«Per attivare la procedura occorre il ‘sistema d’interscambio’: ecco come funziona» così Emanuela Marino dell’Ufficio relazioni con il pubblico dell’OMCeO Roma parla delle novità in materia per studi medici e odontoiatrici
Anno nuovo, vita nuova. Almeno per quanto riguarda la fatturazione. Infatti dal primo gennaio 2019, scatta l’obbligo di fatturazione elettronica tra privati e la carta finisce nel cassetto. A doversi mettere in regola per non incorrere in sanzioni tutti gli studi medici e odontoiatri: ma cosa serve per emettere la cosiddetta ‘e-fattura’? Quanto tempo occorre e come si conserva? Queste solo alcune delle domande che i professionisti sanitari si stanno ponendo per prepararsi a questa nuova procedura pronta al debutto. A chiarirci le idee Emanuela Marino dell’Ufficio relazioni con il pubblico dell’OMCeO Roma che Sanità Informazione ha intervistato.
Da gennaio 2019 studi medici e odontoiatrici saranno obbligati a emettere le fatture elettroniche: cosa cambia per il medico?
«L’obbligo della fatturazione elettronica è stato esteso a tutti i professionisti nei rapporti con il cliente privato, dato che nei confronti della Pubblica amministrazione l’obbligo è già in vigore, quindi anche nei confronti della struttura sanitaria: per esempio all’interno di ambulatori o poliambulatori il medico che fattura alla struttura dovrà fare la fatturazione elettronica, quindi non ci sarà più la possibilità di fare fatture cartacee. Questo è sostanzialmente quello che cambia: non si potranno fare più cartacee, ma dal 1° gennaio 2019 sia nei confronti della PA, per la quale l’obbligo era già in vigore l’obbligo, sia nei confronti di chiunque altro, sarà sempre e soltanto vigente la fatturazione elettronica».
A proposito, la fatturazione elettronica per quali aspetti si differenzia da una fattura cartacea?
«Sostanzialmente gli elementi sono gli stessi: quello che cambia è il mezzo, quindi la fattura elettronica viene redatta un Pc, un tablet o uno smartphone, deve essere trasmessa elettronicamente al cliente tramite ‘sistema di interscambio’ e deve essere conservata digitalmente per 10 anni. Viene trasmessa lo stesso giorno dell’emissione, ma questo avviene anche per la fattura cartacea. Quindi fondamentalmente gli elementi saranno gli stessi: ci sarà sempre nome e cognome del paziente e codice fiscale, si potrà aggiungere la Pec e l’importo ovviamente, però tutta la documentazione sarà elettronica e non è più cartacea».
Per quanto riguarda questo sistema di interscambio, come funziona? Sarà necessaria della formazione o si tratta di un programma semplice?
«L’Agenzia delle entrate ha messo a disposizione un software gratuito che si può scaricare direttamente dal sito dell’agenzia e ha anche una guida fatta molto bene su come si utilizza. Come sostenuto dall’Agenzia delle Entrate questo software non è particolarmente sofisticato, ovviamente non è per chi fa mille fatture al giorno – in quel caso occorre utilizzare altri strumenti informatici -, però non sembra particolarmente complesso, non da necessitare addirittura una formazione. In ogni caso quello che consigliamo è comunque di sentire i propri commercialisti, nella maggior parte dei casi preparati per affrontare questo problema e di gestirlo insieme ai loro clienti medici e odontoiatrici».
Il paziente potrà pretendere comunque una versione cartacea della fattura o in formato pdf?
«Sì, assolutamente sì, si può richiedere la fattura cartacea stampata di quella elettronica, quindi non una fattura cartacea diversa da quella elettronica ma avere la stampa di quella elettronica. Potrà comunque in ogni caso consultare tutte le proprie fatture nell’area riservata dell’Agenzia delle Entrate che ognuno di noi ha all’interno del sito».
Con quanto anticipo gli studi medici dovranno dotarsi di questi strumenti informatici?
«Dato che l’obbligo parte dal 1° gennaio è consigliabile che tutti i medici e odontoiatri si attivino al più presto per mettere in atto ogni azione utile per essere in regola. Sicuramente il primo passo da fare è quello di contattare il proprio commercialista, poi bisognerà che tutti abbiano la Pec (perché ad oggi non tutti ce l’hanno) ed aprire il cassetto fiscale nell’Agenzia delle Entrate, quindi avere le credenziali per entrare in questa famosa area riservata e gestire anche da lì. Ci sono degli adempimenti da fare, ovviamente il 2019 è praticamente domani, quindi bisogna attivarsi il prima possibile per avere tutti questi elementi in modo da arrivare preparati».