«Nel contenzioso tra medici e cittadini la collaborazione degli avvocati è preziosa. Essi stessi devono farsi mediatori tra il proprio assistito e la controparte. Alleggerire numero di azioni è interesse dell’utente e, allo stesso tempo, interesse generale». Queste le parole di Fabio Massimo Gallo, presidente vicario della Corte d’Appello di Roma, a margine del convegno ‘Avvocati e medici. I profili delle responsabilità e le strategie difensive’ organizzato dall’Unione Italiana Forense con la partnership di Sanità Informazione
Circa 15 miliardi di euro l’anno. A questa cifra ammonta la spesa che lo Stato deve sostenere per i contenziosi medico-legali che, come se non bastasse, sono in costante crescita. «Sedi di mediazione sono auspicabili perché è interesse dell’utente, ma anche interesse generale, alleggerire il numero di contenziosi», dichiara Fabio Massimo Gallo, presidente vicario della Corte d’Appello di Roma in occasione del convegno ‘Avvocati e medici. I profili delle responsabilità e le strategie difensive’ organizzato presso la Corte d’Appello dall’Unione Italiana Forense con OMCeO Roma e la partnership media della nostra testata.
Con la creazione di una camera di compensazione per un confronto fuori dalle aule giuridiche «le parti avrebbero la possibilità di individuare, da sole e con certezza, il punto di equilibrio dei propri interessi – prosegue il presidente -, e non dovrebbero affrontare le spese e il tempo di un contenzioso».
«Per far funzionare questi organismi di mediazione occorre la buona volontà delle parti che deve essere incrementata mediante adatte opere di sensibilizzazione a livello pubblico e a livello di mass media», è il monito di Gallo, che sottolinea l’importanza di avviare la formazione efficace di una classe di mediatori che possa mettere in atto questa soluzione di compromesso fuori dalle stanze del tribunale. Inoltre «occorre anche la collaborazione preziosa degli avvocati che devono farsi essi stessi mediatori tra il proprio assistito e la controparte» spiega.
Da considerare che il numero di contenziosi è cresciuto anche perché «si è diffusa in modo preoccupante – prosegue il presidente – una certa sfiducia nei confronti di chiunque svolga professioni ad elevato contenuto culturale ed elevato risvolto sociale».
«Quindi – conclude -, quello che è un bene dal punto di vista della maggiore consapevolezza dei cittadini, rischia di diventare un elemento negativo se fa venir meno quel necessario rapporto di fiducia nei confronti di figure importanti come il medico, la cui prima arma deve essere la fiducia di cui gode da parte del proprio assistito».
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