Il rischio per il lavoratore è di essere sollevato dall’incarico al compimento dei 65 anni, senza ricevere la pensione. Possibile eccessiva riduzione degli organici in sanità
Per poter lavorare fino a 67 anni, e quindi fino all’età in cui si acquisisce il diritto di andare in pensione, un dipendente della Pubblica Amministrazione deve presentare esplicita richiesta. Altrimenti, la PA può decidere in autonomia di risolvere il contratto di lavoro di un dipendente di 65 anni, indipendentemente dall’anzianità di servizio. È quanto stabilito dalla Corte di Cassazione attraverso una sentenza dello scorso 9 giugno (la numero 11008).
Tuttavia, il dipendente mandato in pensione a 65 anni, che non abbia presentato la necessaria domanda per lavorare fino ai 67 anni, potrebbe dover aspettare due anni per ricevere il primo assegno. Egli può dunque chiedere di restare in servizio fino al raggiungimento del requisito minimo di anzianità.
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La Cassazione era stata chiamata a pronunciarsi sul caso di un medico a cui era stato chiesto di non tornare più a lavoro all’arrivo del suo sessantacinquesimo anno di età, nonostante da contratto dovesse restare ancora in servizio.
Stando a quanto sostenuto dall’ente, il professionista non aveva presentato alcuna richiesta per restare a lavoro anche per i due anni che mancavano all’età pensionabile. La Corte d’Appello aveva però dato ragione al lavoratore: la risoluzione anticipata del contratto era illegittima. Ne conseguiva che l’ente avrebbe dovuto versare le differenze retributive fino alla scadenza naturale del rapporto professionale.
La Suprema Corte ha però ribaltato la decisione, sostenendo che «è data facoltà all’amministrazione, in base alle proprie esigenze organizzative e funzionali, di accogliere la richiesta in relazione alla particolare esperienza professionale acquisita dal richiedente in determinati o specifici ambiti e in funzione dell’efficiente andamento dei servizi. La domanda va presentata all’amministrazione di appartenenza dai 24 ai 12 mesi precedenti il compimento del limite di età per il collocamento a riposo previsto dal proprio ordinamento».
Il via libera della Cassazione alla facoltà della Pubblica Amministrazione di mandare a casa i dipendenti al compimento del 65esimo anno implica quindi la possibilità che il personale sanitario, già ridotto all’osso e con grossi problemi di turnazione, diminuisca ancora di più nei prossimi tempi.
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