Le Associazioni: «Disposti anche ad organizzare il primo sciopero generale degli specializzandi, dimostrando che se tutti i medici in formazione specialistica incrociassero le braccia anche solo per tre giorni, migliaia di reparti universitari andrebbero in tilt e tutti i policlinici universitari al collasso»
Le associazioni italiane maggiormente rappresentative dei medici specializzandi ANAAO GIOVANI, ALS e GMI sono pronte a scendere nuovamente in piazza, questa volta non soltanto a Roma ma in diverse città italiane. L’annuncio è arrivato dopo la pubblicazione delle graduatorie per le assegnazioni dei contratti del concorso di formazione.
Stando ai dati raccolti dalle Associazioni, sono stati assegnati solo a 11.688 contratti di formazione su 14.036 candidati, nonostante una disponibilità di 16.165. In altre parole, il 27,7% dei contratti resta senza un assegnatario. «Tutto ciò è frutto, come da noi ampiamente preventivato, di una errata programmazione dei medici specialisti causata da una sbagliata suddivisione dei contratti a bando, con evidenti storture che hanno portato a diminuire i contratti in quelle scuole che lo scorso anno erano state pienamente coperte e viceversa aumentali in quelle scuole con già poche assegnazioni – scrivono ANAAO GIOVANI, ALS e GMI -. La situazione è molto compromessa: un contratto statale su quattro non è stato assegnato (24,5%) , così come la maggioranza dei contratti regionali (51,3%) e la stragrande maggioranza dei contratti SSN (78,1%)».
Per le associazioni italiane maggiormente rappresentative dei medici specializzandi il dato più preoccupante riguarda «la scuola di specializzazione d’emergenza-urgenza, in cui su 855 contratti stanziati sono risultati assegnati solo 266 (il 69%) con ben quattro senza alcuna assegnazione (tra cui La Sapienza di Roma – Umberto I e Milano San Raffaele), una ulteriore flessione rispetto agli scorsi anni che certifica ufficialmente “l’estinzione” della figura dello specialista in medicina d’emergenza con l’avanzata della figura del medico gettonista che corrisponde irrimediabilmente a una diminuzione della qualità erogata in un ambito delicato come quello dei Pronto Soccorso oltre a costi esorbitanti per i contribuenti», sottolineano le associazioni
«Un terzo ulteriore drammatico dato riguarda l’entità delle scuole che non hanno nemmeno uno specializzando assegnato. Parliamo di scuole che sono letteralmente “deserte” e sono ben 103, oltre a 127 ulteriori scuole con meno del 25% di specializzandi assegnati – continuano ANAAO GIOVANI, ALS e GMI -. È mortificante constatare che ben 44 scuole di Anatomia patologica, Patologia clinica e Microbiologia saranno senza nessun medico specializzando, certificando il depauperamento di figure professionali che sono state protagoniste durante la pandemia Covid. È infine interessante notare che questa scellerata suddivisione dei contratti a bando abbia portato al capolavoro di avere scuole di specializzazione deserte anche in Università notoriamente definite “ambite” come Milano San Raffaele (quattro scuole), Humanitas sempre di Milano (due scuole) oppure Campus Biomedico di Roma (quattro scuole) e infine la Cattolica di Roma (4 scuole)».
Una situazione che le associazioni italiane maggiormente rappresentative dei medici specializzandi e hanno definito “una Caporetto” che avevano «ampiamente preventivato nelle scorse settimane, poiché – aggiungono – il semplice aumento dei contratti stanziati in medicina d’emergenza, associata ad un aumento globale dei contratti ed in assenza di una riforma della formazione medica, avrebbe non solo non risolto il problema della carenza di specializzandi d’emergenza ma l’avrebbe addirittura peggiorata dandole il colpo di grazia, in un contesto concorsuale mal gestito e con controlli poco adeguati in cui vi sono già diversi casi di concorrenti iscritti a una specializzazione che si sono visti assegnare i punteggi curriculari, concorrenti che hanno dichiarato requisiti per accedere a contratti finanziati da più regioni e concorrenti che hanno erroneamente auto-dichiarato essere portatori di handicap, certificando pertanto una graduatoria falsata che ci auguriamo non sia oggetto di ricorsi con ulteriori ritardi e disservizi».
Alla luce di ciò, definendo «errata la gestione del Ministero dell’Università», ANAAO GIOVANI, ALS chiedono «un incontro ad horas non solo con i funzionari del MUR e dell’Osservatorio Nazionale della Formazione, come avvenuto nelle scorse settimane, ma anche e soprattutto in presenza dei funzionari del Ministero della Salute e della FNOMCeO per evitare di trovarci nelle prossime tre settimane ad un aggravamento di questa situazione già compromessa». Le associazioni italiane maggiormente rappresentative dei medici specializzandi tornano, dunque, a ribadire quanto già dichiarato in occasione della manifestazione del 25 settembre davanti al MUR, ovvero «la proroga della presa di servizio al primo dicembre di tutti i neo specializzandi, l’aumento a 5 degli scaglioni straordinari prima della presa di servizio (aumento promesso e non verificatosi) e soprattutto l’integrazione di rappresentanti dei medici in formazione nel tavolo di riforma già istituito e composto ad oggi solo di accademici. La risoluzione del problema – continuano le Associazioni – non è aumentare gli ingressi a medicina o peggio ancora abolire il numero chiuso: l’unico modo è riformare il sistema della formazione medica, ferma al 1999, che ha oggettivamente fallito essendo governata da migliaia di Direttori di scuola che non intendono rispettare le più semplici regole e norme, prime tra tutte l’utilizzo della rete formativa che esistono solo su carta e con specializzandi “ammassati” in poche strutture universitarie, in rapporto medici in formazione: letti anche di 10:1 svolgendo mansioni ripetitive, demansionanti e soprattutto poco formative».
Le associazioni dei medici specializzandi sono pronte a manifestare nuovamente in contemporanea in diverse città italiane per «dimostrare al mondo politico, accademico e civile che una intera generazione di giovani medici è stanca di assistere al dibattito surreale dell’abolizione del numero chiuso, dell’istituzione di fantomatiche nuove specializzazione come “la chirurgia dei microchip”, e soprattutto – scrivono ancora – non può più tollerare la strenua e coriacea difesa dello status quo da parte del mondo universitario che intende ancora tenerci inquadrati come studenti con molti doveri e pochi diritti invece che come professionisti qualificati che si specializzano, al pari dei loro colleghi europei, con un contratto di formazione lavoro».
«La manifestazione del 25 settembre, corredata di una sottoscrizione che ha raggiunto oltre le 5mila firme, ha dimostrato anche a noi stessi che uniti possiamo riuscire a risolvere le ben note problematiche in merito al mancato rispetto della nostra dignità retributiva, formativa e lavorativa. Siamo pronti anche a organizzare il primo sciopero generale degli specializzandi, dimostrando che se tutti i medici in formazione specialistica incrociassero le braccia anche solo per 3 giorni migliaia di reparti universitari andrebbero in tilt e tutti i policlinici universitari andrebbero al collasso, dimostrando che la nostra categoria è una delle colonne portanti del SSN poiché quotidianamente e contrariamente alla legge – concludono ANAAO GIOVANI, ALS – siamo costretti a fungere da tappabuchi sostituendo il personale universitario di ruolo».
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