Il Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri al Congresso Fimmg illustra il piano per i nuovi posti in terapia intensiva e sub-intensiva: «Stiamo facendo ogni sforzo per evitare il ritorno della drammaticità dei primi mesi di emergenza»
«Stiamo facendo ogni sforzo per evitare il ritorno della drammaticità dei primi mesi di emergenza. Uno sforzo che devono fare tutti, cittadini e istituzioni. Il livello di attenzione e di responsabilità è molto alto, siamo comunque in presenza di una recrudescenza dell’epidemia che ha limiti e accenti diversi rispetto ad altri Paesi Ue». Queste le prime parole del Commissario straordinario per l’emergenza Domenico Arcuri quando si è fermato a parlare con i giornalisti a margine del Congresso della Federazione italiana di medici di Medicina Generale in corso a Villasimius.
Arcuri, che ha più volte ringraziato i medici per quello che hanno fatto «nei giorni terribili della pandemia, lavorando giorno e notte con dedizione sconosciuta», ha quindi fatto il punto sulla situazione dei posti in terapia intensiva e sub-intensiva: «All’inizio dell’epidemia erano 5179, cui si aggiungevano circa 6000 posti nei reparti di malattie infettive e pneumologiche. Al picco dell’epidemia siamo arrivati a 9500 posti in terapia intensiva e 30mila posti in questi reparti. Si tratta di un risultato straordinario. Ora ci siamo stabilizzati sui 7mila posti in terapia intensiva e 15mila nelle sub-intensive, ma abbiamo avviato un piano che porterà altri 3500 posti stabili in terapia intensiva e 4200 nelle su-intensive. Abbiamo concluso l’offerta per le attrezzature e redatto 21 accordi quadro per 600 interventi civili, spesso piccoli, alcuni dei quali potranno iniziare già dal prossimo mese».
Al momento sono circa 300 gli italiani ricoverati in rianimazione, quindi siamo ai limiti della normale gestione».
«Poi, ovviamente – ha aggiunto Arcuri – non servono solo i metri quadrati e le attrezzature ma anche e soprattutto risorse qualificate. E stiamo lavorando molto affinché anche questo possa succedere».
Arcuri ha quindi detto che la sua struttura da una settimana è stata coinvolta dal Ministro Speranza anche nell’acquisizione di un numero importante di vaccini antinfluenzali per correre in soccorso a quelle regioni, come la Lombardia, che non hanno un numero sufficiente di dosi.
E sul rafforzamento della medicina del territorio: «Occorre dotarla di strumenti di primo intervento. Oggi, rischiamo di meno l’entropia nelle terapie intensive e di più nei presidi ospedalieri. Quella dei medici di famiglia quindi è una funzione sempre più centrale nel contenimento della seconda ondata. Se abbiamo un filtro, riusciamo di più e meglio ad affrontare la situazione».
Infine, un passaggio sul lavoro fatto in questi mesi in merito alle mascherine e ai respiratori: «Dobbiamo essere orgogliosi di avere raggiunto un’autonomia nazionale. Ogni giorno distribuiamo 11 milioni di mascherine in 18mila scuole, e le produciamo da soli. In nessun altro luogo del mondo è stata fatta questa riconversione industriale. Su questo – ha concluso – dobbiamo stare tranquilli».
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