Sono solo venti gli Ordini dei Medici che hanno ricevuto dalle Asl gli elenchi dei non immunizzati. Il presidente della Federazione nazionale: «La legge è chiara, oggi chi lavora senza la vaccinazione commette un reato e la magistratura deve intervenire»
I sanitari non vaccinati e sospesi dall’Albo professionale non possono concretamente esercitare. Ma l’80% di loro continua a farlo «perché la legge non è applicata». Lo riferisce all’Adnkronos Salute Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici Chirurghi e degli odontoiatri.
La legge stabilisce che individuare gli iscritti che non si sono immunizzati non spetta agli Ordini professionali ma alle Asl. Ma ad oggi, secondo il monitoraggio FNOMCeO, gli Ordini dei medici che hanno ricevuto elenchi parziali dei non immunizzati e hanno proceduto con la sospensione dall’Albo sono solo una ventina. «In Italia abbiamo 106 Ordini in Italia – precisa Anelli –. Per questo, almeno teoricamente, possiamo dire che l’80% degli operatori sanitari che dovevano essere sospesi perché non vaccinati sono ancora attivi».
Si tratta di una stima incerta ma che denota «una situazione grave che ha molte conseguenze spiacevoli – prosegue Anelli -. La mancata applicazione della legge sta determinando una non credibilità dell’istituzione. Le norme vanno applicate – continua il presidente FNOMCeO -. Posso capire che ci siano problemi di tenuta del sistema se si escludono dal lavoro operatori necessari, ma la legge deve essere o applicata o cancellata, non c’è una terza via».
Anelli denuncia la difficoltà degli Ordini «a garantire delle liste chiare» di professionisti sanitari abilitati a lavorare. «Un medico che risulta iscritto all’Albo può esercitare – ricorda – ma se non ha i requisiti previsti dalla legge e questo non ci viene segnalato dalle Asl c’è una difficoltà da parte nostra nel garantire ciò che il nostro ruolo richiede e la possibilità dei cittadini di essere informati».
Il fatto è che non ci sono controlli per verificare la corretta applicazione della legge. «Se non si riesce a far rispettare questa norma la si elimini – evidenzia Anelli -. Ci sono Asl che chiudono gli occhi – denuncia – e non solo per i medici: infermieri, psicologi, terapisti, tecnici di laboratorio. Tutti devono essere vaccinati per poter lavorare. La legge è questa, va rispettata».
La legge parla chiaro: la vaccinazione è un requisito fondamentale per poter esercitare la professione sanitaria. I medici sospesi per non aver fatto il vaccino anti-Covid possono essere utilizzati «per compiti che non siano da medico» sottolinea Anelli aggiungendo che «oggi chi lavora senza la vaccinazione commette un esercizio abusivo della professione. Si tratta di un reato e deve intervenire la magistratura» conclude Anelli.
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