Il decalogo estratto dal Position Paper “ComuniCoViD – Come comunicare con i familiari in condizioni di completo isolamento” a cura della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva, dell’Associazione nazionale infermieri di area critica, della Società italiana cure palliative e della Società italiana medicina emergenza-urgenza
L’isolamento sociale dovuto alla pandemia da Coronavirus ha cambiato radicalmente le modalità di comunicazione. Questo vale per tutti i cittadini sottoposti al lockdown, ma ancor di più per gli operatori sanitari che devono mantenere aperto un canale di comunicazione con i familiari dei malati di Covid-19, soprattutto se in completo isolamento.
Per offrire indicazioni operative condivise e basate su evidenze ed esperienze internazionali, le quattro società scientifiche maggiormente coinvolte nella prima linea Covid-19 (Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Siaarti; Associazione nazionale infermieri di area critica Aniarti; Società italiana cure palliative Sicp e Società italiana medicina emergenza-urgenza Simeu) hanno messo a punto e diffuso il “Position Paper Intersocietario” intitolato “ComuniCoViD – Come comunicare con i familiari in condizioni di completo isolamento”. È un documento operativo progettato e realizzato per essere utile a tutta la comunità sanitaria nazionale con l’obiettivo di «facilitare l’équipe di cura nella comunicazione con i familiari – si legge nel documento -, anche nelle condizioni estreme di completo isolamento», visto che è noto che i malati e i loro familiari «ricordano quanto hanno ricevuto in termini non solo di risultati clinici ma anche di umanità, vicinanza e sostegno psicologico da parte delle équipe di cura».
Dieci le regole fondamentali da seguire:
1 – Comunicare al familiare di riferimento le notizie cliniche almeno una volta al giorno e nel caso di ogni aggravamento sostanziale ed imprevisto.
2 – La comunicazione di notizie cliniche va effettuata dal medico che ha in cura il paziente.
3 – Esentare da questo compito un operatore che lo percepisca come troppo gravoso.
4 – Considerare e tutelare l’equilibrio emotivo degli operatori sanitari.
5 – Utilizzare una comunicazione telefonica, di videochiamata o, in casi particolari, scritta.
6 – Comunicare tramite email/sms può essere una utile strategia complementare.
7 – Comunicare con modalità adeguate all’interlocutore, inequivocabili, veritiere, argomentate.
8 – Ricostruire insieme ai familiari le volontà del malato.
9 – Informare esaustivamente sul controllo della sofferenza.
10 – Lasciar spazio ed accogliere le emozioni del familiare.
«Ci è sembrato necessario mettere a punto questo Documento in tempi rapidissimi – sottolinea Giovanni Mistraletti, responsabile del Progetto Intensiva 2.0 di SIAARTI – perché ricevevamo numerose richieste da parte di colleghi, che si domandavano come comunicare le notizie cliniche senza potersi vedere di persona con i familiari. Ci sono problemi tecnici, giuridici, psicologici ed etici non scontati; era necessario che qualcuno esprimesse opinioni chiare ed autorevoli, presentandole in modo immediatamente fruibile. Certo, questo nostro contributo è una goccia nel mare, ma crediamo possa migliorare davvero il benessere dei familiari, e anche quello degli operatori».
«Per noi infermieri di area critica, la partecipazione a questo Documento – afferma Silvia Scelsi, presidente ANIARTI – è l’espressione di una esigenza che viene dal profondo sentire della professione, di presa in carico totale e di accompagnamento della persona malata e dei suoi familiari, nell’espressione dei loro bisogni, in un momento di totale difficoltà, rappresentato dalla malattia e dal ricovero in area critica. L’infermiere stabilisce una relazione di cura che gli permette di poter leggere i bisogni espressi dalla persona e progettare risposte adeguate, ma la relazione in questo particolare contesto viene alterata dalle necessità poste dall’isolamento sanitario: gli strumenti di comunicazione devono essere quindi adeguatamente modificati per raggiungere comunque l’obiettivo ed evitare che la persona ricoverata e la famiglia aggiungano all’esperienza già dura anche il senso di abbandono che genera l’isolamento».
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«Abbiamo ritenuto di proporre congiuntamente questo Position paper – commenta Salvatore Manca, presidente nazionale SIMEU – perché la gestione dell’emergenza è una filiera complessa, costituita da competenze complementari che hanno però basi comuni: il fattore tempo e la necessità di affrontare e comunicare momenti emotivamente molto impegnativi, per i pazienti, i familiari e gli stessi sanitari. È necessaria una cultura della comunicazione che deve essere parte integrante del bagaglio delle competenze sanitarie. Migliorare la comunicazione, fra professionisti e verso i pazienti e i loro familiari, non significa solo migliorare l’efficacia delle cure, ma rinsaldare un rapporto di fiducia reciproca».
«L’importanza della comunicazione con i familiari in questa drammatica fase – precisa infine Italo Penco, Presidente SICP – è essenziale in quanto va incontro ad un bisogno fondamentale dei familiari stessi, quasi sempre confinati in casa e impossibilitati ad accedere ai luoghi di cura, di avere regolari informazioni sulle condizioni cliniche del loro caro ricoverato e di essere rassicurati sul controllo delle sofferenze anche in caso di peggioramento».
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