. Il vaccino era già stato autorizzato, nella giornata di ieri, dall’Agenzia europea del farmaco (Ema) e dalla Commissione Europea.
Si tratta del secondo vaccino Covid-19 a cui l’Agenzia ha dato il via libera, dopo quello Comirnaty, sviluppato da BioNTech e Pfizer e autorizzato il 22 dicembre 2020.
Rispetto al vaccino Comirnaty, sulla base dei dati attualmente disponibili, il profilo di sicurezza e di efficacia del vaccino Moderna appare sostanzialmente sovrapponibile. Si rilevano alcune differenti caratteristiche:
Secondo l’Amministratore delegato di Moderna, Stéphane Bancel, la copertura di questo vaccino dovrebbe durare due anni.
Molto soddisfatto il Direttore Generale, Nicola Magrini: «Salutiamo con entusiasmo la possibilità di mettere a disposizione un secondo strumento per questa campagna vaccinale che sta raggiungendo ottimi risultati in Italia. Si tratta di un vaccino sostanzialmente equivalente rispetto al primo, con dati molto convincenti rispetto a tutte le popolazioni a rischio».
«La scienza ci ha fornito in pochissimo tempo un’altra arma potentissima ed efficace che sicuramente potrà incidere da subito sulla salute dei soggetti più a rischio, ma anche limitare la circolazione del virus se, come è auspicabile e come sta in affetti accadendo, l’adesione alla campagna vaccinale sarà convinta e sostenuta», ha affermato il Presidente dell’AIFA, Giorgio Palù.
La Commissione tecnico scientifica (Cts) dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) esaminato il dossier del vaccino di Moderna, ha deciso termini e modalità per l’immissione in commercio e l’utilizzo all’interno del SSN. L’arrivo in Italia delle prime dosi è previsto già dalla prossima settimana: si parla di 1 milione e 300mila dosi nei prossimi tre mesi con cadenza settimanale: 100mila a gennaio, 600mila a febbraio e 600mila a marzo. La distribuzione nazionale del vaccino sarà effettuata, nei vari centri di somministrazione, con i mezzi militari.
Allo stato attuale, però, restano alcuni problemi da risolvere. Con la fornitura dei vaccini Moderna, che si affiancheranno a Pfizer-Biontech, il ritmo della somministrazione deve aumentare e questo richiederà l’assunzione e la formazione di nuovo personale per gestire la più grande vaccinazione di massa della storia. Un processo impegnativo e lungo che coprirà tutto il 2021, necessita una pianificazione puntuale da parte della politica e uno sforzo da parte di tutto il personale sanitario. Il ruolo dei Medici di Medicina Generale sarà determinante ma c’è da capire come verranno coinvolti nell’operazione. Le Regioni hanno manifestato la massima disponibilità a collaborare «perché si possa fare un accordo quadro con i MMG e i pediatri di libera scelta per coinvolgerli in questo importante sforzo collettivo» ha dichiarato il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, dopo il vertice con i ministri Speranza e Boccia ed il commissario Arcuri. «Stiamo lavorando per garantire la massima velocità in questa prima fase di campagna vaccinale. In attesa di ulteriore personale che ha risposto al bando di Arcuri – ha spiegato – continuiamo a garantire la massima disponibilità e aspettiamo, con il Governo, ulteriori imminenti buone notizie sul fronte delle autorizzazioni degli altri vaccini per far fronte in tempi rapidi alla vaccinazione degli ultraottantenni e poi delle restanti fasce della popolazione».
L’apertura delle Regioni a un accordo quadro per coinvolgere MMG e pediatri nella seconda fase della campagna vaccinale «è segno di saggezza, lungimiranza e di grande responsabilità» secondo il Presidente della FNOMCeO Filippo Anelli che ha dichiarato: «I loro ambulatori, con le risorse professionali e strumentali, costituiscono una macchina ben rodata, capace di vaccinare milioni di italiani in breve tempo e ‘sotto Casa’, senza sottoporli a spostamenti onerosi in termini di tempo e non possibili per tutti». Al Ministro della Salute Roberto Speranza chiede di convocare «il tavolo di coordinamento dei medici territoriali e, insieme con il Commissario Domenico Arcuri» di predisporre il protocollo per avviare la vaccinazione sul territorio dei pazienti fragili e dei malati cronici. Chiaramente, Anelli ha precisato che il coinvolgimento dei medici debba sottintendere la somministrazione del vaccino ai professionisti stessi.
Bendisposto a partecipare alla somministrazione dei vaccini anche il Sindacato Medici Italiani (Smi): «Siamo disponibili a sederci ai tavoli di contrattazione – ha affermato Pina Onotri – per dare il nostro contributo. I MMG sono da sempre impegnati con successo nelle campagne vaccinali antinfluenzali e anti-pneumococciche – ha ricordato la Onotri – questa esperienza sul campo va pienamente valorizzata. Senza di noi – ha rilevato – la campagna non potrà mai essere effettuata in modo capillare e veloce sul territorio. Anche la Onotri chiede la rapida convocazione di un tavolo di contrattazione con le rappresentanze sindacali della categoria per discutere dell’organizzazione della campagna vaccinale.
Per incrementare il numero dei professionisti sanitari vaccinatori, la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) ha inviato una lettera-appello a Conte, Speranza, Boccia, Arcuri e Bonaccini in cui comunica che «ci sono 60mila infermieri liberi professionisti che hanno i requisiti richiesti dal bando del Commissario straordinario, in stand by perché non essendo dipendenti non hanno ricevuto alcuna priorità nell’essere essi stessi vaccinati e quindi sono esposti al massimo rischio di infezione senza tutele». Nella lettera la FNOPI ha rimarcato la necessità che questi professionisti siano al più presto vaccinati e «con i corretti presupposti, potrebbero integrare il numero degli attuali soggetti vaccinatori».
«La sfida è ancora dura, ma è un altro importante passo avanti contro il virus – ha dichiarato su Facebook il Ministro della Salute Roberto Speranza -. Ora è in atto quell’accelerazione nella campagna vaccinale necessaria. La grande maggioranza delle regioni ha raggiunto percentuali rilevanti. Il Paese è pronto – ha aggiunto durante la riunione con le Regioni – i medici di medicina generale e i pediatri di libera scelta, come tutto il personale sanitario, hanno la priorità nelle vaccinazioni e, come già previsto dal piano strategico, avranno un ruolo fondamentale – ha precisato Speranza – in fasi diverse della campagna di somministrazione del vaccino anti-Covid-19».
Di parere differente, al momento, il Segretario Nazionale Fimmg Silvestro Scotti che su Sanità Informazione ha espresso le ragioni della contrarietà: «Includere i MMG nel piano di somministrazione del vaccino anti-Covid a queste condizioni è impensabile – ha protestato -: in Finanziaria 100 milioni di euro di incentivi sono stati stanziati per gli ospedalieri, nulla per la medicina convenzionata. Per noi – ha sottolineato – iniziare a fare vaccini comporterebbe uno sforzo organizzativo ed economico notevole, in termini di personale adeguatamente formato per la preparazione e la conservazione delle dosi, così come di personale infermieristico. Per non parlare del fatto – ha aggiunto – che si tratterebbe di un’attività svolta extra orario di lavoro e che se dobbiamo vaccinare – ha affermato Scotti – dobbiamo quanto meno essere prima vaccinati».
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