Il vicesegretario generale dell’organizzazione si schiera a favore di nuove modalità di risoluzione dei contenziosi tra medici e pazienti e chiede a istituzioni e professionisti di investire su sicurezza e formazione
«Ben vengano le iniziative volte a ridurre la conflittualità tra cittadini e professionisti del mondo della salute». Così Francesca Moccia, vicesegretario generale di Cittadinanzattiva, commenta la proposta di istituire un Arbitrato della Salute per risolvere in maniera alternativa i sempre più frequenti contenziosi tra medici e pazienti. Sottolinea poi l’importanza del diritto alla sicurezza delle cure e aggiunge: «L’errore umano è sempre possibile, ma per ridurlo oggi ci sono dei modelli di gestione del rischio che funzionano ma che ancora non vengono applicati abbastanza».
Dottoressa, Cittadinanzattiva partecipa a questo evento organizzato da Consulcesi per ragionare sull’eccessiva conflittualità tra medici e pazienti. Voi siete dalla parte dei cittadini e li difendete quando ne hanno giustamente diritto, però siete d’accordo con il compensare queste istanze e far sì che si vada in causa solo per un motivo fondato.
«Cittadinanzattiva si occupa da sempre di prevenire gli errori e gli eventi avversi nel campo della salute, quindi ben vengano tutte le iniziative che vanno a ridurre la conflittualità tra cittadini e professionisti del settore. Oggi possiamo contare sull’articolo 1 della Legge 24, che stabilisce a chiare lettere che il diritto alla sicurezza è parte integrante del diritto alla salute. È un fatto molto importante per i cittadini italiani: curarsi e curarsi in sicurezza sono un nostro diritto. Ma come si fa ad ottenere questo risultato? Bisogna lavorare con gli ospedali, i medici, gli infermieri e le istituzioni per investire sulla sicurezza, perché poi quando il danno è fatto è troppo tardi. Bisogna assolutamente ridurre la possibilità che accada. Poi certo, quando il danno è fatto è essenziale per i cittadini ogni modalità per risarcire giustamente il diritto violato, e noi staremo sempre al loro fianco su questo. Ma Cittadinanzattiva è assolutamente d’accordo ed è in prima linea per trovare modalità alternative volte a conciliare e mediare i conflitti».
Nel corso del convegno sono stati evidenziati alcuni elementi che possono aiutare a ridurre il rischio di errori: strutture adeguate, personale adeguato, ma anche formazione continua e aggiornamento costante.
«La sicurezza è una responsabilità di tutti. È una questione di competenze del personale, ma anche della struttura e dell’organizzazione, che devono funzionare. È stato dimostrato che per ridurre gli eventi avversi è necessaria la competenza e rispettare semplici procedure affinché certi errori non accadano. L’errore umano è sempre possibile, ma per ridurlo oggi ci sono dei modelli di gestione del rischio che funzionano ma che applichiamo ancora troppo poco. La formazione fa certamente parte di tutto questo, ma la sicurezza in un ospedale è un lavoro quotidiano, fatto di formazione e di controlli di certi processi. Quindi ognuno deve fare la sua parte, altrimenti la vittima è chi, oltre ad avere un problema di salute, deve anche purtroppo fare i conti con un evento avverso. E questo poi è un dramma, ci rimettono tutti: non solo i cittadini, ma anche i medici, gli infermieri, l’organizzazione e la sanità pubblica che paga, cioè noi. Quindi, alla fine, è un problema per tutti».
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