«Nonostante le poche risorse a disposizione – sottolinea il sindacato – abbiamo aumentato le buste paga di tutti i dirigenti del Servizio sanitario nazionale, valorizzato il lavoro dei giovani, premiato le carriere»
È positivo il commento di Andrea Filippi, segretario nazionale della Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn, al testo del nuovo contratto della categoria, siglato la scorsa notte. «Vengono premiate le carriere gestionali e professionali – spiega -, e valorizzato finalmente il lavoro dei giovani neo assunti che prenderanno una retribuzione di posizione minima di 1.500 euro annue da subito: un fatto storico mai accaduto prima. Così come lo è l’aver previsto la certezza di ottenere un incarico dopo 5 anni di servizio, con una retribuzione che sale di 2.000 euro all’anno».
Inoltre, aggiunge il dirigente sindacale, «fondamentali anche i risultati ottenuti per attenuare il forte disagio che i medici vivono nelle gravi carenze di organico: aumentate le indennità di guardia da 50 a 100 euro, addirittura 120 nei pronto soccorso e, soprattutto, finalmente chi ha più di 62 anni può chiedere di essere esonerato dalle guardie. Risultati economici e normativi che segnano un solco con anni di assenza contrattuale. Con l’istituzione di un organismo paritetico, infine, nuovo strumento di relazioni sindacali, metteremo al centro il benessere dei lavoratori, come sulle questioni di salute e sicurezza, a partire dall’affrontare il tema dell’emergenza aggressioni al personale sanitario», conclude Filippi.
La Fp Cgil medici ha quindi raccolto in 7 punti il testo del nuovo contratto dei medici e dei dirigenti del Servizio sanitario nazionale. «Nonostante le poche risorse a disposizione – sottolinea il sindacato – abbiamo aumentato le buste paga di tutti i dirigenti del Servizio sanitario nazionale, valorizzato il lavoro dei giovani, premiato le carriere, aumentato la quota pensionabile e retribuito il disagio di chi lavora la notte». E «con 200 euro lordi di aumento medio mensile, finalmente riprendiamo potere contrattuale dopo oltre 10 anni di attesa».
Ecco i 7 punti dell’intesa, commentati dal sindacato:
1) I medici e dirigenti con più di 5 anni di anzianità avranno la certezza di avere un incarico. Chiarito l’obbligo delle aziende di dare un incarico retribuito a tutti, anche a coloro che hanno lavorato a tempo determinato, con o senza soluzione di continuità. Una svolta storica che finalmente riconosce l’intera anzianità a tutti;
2) La maggior parte dei medici con più di 5 anni di anzianità riceverà un aumento di 2.000 euro sulla retribuzione di posizione. Oltre all’aumento economico previsto per tutti i dipendenti pubblici, circa 30 mila medici passeranno da 3.600 euro a 5.500 euro di posizione;
3) Stop alle aziende che non riconoscono le carriere. Aumenta la parte fissa di tutte le posizioni gestionali e professionali, storicizziamo i fondi e le posizioni e aumentiamo la quota pensionabile. Il riconoscimento professionale non è più una ‘variabile’ aleatoria.
4) I giovani medici neoassunti anche sotto i 5 anni avranno una retribuzione fissa di posizione. Come mai successo prima d’ora passeranno subito da 0 a 1.500 euro annui;
5) La carriera professionale ha un grande valore, basta con l’appiattimento. Prima erano tutti fermi a 3.600 euro annui, o per i più fortunati a 4.500 euro, mentre ora si stabiliscono quattro step di posizioni fisse per gli incarichi professionali, che salgono da un minimo di 5.500 euro a 6.500 fino a un massimo 11.000 o 12.500 annui;
6) Una clausola di garanzia assicura a tutti una retribuzione di posizione certa in base all’anzianità e a prescindere dall’incarico: 5.000 euro al passaggio dei 5 anni, 6.000 al passaggio dei 15 anni e 7.000 al passaggio dei 20 anni;
7) L’indennità di guardia notturna sale da 50 a 100 euro per notte, 120 euro per chi lavora in pronto soccorso. Dopo i 62 anni a richiesta si può essere esonerati dalle guardie.