Dopo mesi di trattative ARAN e sindacati (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, FIALS, Nursind, Nursing Up) hanno raggiunto un’intesa sul contratto del comparto sanità. Tra le novità l’indennità oraria per il lavoro notturno che passa da euro 2,74 a 4 euro e una nuova indennità per il Pronto soccorso. In tutto le risorse per il rinnovo ammontano a 241,6 milioni
Ci sono voluti mesi di trattative per arrivare al rinnovo del contratto del comparto sanità 2019 – 2021, dove non sono mancati momenti di tensione tra le parti. Ma alla fine il risultato è stato raggiunto. Si tratta tuttavia di una pre-intesa che precede quella definitiva dopo le procedure di controllo. L’accordo, firmato da Aran e dai sindacati (Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, FIALS, Nursind, Nursing Up), interessa 550mila lavoratori, di cui 270 mila infermieri.
Le risorse per il rinnovo del contratto ammontano a 241,6 milioni, che finanzieranno l’indennità del personale assegnato ai servizi di pronto soccorso, il trattamento accessorio e il nuovo ordinamento professionale. Ciò comporterà un aumento economico per i dipendenti. Ora il contratto sarà trasmesso dall’Aran al Comitato di Settore per il parere, al Governo per eventuali osservazioni e alla Corte dei conti per la certificazione dei costi. Varie le novità, oltre agli aumenti economici. Il contratto prevederà pure ‘incarichi di posizione elevati’ con bonus di indennità da 10 a 20mila euro. Tali posizioni saranno assegnate tramite concorso pubblico. Il nuovo accordo prevede aumenti mensili fino a 98 euro lordi, ai quali per gli infermieri sarà aggiunta un’indennità di altri 72 euro lordi sempre mensili (dunque, fino a 170 euro in più per i livelli più alti) stanziati dalla legge di Bilancio 2021 ma rimasti ‘congelati’ perché vincolati al rinnovo contrattuale.
Contratto comparto 2019 – 2021
Tra le novità l’indennità oraria per il lavoro notturno che passa da euro 2,74 a 4 euro. Per il Pronto soccorso, come previsto dalla legge 234/2021, una nuova indennità. Si inizia con 40 euro in più al mese a titolo di anticipazione, che potrà arrivare, a conguaglio, fino a 100 euro. Previsto anche un nuovo sistema degli incarichi e un nuovo sistema per i congedi. Arrivano poi i differenziali stipendiali in sostituzione del precedente modello delle fasce che consente di valorizzare l’esperienza, di aumentare il valore economico stipendiale.
Tra i punti principali la riforma dell’ordinamento professionale e un nuovo sistema di classificazione, un nuovo sistema degli incarichi, differenziali stipendiali in sostituzione del precedente modello delle fasce, il miglioramento e qualificazione del sistema indennitario e rafforzamento delle relazioni sindacali, il regolamentato del ricorso al lavoro agile e al lavoro da remoto nelle sue articolazioni e migliorate sensibilmente le modalità di fruizione di permessi e congedi.
«Grande soddisfazione per un risultato importante e atteso da tempo – scrivono i sindacati in una nota unitaria -. Con questo rinnovo, a fronte delle risorse stanziate dal governo, riconosciamo salario, diritti e tutele a lavoratrici e lavoratori che in questi anni difficili hanno affrontato l’emergenza pandemica garantendo la tenuta del Servizio sanitario nazionale e la salute dei cittadini. Il contratto conferisce a queste lavoratrici e lavoratori un importante riconoscimento del valore e dell’impegno profuso, sia sul fronte del salario che su quello dei diritti, e rappresenta un punto di partenza per un effettivo rilancio del Servizio sanitario, che dovrà passare adesso da maggiori risorse e da assunzioni stabili».
Andrea Bottega, segretario nazionale del Nursind, spiega: «Abbiamo lavorato perché si chiudesse il Contratto nel più breve tempo e nel miglior modo possibile. E possiamo dire di essere soddisfatti di aver firmato la pre-intesa questa notte all’Aran. Era il massimo che si poteva ottenere per rendere migliori le condizioni degli infermieri, dal momento che le trattative si fanno sulla base di importi economici definiti per legge».
«Per la prima volta siamo di fronte a un contratto in cui gli stipendi mensili degli infermieri e delle altre professioni sanitarie sono superiori rispetto alla media degli altri dipendenti del comparto. Ed è stato sventato il rischio, almeno per il momento, che il contratto nazionale prevedesse, come richiesto da certe organizzazioni sindacali, eventuali riclassificazioni automatiche (o promozioni di massa) solo per certe categorie» commenta Antonio De Palma, presidente nazionale del sindacato degli infermieri Nursing Up.
L’accordo è stato salutato con soddisfazione da tutte le forze politiche e dai ministri. «Un gran bel risultato. 545 mila lavoratrici e lavoratori del comparto sanità avranno finalmente il nuovo contratto – scrive su Facebook il ministro della Salute Roberto Speranza -. La firma dell’intesa è arrivata stanotte con il consenso di tutte le organizzazioni sindacali. L’accordo accresce diritti e tutele e porta un meritato incremento retributivo per tutto il personale del comparto. In particolare, per i circa 270 mila infermieri, c’è una valorizzazione con aumenti tra i 146 e i 170 euro al mese. È un passo avanti importante che indica la direzione giusta. Grazie a tutti coloro che sia per la parte pubblica sia in rappresentanza dei lavoratori hanno incessantemente lavorato all’accordo. Il personale sanitario è la nostra risorsa più preziosa per il futuro del Servizio Sanitario Nazionale. Non dobbiamo dimenticarlo mai».
Il ministro del Lavoro Andrea Orlando ha parlato invece di «passo avanti per ribadire l‘importanza del servizio sanitario nazionale pubblico, fondamentale nella lotta alla pandemia» mentre per quello della Pubblica amministrazione Renato Brunetta «è il coronamento di un percorso cominciato il 10 marzo di un anno fa con il Patto per l’innovazione del lavoro pubblico e la coesione sociale – siglato con i sindacati a Palazzo Chigi – e, soprattutto, rappresenta il doveroso riconoscimento per oltre 545mila dipendenti del Servizio sanitario nazionale, tra cui 277mila infermieri, ogni giorno in prima fila nelle strutture del Paese per garantire l’assistenza e i servizi di cura ai cittadini, a partire da quelli più fragili».
«Ringrazio per la proficua collaborazione le organizzazioni sindacali e l’Aran, ed il suo Presidente Antonio Naddeo, perché la firma dell’ipotesi di contratto del comparto sanità – ha sottolineato il presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga – è un passo in avanti importante per il Servizio sanitario e rappresenta un riconoscimento dovuto a categorie professionali, come infermieri e operatori socio sanitari che rappresentano uno dei pilastri su cui si basa l’organizzazione e la qualità del lavoro della nostra sanità».
Tra le forze politiche è arrivato il commento di Francesca Ruggiero, capogruppo in commissione Affari sociali del MoVimento 5 stelle, che ha parlato di «importante passo avanti sulla strada del riconoscimento del valore professionale dei lavoratori del comparto, dimostrato in maniera ancora più significativa durante la pandemia», mentre Elena Carnevali e Paola Boldrini, capogruppo del Partito democratico in commissione Affari sociali e Sanità, hanno espresso «grande soddisfazione per l’intesa raggiunta dall’Aran con tutti i sindacati rappresentativi di circa 550 lavoratrici e lavoratori del cd. comparto sanità. È una risposta con contenuti avanzati che Stato e Regioni danno ai professionisti e operatori sanitari e sociosanitari che in questi anni sono stati in prima linea nella vicenda pandemica, pagando di persona. Finalmente oltre al riconoscimento economico, rilevante è la costruzione di un percorso di carriera non solo gestionale ma soprattutto, professionale con la definizione di un nuovo sistema di incarichi che valorizza non solo economicamente le competenze e formazione. Un cambiamento fondamentale per la ricostruzione della sanità territoriale e ospedaliera prevista dal PNRR e alla attuazione del diritto alla salute nel mutato quadro epidemiologico del Paese».
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