«Un risultato che non esito a definire straordinario – commenta il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – soprattutto se si considera che è stato ottenuto in un anno di assoluta emergenza a causa della pandemia da Covid-19»
La Fondazione Enpam, l’Ente di previdenza di medici e odontoiatri, ha chiuso il proprio bilancio 2020 con un utile d’esercizio positivo pari a circa 1,221 miliardi di euro, spianando la strada a nuovi aiuti per gli iscritti. «Un risultato che non esito a definire straordinario – commenta il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti – soprattutto se si considera che è stato ottenuto in un anno di assoluta emergenza a causa della pandemia da Covid-19».
Il patrimonio netto dell’ente è cresciuto del 5,5% rispetto al 2019, toccando quota 24 miliardi di euro, un risultato che raggiunge quota 26 miliardi se calcolato a valori di mercato. La gestione degli investimenti dell’ente ha fatto registrare un risultato netto positivo superiore a 435 milioni di euro, tra gestione patrimoniale mobiliare e immobiliare. Il tutto in un anno, è il caso di ricordarlo, in cui i mercati finanziari hanno registrato un andamento circa quattro volte inferiore a quello del 2019.
Nel 2020 la Fondazione ha avuto ricavi da contributi previdenziali per circa 3,235 miliardi di euro e ha erogato prestazioni per un totale di circa 2,383 miliardi di euro. Il tutto per un saldo positivo della sola gestione previdenziale uguale a circa 852 milioni di euro. Si tratta di un valore in calo rispetto a quello del 2019, quando l’analogo saldo era stato pari a poco più di un miliardo di euro. Questo perché le prestazioni hanno subito un aumento di circa 414 milioni di euro su tutte le gestioni. In particolare, la Quota B ha registrato un aumento degli oneri dovuto alle misure introdotte per fronteggiare la crisi economica da Covid -19, con i Bonus Enpam, che da soli hanno assorbito risorse straordinarie per circa 176 milioni di euro.
«Questi dati sconfessano in pieno le fosche previsioni del passato sulla nostra capacità di riformare la previdenza dei medici e degli odontoiatri – osserva Oliveti –. Tutti profetizzavano infatti bilanci negativi per l’Enpam, e invece oggi non solo il nostro saldo è ampiamente positivo, ma ciò avviene anche dopo un anno di drammatica emergenza pandemica»
Risultati straordinari nell’anno del Covid, che non solo permettono di rispettare gli equilibri attuariali di lungo periodo, ma danno ora la possibilità a Enpam di concedere due nuovi sussidi ai propri iscritti, che si vanno ad aggiungere alle tante misure di sostegno già adottate nel corso di questa pandemia. Ai professionisti contagiati andranno indennità dai 600 ai 5.000 euro a cui si aggiungono ulteriori somme specifiche per i familiari di tutti i medici e odontoiatri caduti.
L’indennità per i contagiati è destinata a tutti i medici e dentisti liberi professionisti che hanno contratto il coronavirus (test positivo). Il sussidio, rivolto agli iscritti della Quota B, è proporzionale allo stato di malattia. Si parte dalla forma più lieve con isolamento obbligatorio per positività al Covid (600 euro), per passare a una forma intermedia con ricovero ospedaliero, inclusa la degenza in terapia subintensiva (3.000 euro), sino al livello massimo di severità della patologia con il ricovero in terapia intensiva (5.000 euro). Da notare che le somme indicate sono riferite ai contribuenti che pagano la Quota B intera. Per chi ha scelto un’aliquota ridotta (la metà o il 2 per cento) l’indennità è riproporzionata, mentre per i pensionati corrisponde alla metà di quella stabilita per gli iscritti attivi. Considerando che i morti, a oggi, sono stati purtroppo almeno 358, i potenziali beneficiari dell’indennità di contagio potrebbero essere migliaia.
La seconda nuova misura di sostegno riguarda invece le spese funerarie in caso di decesso per Covid di un iscritto. L’Enpam si farà infatti carico dell’intero importo, fino a 5.000 euro. Questo sussidio riguarderà tutti gli iscritti indipendentemente dal Fondo di appartenenza o dal reddito dichiarato. Il contributo coprirà gli eventi successi a partire dalla proclamazione dello stato di emergenza nazionale.
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