Lavoro e Professioni 27 Luglio 2022 17:05

Certificato telematico (INPS) di malattia: il medico che emette una prognosi ha l’obbligo di invio. Ecco cosa dice la legge

Caiazza (FIMMG): «Medici ospedalieri, di pronto soccorso, specialisti convenzionati ASL e liberi professionisti non devono demandare l’emissione del certificato telematico (INPS) di malattia al medico di famiglia, che verrebbe indotto a compiere un reato di falso ideologico»

Certificato telematico (INPS) di malattia: il medico che emette una prognosi ha l’obbligo di invio. Ecco cosa dice la legge

«Ogni medico che emette una prognosi è tenuto all’invio telematico del certificato di malattia. Il medico del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionato ha ricevuto le credenziali necessarie. Gli altri medici possono comunque accreditarsi rapportandosi ai rispettivi Ordini dei medici». È scritto a chiare lettere nella sezione Faq del sito dell’Inps alla voce “certificati medici telematici”. Eppure, è molto probabile che la questione non sia altrettanto chiara a tutti i medici d’Italia, se non pochi pazienti continuano ad essere sballottolati da un medico all’altro “elemosinando” un certificato di malattia e se il Vice Segretario Vicario della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG) di Napoli, Salvatore Caiazza, ha deciso di dedicare un accurato post facebook all’argomento, corredandolo, a scanso di equivoci, della circolare emessa dal Ministero sull’argomento.

Cosa dice la legge

Per dirimere la questione partiamo dalla prima certezza: ogni medico, così come prescritto dalla legge ed in particolare dal D.L. n. 150 27/10/2009 (Legge Brunetta), ha l’obbligo deontologico di provvedere all’invio del certificato telematico (INPS) di malattia, compito che non può e non deve essere demandato al medico di famiglia.  «Medici ospedalieri, di pronto soccorso, specialisti convenzionati ASL e liberi professionisti – spiega Caiazza nel suo post – non devono demandare l’emissione del certificato telematico (INPS) di malattia al medico di famiglia, che verrebbe indotto a compiere un reato di falso ideologico».

Se il medico si rifiuta, il paziente pretenda

E se il medico che visita un paziente dovesse rifiutarsi di emettere tale certificato? «Il paziente dovrà pretenderlo», spiega ancora nel suo post il Vice Segretario Vicario della FIMMG di Napoli. Si tratta di un diritto per il paziente e di un obbligo per il medico sanciti dalla legge. Andare successivamente dal proprio medico base per richiedere il certificato telematico sarà del tutto inutile: «I medici di medicina generale non possono macchiarsi di un reato perché un altro medico ha, a sua volta, compiuto un reato di  rifiuto o omissione d’atto d’ufficio, reati che sono perseguibili penalmente, ai sensi del Codice Penale art. 328», si legge ancora nel post.

L’appello alle direzioni generali e agli ordini professionali

Ovviamente, a spingere il dottor Caiazza a scrivere questo post è stata la realtà dei fatti, gli stessi accadimenti che, scrive il Vice Segretario Vicario FIMMG Napoli, dovrebbero indurre «le Direzioni Generali e Sanitarie delle AASSLL napoletane e l’Ordine Dei Medici Chirurghi E Odontoiatri Della Provincia Di Napoli a prendere i dovuti provvedimenti disciplinari nei confronti dei medici che fanno tale omissione, in particolar modo per i professionisti che lavorano nelle strutture ospedaliere, i quali continuano a costruirsi alibi per mancanza di credenziali, che è loro dovere procurarsi (da 11 anni), poiché inducono gli ammalati – conclude Caiazza – ad essere sballottati per una mera certificazione».

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