Il parere pro veritate: «Senza normative e sentenze chiare e univoche, la prescrizione ad oggi non è decorsa». Consulcesi: «Pronta nuova azione collettiva»
La partita dei rimborsi ai medici ex specializzandi è ancora aperta. Secondo una recente interpretazione giuridica la vicenda dei camici bianchi che non hanno ricevuto la corretta remunerazione durante la scuola di specializzazione in Medicina (in aperta violazione delle direttive Ue in materia) non sarebbe ancora andata in prescrizione.
Secondo lo studio «in assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi, non si è formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione». In particolare, secondo quanto evidenziato nel parere: «La situazione di grave incertezza, oltre che allo Stato legislatore, che ha pervicacemente disatteso i suoi obblighi anche quando ha emanato leggi espressamente definite di adempimento, è riconducibile ai tempi occorsi alla giurisprudenza nazionale per pervenire ad una definizione del rimedio ed anche all’Avvocatura dello Stato, anch’essa tenuta all’obbligo di leale collaborazione, la quale ha sollevato eccezioni di ogni tipo. Solo dal 2011 – si legge ancora – lo Stato, attraverso l’elaborazione giurisprudenziale, ha messo a disposizione dei soggetti lesi dal suo inadempimento un sufficientemente certo e perciò effettivo rimedio giurisdizionale e può, quindi, iniziare a decorrere la prescrizione decennale».
Un’interpretazione in linea con ciò che ha sempre sostenuto Consulcesi, realtà leader nell’assistenza legale in sanità che ha fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro ai medici specialisti. «Seppur certi delle nostre tesi – spiegano i legali Consulcesi – abbiamo sempre messo al primo posto la tutela dei medici e, con un senso di forte lealtà nei loro confronti, avevamo sospeso le azioni laddove il quadro giuridico sulla prescrizione presentava differenti interpretazioni. Ora, invece, forti di questo parere, che conferma le nostre tesi, invitiamo tutti i medici che ancora non lo hanno fatto ad attivarsi per il recupero delle somme dovute dallo Stato ed incoraggiamo e sosteniamo tutti coloro che sono in attesa dell’esito positivo dei procedimenti pendenti».
Nel nuovo quadro che si delinea, lo Stato sarà oggetto di una nuova valanga di ricorsi, da cui potrebbero derivare ulteriori e più salati esborsi a carico delle casse erariali. Il tutto, aggravando ulteriormente il lavoro dei già oberati tribunali italiani, senza che sia mai stata individuata una soluzione politica attraverso un accordo transattivo per porre fine alla lunga vertenza, come previsto dal Ddl 2400 durante la scorsa legislatura.
«Il parere – sottolinea Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi – rappresenta la più autorevole, indipendente e credibile conferma della permanenza ancora oggi del diritto al risarcimento per i medici che hanno svolto i corsi di specializzazione dal 1978 e che la prescrizione non è decorsa. Questo parere smentisce tutti i detrattori e dà forza a chi da sempre ci sostiene e crede nella battaglia che noi per primi abbiamo affrontato e vinto, cambiando la giurisprudenza grazie alle pionieristiche tesi portate avanti dai nostri legali. Consulcesi continua a dimostrare di essere l’unica realtà legale affidabile in Italia. Per questo – conclude il Presidente Tortorella – lanciamo subito una nuova azione collettiva per dare a tutti i medici l’opportunità di far valere il loro diritto, mettendo a disposizione oltre mille consulenti che rispondono al numero verde 800.122.777 e direttamente sul sito internet www.consulcesi.it».
Il parere: «Senza normative e sentenze chiare e univoche, la prescrizione ad oggi non è decorsa». Consulcesi: «Pronta nuova azione collettiva»
La partita dei rimborsi ai medici ex specializzandi è ancora aperta. Secondo il parere pro veritate del Prof. Avv. Sergio Di Amato (già magistrato e presidente della Terza Sezione civile della Corte di Cassazione, veste nella quale ha maturato una approfondita esperienza sui temi della responsabilità civile), la vicenda dei camici bianchi che non hanno ricevuto la corretta remunerazione durante la scuola di specializzazione in Medicina (in aperta violazione delle direttive Ue in materia) non sarebbe ancora andata in prescrizione.
Secondo lo studio «in assenza di sentenze e normative chiare ed univoche sulla posizione dei medici immatricolati dal 1978 in poi, non si è formata la certezza del diritto necessaria per il decorso della prescrizione». In particolare, secondo quanto evidenziato nel parere: «La situazione di grave incertezza, oltre che allo Stato legislatore, che ha pervicacemente disatteso i suoi obblighi anche quando ha emanato leggi espressamente definite di adempimento, è riconducibile ai tempi occorsi alla giurisprudenza nazionale per pervenire ad una definizione del rimedio ed anche all’Avvocatura dello Stato, anch’essa tenuta all’obbligo di leale collaborazione, la quale ha sollevato eccezioni di ogni tipo. Solo dal 2011 – si legge ancora nel parere redatto da Di Amato – lo Stato, attraverso l’elaborazione giurisprudenziale, ha messo a disposizione dei soggetti lesi dal suo inadempimento un sufficientemente certo e perciò effettivo rimedio giurisdizionale e può, quindi, iniziare a decorrere la prescrizione decennale».
Un parere in linea con ciò che ha sempre sostenuto Consulcesi, realtà leader nell’assistenza legale in sanità che ha fatto riconoscere oltre 530 milioni di euro ai medici specialisti. «Seppur certi delle nostre tesi – spiegano i legali Consulcesi – abbiamo sempre messo al primo posto la tutela dei medici e, con un senso di forte lealtà nei loro confronti, avevamo sospeso le azioni laddove il quadro giuridico sulla prescrizione presentava differenti interpretazioni. Ora, invece, forti di questo parere, che conferma le nostre tesi, invitiamo tutti i medici che ancora non lo hanno fatto ad attivarsi per il recupero delle somme dovute dallo Stato ed incoraggiamo e sosteniamo tutti coloro che sono in attesa dell’esito positivo dei procedimenti pendenti».
Nel nuovo quadro che si delinea, lo Stato sarà oggetto di una nuova valanga di ricorsi, da cui potrebbero derivare ulteriori e più salati esborsi a carico delle casse erariali. Il tutto, aggravando ulteriormente il lavoro dei già oberati tribunali italiani, senza che sia mai stata individuata una soluzione politica attraverso un accordo transattivo per porre fine alla lunga vertenza, come previsto dal Ddl 2400 durante la scorsa legislatura.
«Il parere del Prof. Avv. Di Amato – sottolinea Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi – rappresenta la più autorevole, indipendente e credibile conferma della permanenza ancora oggi del diritto al risarcimento per i medici che hanno svolto i corsi di specializzazione dal 1978 e che la prescrizione non è decorsa. Questo parere smentisce tutti i detrattori e dà forza a chi da sempre ci sostiene e crede nella battaglia che noi per primi abbiamo affrontato e vinto, cambiando la giurisprudenza grazie alle pionieristiche tesi portate avanti dai nostri legali. Consulcesi continua a dimostrare di essere l’unica realtà legale affidabile in Italia. Per questo – conclude il Presidente Tortorella – lanciamo subito una nuova azione collettiva per dare a tutti i medici l’opportunità di far valere il loro diritto, mettendo a disposizione oltre mille consulenti che rispondono al numero verde 800.122.777 e direttamente sul sito internet www.consulcesi.it».