L’appello del presidente Michele Di Iorio al sindaco : «A Napoli si investa nella pulizia e sanificazione delle strade, la spazzatura è il primo ostacolo alla salute pubblica»
Nemmeno al Sud Italia si arresta l’ondata di contagi da Covid-19, in particolare nella città di Napoli. Alle farmacie spetta l’onere di mediare tra la popolazione e la mole di notizie spesso contrastanti da cui questa è bersagliata, diventando così, per il territorio, il primo dispensatore di informazione corretta e salute. E in particolare, in questa fase di crescente allerta, è fondamentale per la categoria porre in essere accorgimenti che se da un lato evitano il dilagare della psicosi, dall’altro consentano di lavorare in sicurezza e di tutelare la popolazione. Sanità Informazione ha intervistato il presidente di Federfarma Napoli, il dottor Michele di Iorio.
Presidente, nelle farmacie qual è la percezione dell’emergenza?
«Dopo la psicosi dei giorni scorsi la situazione si è molto ammorbidita, complice il fatto che le farmacie si sono attrezzate e il raziocinio ha prevalso sul panico immotivato. Il lavoro scorre tranquillo e la fornitura di mascherine e disinfettanti per le mani è tornata regolare, due fattori che hanno sicuramente contribuito a rasserenare gli animi. Molti cittadini hanno aumentato il loro livello di consapevolezza in materia di igiene e prevenzione. È cresciuta inoltre la domanda di integratori vitaminici, immunostimolanti. Stiamo lavorando attivamente per invitare la popolazione a non prendere per oro colato le notizie che arrivano dai social ma a fidarsi solo dei canali certificati, e le farmacie rappresentano certamente una fonte accreditata di informazione sul territorio».
Per i farmacisti sono state diramate linee guida apposite?
«Noi riceviamo in tempo reale tutte le circolari dell’OMS, dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Per questo è estremamente importante in questo momento utilizzare la farmacia come sportello informativo per tutto ciò che è necessario sapere e fare, sia per evitare il sovraffollamento degli studi medici, sia per impedire che nascano psicosi generate da una cattiva informazione».
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Lei crede che anche le farmacie dovrebbero dotarsi dei Dispositivi di Protezione Individuale richiesti a gran voce dai medici di medicina generale?
«Credo che al momento sia superfluo e controproducente. Allo stato attuale delle cose, se i farmacisti indossassero le mascherine allarmerebbero inutilmente la clientela generando quelle pericolose psicosi di cui sopra. Mettendo in atto le dovute precauzioni di igiene e prevenzione che valgono sempre, non solo in questa circostanza, i farmacisti svolgono il lavoro in totale sicurezza di se stessi e della clientela. L’ordinanza di sanificazione dei locali emanata dal sindaco di Napoli nei giorni scorsi, peraltro, risulta a mio parere superflua per le farmacie dal momento che queste sono già soggette al sistema HCCP, in base al quale devono ordinariamente e quotidianamente provvedere ad una serie di pulizie e controlli specifici. Fa specie a mio avviso vedere che il sindaco promuove una intensificazione dell’igiene nelle attività private mentre non pone la stessa attenzione nella cura dell’igiene collettiva. Mi riferisco alla pulizia delle strade spesso invase dalla spazzatura e dalla mancata sostituzione delle campane per la raccolta differenziata in molti casi obsolete e inutilizzabili. Credo che in tempi di epidemia provvedere alla sanificazione delle strade sia un punto assolutamente non trascurabile a fini di prevenzione e di salvaguardia della salute pubblica».
Nei giorni scorsi, al divampare dei focolai di epidemia in Italia, mascherine e gel igienizzanti andavano via come il pane e presto sono diventate introvabili o con prezzi alle stelle…
«La Guardia di Finanza ha effettuato controlli a tappeto nelle farmacie sul territorio chiedendo fattura, prezzo di acquisto e prezzo di vendita di questi prodotti. Ebbene, non è stato rilevato neanche un reato, nessun caso di abuso. Diverso è il caso per le rivendite online, dove grandissimi abusi su queste categorie merceologiche sussistono tuttora, e per le quali non è prevista alcuna forma di controllo, e questo è un fenomeno gravissimo. La Regione Campania ci ha chiesto, come forma di collaborazione, di preparare galenicamente il disinfettante per le mani laddove questo scarseggiasse nelle forme commerciali, rivendendola al prezzo fissato per l’amuchina. Iniziativa a cui abbiamo aderito ben volentieri, il paradosso è che non si trovano i contenitori, perché questi sono prodotti per gran parte in Cina, da dove si sa, ad oggi la merce transita con grande difficoltà e con tempistiche decuplicate».
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Sono stati siglati accordi particolari con la Regione nella gestione dell’emergenza?
«Sì. Da lunedì sarà in vigore un accordo sottoscritto dalla Regione Campania e da Federfarma Napoli che prevede che i pazienti cronici potranno evitare di recarsi personalmente dal medico di base, ma basterà una telefonata a quest’ultimo perché venga fornito il numero di ricetta redatto per la prescrizione, e il paziente con questo numero alla mano e la tessera sanitaria potrà recarsi direttamente in farmacia e sarà il farmacista ad occuparsi della stampa della ricetta e dell’erogazione del prodotto. Tutto questo al fine ovvio di evitare il sovraffollamento degli ambulatori e di tutelare in particolar modo le persone più vulnerabili a causa di patologie pregresse».
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