Il decreto fisco-lavoro è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale. La FNO TSRM e PSTRP e la Commissione di albo nazionale del Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro «esprimono sconcerto per le modifiche introdotte, auspicandone una pronta modifica»
Approvato dal Consiglio dei ministri venerdì scorso, il decreto fisco-lavoro, collegato alla Legge di Bilancio 2022, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Entra in vigore oggi 22 ottobre e sarà presentato alle Camere per la conversione in legge.
Il decreto introduce alcune misure in materia di sicurezza sul lavoro. Nell’art. 13 del DL Fiscale sono rafforzate le sanzioni già previste dal testo unico su salute e sicurezza. Le norme approvate consentiranno di intervenire con maggiore efficacia sulle imprese che non rispettano le misure di prevenzione o che utilizzano lavoratori in nero.
In caso di gravi violazioni delle norme di sicurezza o se il 10% dei lavoratori presente sul luogo di lavoro risulta occupato in nero, l’Inail potrà sospendere l’attività. «Non è più richiesta alcuna “recidiva” ai fini della adozione del provvedimento che scatterà subito a fronte di gravi violazioni prevenzionistiche» si legge nella nota del Governo.
La nuova disciplina prevede anche l’impossibilità, per l’impresa destinataria del provvedimento, di contrattare con la pubblica amministrazione per tutto il periodo di sospensione. Per poter riprendere l’attività produttiva è necessario non soltanto il ripristino delle regolari condizioni di lavoro «ma anche il pagamento di una somma aggiuntiva di importo variabile a seconda delle fattispecie di violazione». L’importo è raddoppiato se, nei cinque anni precedenti, la stessa impresa ha già avuto un provvedimento di sospensione.
La Federazione nazionale TSRM e PSTRP e la Commissione di albo nazionale del Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro, a cui afferiscono circa 11.000 professionisti della prevenzione, esprimono «sconcerto per le modifiche introdotte, auspicandone una pronta modifica».
«Le disposizioni previste nell’art. 13 del DL Fiscale – spiega la Federazione – rappresentano infatti un salto indietro di decenni rispetto ai risultati che dal 1978, con l’istituzione del SSN e l’impegno nella Prevenzione, sono stati raggiunti in merito alla riduzione degli infortuni, anche mortali, sul lavoro. Di contro, se da un lato i dati statistici ufficiali attestano in modo inequivocabile una costante diminuzione di questa tipologia di infortuni, dall’altro va considerato come gli stessi rappresentino ancora una situazione emergenziale e drammatica, che esige riforme efficaci ed efficienti a salvaguardia della salute dei cittadini lavoratori».
Le modifiche apportate dal Decreto in tema di sicurezza «appaiono incomprensibili – prosegue – anche per la mancanza dei necessari riferimenti alle varie competenze che sono essenziali per il corretto funzionamento del sistema». Il Decreto, secondo la Federazione, «sembra porsi come obiettivo principale la revisione del sistema sanzionatorio, la cui efficacia si è rivelata negli anni quasi nulla, anziché investire in azioni atte a favorire la prevenzione primaria, senza tener conto di tutte le evidenze tecnologiche e scientifiche che in questi anni si sono sviluppate nel mondo del lavoro e della prevenzione. Uno Stato moderno ed una Società civile devono investire nell’educazione e nella prevenzione piuttosto che nella pena».
«Negli ultimi 14 anni – continua la nota della Federazione dei tecnici sanitari – abbiamo avuto 15 mila morti sul lavoro e 10 milioni di infortuni, con una media di 700 mila infortuni l’anno. Quest’anno, nei primi 8 mesi, siamo già a 772 morti. La gravità di questi dati richiede interventi urgenti ed organici che non possono prescindere dall’indispensabile coinvolgimento di tutte le parti coinvolte e preposte a garantire la salute e sicurezza nel mondo del lavoro».
La Federazione auspica «che in fase di conversione si proceda con una sostanziale modifica dell’art. 13 del DL Fiscale, rendendoci immediatamente disponibili ad un costruttivo confronto con tutte le parti istituzionali, politiche e professionali coinvolte e interessate ad avviare un reale processo di riforma che persegua in modo efficace e concreto la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori» conclude.
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