Il progetto di Sportello Amianto Nazionale, Confindustria moda e Federmoda. Protti (presidente SAN): «Sistema in grado di garantire 600 tonnellate di stock di TNT con una produzione giornaliera di 2 milioni di mascherine. Se arriva il via libera del Governo in 5 giorni siamo operativi»
Poche e introvabili, le mascherine, così come i kit di protezione per medici ed operatori sanitari, che rappresentano oggi una delle grandi criticità del sistema Italia. Una risposta concreta per far fronte a questa emergenza è arrivata dallo Sportello Amianto Nazionale che, con Confindustria moda e CNA Federmoda, si è fatto promotore e redattore di un progetto di riconversione di stabilimenti del settore tessile.
La redazione del piano denominato “Riconversione industriale nazionale Emergenza Covid” porta la firma di Fabrizio Protti, presidente dello Sportello Amianto Nazionale che, con la collaborazione di Erika Andretta, dirigente di PwC Italia e autrice di una call tra le aziende del settore tessile e moda, ha avviato il dialogo con il Governo.
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«Il protocollo è stato presentato al capo della protezione civile Borrelli e al suo ufficio di segreteria e in questo momento è in una fase di analisi – ci spiega Protti raggiunto via Skype –. Ad oggi siamo a circa 300 laboratori, ovvero aziende piccole, medie e grandi disponibili alla riconversione. Quindi noi stiamo trattando con il Ministero per essere organo collettivo e presentare una certificazione unica che possa poi licenziare tutti i laboratori e garantire la produzione».
Un sistema che quindi oggi è pronto: «Abbiamo sulla carta una disponibilità produttiva di circa due milioni di mascherine di tipo chirurgico, ovvero tre veli in tessuto non tessuto, la settimana – continua Protti -. Avremo la capacità di produrre camici e tute monouso, calzari e cappelli di protezione sia per il reparto di triage sia per i reparti di terapia intensiva. Abbiamo il sistema di produzione di TNT, ovvero il tessuto non tessuto, che si è messo subito a disposizione. Abbiamo a disposizione già 600 tonnellate di stock pronte per essere lavorate che corrispondono circa a 70 milioni di mascherine prodotte ed abbiamo una produzione giornaliera di circa 80 tonnellate, ovvero altri 2 milioni di mascherine al giorno. Ovviamente per essere pronti stiamo organizzando gli hub e cerchiamo di coordinarci con le unità di crisi delle regioni e degli ospedali per capire quali sono i materiali che servono. Di fatto con l’ausilio dello sportello amianto, di PwC, di Confindustria moda e Federmoda, siamo ad un ottimo punto. Resta l’incognita dei laboratori, stiamo agendo in quel senso su due canali e stiamo andando avanti con gli accreditamenti personali con i politecnici, perché se lo Stato non prende la decisione di darci la possibilità di essere organo collettivo andremo avanti con i politecnici, ma se arrivasse quella saremmo pronti per la fine della settimana».
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