Il vicepresidente dell’Omceo Roma lancia quindi un appello alla Regione: «Noi chiediamo all’assessorato di pubblicare la graduatoria del bando 2021, per capire quanti colleghi possono essere sul campo nel concreto»
«Nei prossimi tre anni, nel Lazio, si preannuncia un buco da 1.200 medici di famiglia, ai quali si sommano altri 186 medici che non possono essere impiegati perché
la graduatoria, dopo quasi due anni, non è stata pubblicata dall’assessorato alla Sanità del Lazio». Il grido di allarme di Stefano De Lillo, medico di Medicina Generale e vicepresidente dell’Ordine dei medici e degli odontoiatri di Roma e provincia, in una intervista all’agenzia Dire.
«C’è un problema serio per la medicina generale, che è solo in parte congiunturale – entra nel merito De Lillo- nei prossimi tre anni andranno in pensione appunto 1.200 medici di famiglia e sappiamo, fin d’ora, che sarà difficilissimo rimpiazzarli. Sia per questioni organizzative che non dipendono dai medici stessi, sia per il fatto che ce ne sono sempre meno, perché vanno a lavorare all’estero. Lo scenario che ci attende non è stato affrontato con una giusta preparazione e organizzazione, e un altro elemento importante sono le graduatorie, con l’ultimo bando per l’assegnazione di nuovi medici su aree carenti che risale al 2020, e non è ancora stato pubblicato quello del 2021 – denuncia De Lillo- Come Omceo Roma abbiamo chiesto un incontro all’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato, per discutere di queste criticità, anche perché i pazienti non riescono già ora a trovare accesso ai medici di famiglia, i quali hanno raggiunto per lo più il massimale previsto per gli assistiti. Non si trovano peraltro neanche i sostituti e diversi colleghi mi chiedono di individuare giovani medici per le sostituzioni, le ferie, la malattia, oltre che per il subentro sugli assistiti. Ma, lo ribadisco, non ci sono risorse sufficienti».
Il vicepresidente dell’Omceo Roma lancia quindi un appello alla Regione: «Noi chiediamo all’assessorato di pubblicare la graduatoria del bando 2021, per capire quanti colleghi possono essere sul campo nel concreto».
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