Assunzioni e contratto, l’aumento del fondo Ssn a 113 miliardi non basta per l’Intersindacale: appena 100 euro lordi in più in busta paga dopo 8 anni di attesa e problema del precariato risolto solo a metà con la Manovra. Parte lo stato di agitazione
«Sapete quanto guadagneranno in più al mese i medici con il rinnovo contrattuale? 100 euro lordi. Ma il problema non è la cifra, piuttosto cosa ci si aspetta ancora da noi: ancora maggiore flessibilità, appropriatezza, reperibilità, turni, disponibilità non possono essere slegati dalla fatica e dal diritto alla salute dei cittadini». Il Segretario nazionale di Anaao, Costantino Troise, quantifica e considera «insufficiente» la quota destinata a finanziare il rinnovo dei contratti (atteso da ben otto anni…) sulla base della Legge di Bilancio 2017, attualmente in discussione. Proclamando lo stato di agitazione, le organizzazioni dei sindacati e dei dirigenti sanitari che hanno dato vita dallo scorso anno all’Intersindacale (Anaao-Assomed, Cimo, Aaroi-Emac, Fp Cgil Medici e Dirigenti sanitari, Fvm, Fassid, Cisl Medici, Fesmed, Anpo-Ascoti-Fials Medici, Uil Fpl Medici) hanno anticipato, nel corso di una conferenza stampa, l’intenzione di scioperare a metà novembre, «in mancanza di risposte soddisfacenti».
Nello specifico, dai sindacati, arriva un giudizio tutto sommato positivo alla manovra riguardo il finanziamento del Ssn, salito a 113 miliardi perché per «la prima volta – fa notare Riccardo Cassi, il presidente di Cimo – si mantiene l’impegno assunto nel Def, anche se la spesa pubblica italiana per la sanità è ancora al di sotto della media Ue e la più bassa tra i Paesi del G7 (l’Olanda stanzia il doppio mentre la Francia arriva a 194 miliardi, ndr). Se, però, non si stanziano le risorse necessarie per assunzioni e contratti e anche per premiare il merito non si va da nessuna parte e ci vedremo costretti a continuare la protesta, iniziata con lo stato di agitazione, anche proclamando un nuovo sciopero».
Riguardo in particolare contratto e assunzioni (vedi slide – http://95.110.224.81/anaao/public/aaa_7453624_slide_cs_19ottobre2016_definitive.pdf), l’Intersindacale pone l’attenzione sul problema del precariato che non verrebbe risolto con i 2 miliardi di euro (per l’esattezza 1,9) messi in bilancio per il pubblico impiego: le stime dei sindacati per il comparto sanitario sono infatti di appena 400 milioni di euro, compresi i 153 milioni già dedicati alla stabilizzazione di 7mila precari (3mila medici e 4mila infermieri) a fronte degli oltre 13mila che attualmente tengono in piedi la sanità pubblica.
Secondo i sindacati per superare le criticità legate al blocco del turnover sarebbero, inoltre, necessarie 12mila assunzioni: 6mila per sopperire ai pensionamenti del triennio 2012-2014 e altrettante per facilitare l’applicazione della direttiva Ue sugli orari di lavoro, visto che in numerose strutture, a distanza di oltre un anno dall’entrata in vigore della Legge 161, non si riescono a garantire le 11 ore di riposo tra un turno e l’altro e si sfora regolarmente il tetto delle 48 ore settimanali imposto da Bruxelles. Il calcolo delle nuove e necessarie assunzioni è stato fatto, peraltro, senza tener conto delle stime secondo cui tra il 2017 ed il 2020 il Ssn perderà altri 20mila medici sempre per via dei pensionamenti.
Le voci dei sindacalisti:
RICCARDO CASSI, Presidente nazionale Cimo: «Ministro Lorenzin di parola sui 113 miliardi, ma l’aumento non basta ancora per contratto, assunzioni e per premiare il merito»
COSTANTINO TROISE, Segretario nazionale Anaao: «Risorse insufficienti per il personale, pronti allo sciopero»
FABIO CRICELLI, Vicepresidente nazionale Aaroi-Emac: «Per anestesisti e rianimatori nei pronto soccorso carico di lavoro enorme. Servono prospettive certe per guardare al futuro».
ALDO GRASSELLI, Segretario nazionale Sivemp: «Ssn non può reggersi sui precari, è una sofferenza ingestibile. Le soluzioni per i veterinari? Risorse anche per investire nella prevenzione»
CORRADO BIBBOLINO, Presidente nazionale Fassid (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR): «Mantenere la medicina dei servizi nelle strutture pubbliche non è un optional: subito inversione di tendenza»