Il vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma: «Riformare il sistema formativo, dall’accesso a Medicina alle borse di specializzazione»
Cogliere l’opportunità della legge di Bilancio per chiudere definitivamente la partita degli ex specializzandi con una transazione. L’occasione è rappresentata dall’emendamento annunciato dal senatore Antonio Saccone (UDC); l’auspicio è di Stefano De Lillo, vicepresidente dell’Ordine dei Medici di Roma e già senatore, veste nella quale si è impegnato per una soluzione politica alla vicenda.
«Spero che il Governo colga questa occasione per chiudere una vicenda che coinvolge da tanti anni quelle generazioni di specializzandi che, durante la scuola di specializzazione, furono penalizzati dal mancato recepimento delle direttive europee», commenta De Lillo a Sanità Informazione.
I medici che hanno frequentato la scuola di specializzazione tra il 1978 ed il 2006, infatti, non hanno ricevuto il trattamento economico previsto dall’Europa. E adesso, secondo De Lillo, proprio i fondi europei messi a disposizione degli Stati Membri per affrontare le conseguenze della pandemia da Covid-19 potrebbero rappresentare una soluzione al problema. «Forse – spiega – proprio i fondi che stanno arrivando dall’Europa possono dare la copertura economica necessaria ad una transazione tra Stato ed ex specializzandi che negli anni potrebbe far risparmiare molti soldi alla collettività e, al contempo, risarcire i medici di quanto gli spetta».
Una soluzione che l’Ordine dei Medici di Roma, il più grande in Italia, ha da tempo sostenuto: «L’OMCeO – commenta il vicepresidente – si è sempre schierato al fianco dei medici e delle loro giuste rivendicazioni in tema di risarcimenti. L’Ordine non può intervenire direttamente sulla vicenda, ma i colleghi devono sapere che siamo al loro fianco».
De Lillo, poi, rivolge un pensiero anche a chi quelle scuole di specializzazione le sta frequentando oggi. O, meglio, vorrebbe iniziare a frequentarle: «Vorrei che il governo migliorasse i criteri di programmazione attutati finora, sia in tema di accesso alle Facoltà di Medicina che di borse di specializzazione e di formazione in Medicina Generale».
Una riforma a tutto tondo del sistema formativo, quindi, necessaria per De Lillo per «colmare le carenze di personale che si sono manifestate in modo importante soprattutto in questi mesi di emergenza sanitaria».
«Per quanto riguarda l’accesso universitario – spiega De Lillo – è necessario superare l’attuale metodo di selezione che ha completamente fallito; in merito alla formazione post-laurea, poi, bisogna aumentare le borse di specializzazione in rapporto sia al numero dei medici laureati che alle esigenze del Sistema sanitario nazionale».
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