Agnese Carletti, sindaco di San Casciano dei Bagni (in provincia di Siena), racconta le difficoltà del suo territorio: «Per il medico è dispendioso tenere aperti tre ambulatori, cioè tre affitti. Io come Comune vorrei dargli l’ambulatorio gratuitamente ma non posso farlo, rischio il danno erariale»
C’era una volta un tempo in cui il medico di famiglia era una vera e propria istituzione, soprattutto nei piccoli centri. La sua presenza era capillare, così come la sua conoscenza del territorio e dei cittadini: insieme a sindaco, carabinieri e parroco era il fulcro della vita di paese. Oggi, anno del Signore 2020, le cose sono molto cambiate. La carenza di medici di base e lo scarso appeal delle aree interne rispetto alle grandi aree metropolitane ha reso sempre più complicato trovare un ambulatorio aperto nei piccoli centri del Belpaese.
Lo sanno bene i sindaci, che sono chiamati a porre rimedio a una situazione sempre più difficile che in gran parte non dipende da loro. Ne abbiamo parlato con Agnese Carletti, giovane primo cittadino di San Casciano dei Bagni, piccolo centro in provincia di Siena, salito agli onori delle cronache per aver ospitato la residenza del noto giornalista e scrittore Giampaolo Pansa, scomparso recentemente.
«Il comune di San Casciano dei Bagni è un comune piccolo dal punto di vista del numero degli abitanti, siamo 1600, ma vasto territorialmente perché abbiamo 93 Km quadrati. Il capoluogo più quattro centri minori. Il medico sostanzialmente cerca di coprire tutti i territori, che è una cosa fondamentale, però ci rendiamo conto che è sempre più difficile trovare medici disposti a farlo perché chiaramente è faticoso e dispendioso. Ci rivolgiamo a loro chiedendogli il piacere di coprire tutto il territorio. È una cosa frustrante perché trovarsi a chiamare il pediatra di base per dirgli ‘ti prego, vieni una volta a settimana o una volta ogni 15 giorni’ è davvero frustrante».
Carletti ha partecipato alla conferenza stampa di chiusura del tour #AdessoBasta della FIMMG, la Federazione dei Medici di Medicina Generale: un lungo viaggio in giro per la penisola, soprattutto in quei piccoli centri dove cittadini e pazienti non vogliono fare a meno del presidio del medico. Lo stesso segretario FIMMG Silvestro Scotti ha ribadito che «la medicina generale ha dichiarato guerra a chiunque voglia farci perdere la fiduciarietà e la prossimità del nostro lavoro».
LEGGI ANCHE: SCOTTI (FIMMG): «OK DEL MINISTERO AD ADEGUAMENTO STIPENDI E ARRETRATI. PRESTO DECRETO PER STRUMENTI DIAGNOSTICI»
Sindaco, c’è un medico a San Casciano?
«Ci sono più medici fissi. Secondo l’organizzazione che è in vigore oggi c’è una zona funzionale e quindi un insieme di medici che possono dare servizio al Comune di San Casciano dei Bagni. In tutto sono due i medici che operano nel nostro comune. Un medico è nativo del Comune e quindi conosce benissimo le dinamiche tanto quanto me e fa presenza in tutte le frazioni con tutti i suoi ambulatori. Quelli che vengono da fuori fanno più fatica e quindi cerco di far mettere nei contratti l’obbligo di presenza, però non è scritto da nessuna parte che devono farla per forza. Quindi anche per noi è difficile. Noi ci rivolgiamo alla Società della Salute, alle organizzazioni dei medici. È un tema delicato. La paura è che andando in pensione i medici che sono ancora vecchio stampo e che quindi garantiscono un po’ la presenza per indole, chi verrà dopo non garantirà più questa presenza».
I cittadini che dicono?
«I cittadini che hanno i medici meno presenti vengono da noi. A volte il cittadino trova scritto nell’ambulatorio che il medico è in ferie e che può rivolgersi alla Casa della Salute. Quel cittadino poi viene da me».
C’è una Casa della Salute a San Casciano?
«C’è una Casa della Salute a Chiusi, un comune a 30 km di distanza».
Quindi quando il medico va in ferie è un dramma…
«Esatto. Il medico è libero di fare determinate scelte. C’è il medico che si prende un sostituto, se lo paga e dà il servizio e c’è il medico che dà il servizio tramite la Casa della Salute. Lo può fare. A questo io mi sono sempre opposta. Noi abbiamo bisogno della presenza sul territorio».
Avete ben accolto l’iniziativa Fimmg #AdessoBasta?
«Si, certo, perché anche se è fatta dal punto di vista dei medici la volontà è quella di dire: ‘Vogliamo stare sul territorio ma abbiamo bisogno degli strumenti per poterlo fare’. Se noi mettiamo a disposizione gli strumenti poi diventa più facile per noi sindaci andare a chiedere di stare sul territorio».
Qualche sindaco dice “Se viene il medico fisso gli do la casa”. Lei che ne pensa?
«Metteteci in condizione di dare ai medici quello di cui hanno bisogno per stare nelle nostre aree. Per il medico è dispendioso tenere aperti tre ambulatori, quindi tre affitti. Io come Comune vorrei dargli l’ambulatorio gratuitamente. Ma purtroppo non si può fare perché sarebbe danno erariale. Abbiamo le mani legate».
ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO