Dopo sette anni di stallo, è giunto il momento del rinnovo del contratto per medici e infermieri? È braccio di ferro tra sindacati e Governo sulle cifre
Sette anni di stallo, molte promesse, poche risorse stanziate. Alla vigilia di un autunno che si preannuncia politicamente rovente, la questione irrisolta del rinnovo del contratto per il comparto medico-sanitario agita gli esponenti del settore, sindacati in primis. Ad accendere la miccia, le indiscrezioni diffuse dal segretario generale della Uil-Fpl, Giovanni Torluccio, che ha definito “insufficienti” le risorse ipotizzate dal Governo per i rinnovi contrattuali nella PA, stimate in 2,5 miliardi fino al 2018.
Somma ritenuta plausibile da diverse fonti ma molto distante da quella richiesta dai sindacati, ovvero 7 miliardi di euro per il rinnovo triennale: «Questa è la cifra che il Governo deve mettere sul piatto della bilancia, diversamente sarebbe ragionare sul nulla» ha avvertito nei giorni scorsi Nicola Turco, segretario generale Uil-Pa. Una cauta apertura è arrivata dal viceministro all’Economia, Enrico Morando: «Non escludo che la somma per il rinnovo dei contratti degli statali sia troppo esigua e che sia necessario aumentarla», ma precisando che occorrerà mantenersi «sotto la cifra indicata dai sindacati». Va ricordato, per orientarsi meglio tra le cifre, come il precedente rinnovo portò ad un accordo che per i camici bianchi valse aumenti medi lordi mensili di 260 euro (220 per i non medici), con punte fino a 357 euro per i primari.
Ciò che è certo, è che non si può pretendere una buona sanità senza investire negli operatori del settore, attraverso risorse economiche adeguate e certezze contrattuali. Al contrario, negli ultimi 7 anni medici e infermieri hanno patito un vero e proprio taglieggiamento salariale a causa del blocco degli stipendi e del parallelo aumento del costo della vita, continuando, tuttavia, ad adempiere al loro dovere con professionalità e spirito di abnegazione come sottolineato spesso dai rappresentanti di categoria. Sono ormai oltre 12 mesi che si discute del rinnovo, tema aperto dal Governo proprio su Sanità Informazione il 1° settembre del 2015. Dopo il raggiungimento dell’accordo quadro per la definizione delle aree e dei comparti, che consente all’area autonoma della dirigenza medica e sanitaria di disporre di un proprio contratto specifico, è arrivato un primo stop del Mef a causa di dubbi sulle necessarie coperture economiche.
Intanto, i camici bianchi attendono il momento di aprire i tavoli negoziali per il rinnovo del contratto dell’intera categoria medico-sanitaria. Dal ministro Madia, nelle scorse settimane, è stato annunciato un confronto tecnico presso ARAN che entro il 15 settembre dovrà formulare proposte per la legge di stabilità ed è stata assicurata disponibilità al confronto sul precariato e sul decreto delegato sul lavoro pubblico che deve produrre un testo unico sul pubblico impiego da emanare entro il 15 febbraio 2017. Accanto a questo si attendono le nuove assunzioni e le stabilizzazioni dei precari che possano anche alleggerire i medici e il personale sanitario dai turni massacranti coperti in questi anni di blocco del turn-over. Ricominciando, così, finalmente a investire nelle risorse umane e professionali che rappresentano il vero patrimonio del nostro Servizio Sanitario Nazionale.