La denuncia del Coas medici: «Studi legali si dicono disposti a far valutare gratuitamente cartelle cliniche da medici loro fiduciari». E la pubblicità arriva direttamente sugli smartphone
La protesta della FNOMCeO guidata da Filippo Anelli ha sortito effetto. Prima l’ennesimo spot, questa volta via sms o whatsapp, che invita a intraprendere azioni legali contro i medici. Poi la protesta, con minaccia di diffida, della Federazione degli Ordini dei medici, che alla fine ha convinto il gestore Wind a sospendere la pubblicità. Ma ripercorriamo la vicenda dell’inizio.
LA DENUNCIA DEL CNOAS
«L’ultimo schiaffo alla categoria dei medici arriva via sms. Da ieri, gli stessi medici ospedalieri abbonati per necessità professionale ad alcuni gestori telefonici ricevono, attraverso sms o messaggi whatsapp, pubblicità di Studi Legali che si dicono disposti a far valutare gratuitamente cartelle cliniche da medici loro fiduciari, con tanto di numero verde per incentivare il contatto». È la denuncia di Alessandro Garau, segretario nazionale del sindacato Coas medici dirigenti, riportata dal sito DottNet. «Come se non bastassero i quotidiani disagi lavorativi dei medici, ora si aggiunge la pubblicità a basso costo dei gestori telefonici a favore di studi legali e contro i medici», dichiara Garau.
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«Questo è il segno di un grave malessere della società: due categorie di professionisti che si armano l’una contro l’altra. Gli avvocati sanno bene che i medici non potranno reagire, ingabbiati dalla loro professionalità e dal giuramento di Ippocrate – aggiunge Garau – Nessun medico agirà mai a parti inverse contro un avvocato, qualora quest’ ultimo si trovasse nella necessità di cure mediche. E i gestori telefonici non possono rifiutare questa pubblicità a pagamento, anche perché vivono di questo».
LA LETTERA DELLA FNOMCEO
Sul caso è subito intervenuta la Federazione degli Ordini dei Medici presieduta da Filippo Anelli che ha presentato una diffida ai gestori telefonici: «Quando si è trattato di spot televisivi, abbiamo ottenuto risultati facendo leva sull’etica dei responsabili delle reti che li trasmettevano: agendo su questa stessa leva ci appelliamo ora a Wind-Tre, che sappiamo sensibile a tematiche civili e sociali. Resta, sulla materia, un vuoto ingiustificabile dell’azione politica. Chiediamo al ministro della Salute e all’intero Governo un intervento legislativo che ponga un argine a questi messaggi distorti e dannosi per l’intero sistema delle cure». Nella missiva inviata dalla FNOMCeO, a firma del suo presidente, si chiede l’immediata interruzione dell’inoltro di questi sms, con la riserva «in caso contrario, di porre in essere anche le adeguate azioni di tutela legale della professione medica». «È doveroso sottolineare che questi messaggi creano una grave turbativa nel rapporto medico-paziente – scrive Anelli – e soprattutto inducono a contenziosi che rischiano di costituire un ulteriore aggravio di spese a carico del Ssn, costretto a tutelare l’attività dei medici sia a livello giudiziario che assicurativo con costi esorbitanti e spesso ingiustificati».
WIND SOSPENDE LA PUBBLICITA’
Dopo le proteste del presidente FNOMCEO, è arrivato quasi immediato lo stop alla pubblicità da parte del gestore: «Wind ha preso atto dei rilievi di carattere etico mossi dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici (Fnomceo) sugli spot che invitavano gli utenti a valutare a costo zero, presso una società di assistenza legale, la possibilità di un risarcimento per presunta malasanità e ha sospeso da un paio d’ore l’inoltro degli sms». A comunicarlo è stato lo stesso Filippo Anelli, dopo la telefonata ricevuta dal Direttore Public Affairs, Internal & External Communication di Wind Tre S.p.A., Massimo Angelini.
«Ringraziamo Wind-Tre per la sensibilità dimostrata su una questione della quale il Direttore Angelini ha condiviso la crucialità per i diritti di tutti i cittadini e per la sostenibilità del Servizio Sanitario nazionale – dichiara Anelli -. Angelini ha convenuto sul ritenere questo spot non utile al bene comune e ha fatto sì che un messaggio che può essere fuorviante non raggiunga più gli utenti della compagnia».