Il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri punta sulla formazione, universitaria e continua, dei farmacisti. Mandelli (Fofi): «La pandemia ha portato il farmacista a svolgere un ruolo fondamentale all’interno della sanità italiana»
L’Italia in questo momento sta attraversando «un mare in tempesta», ovvero la pandemia, ma abbiamo una «rotta da percorrere» che, da un lato, «conduce il Paese in un porto sicuro e fuori dai guai» e, dall’altro, «porta il farmacista a svolgere un ruolo fondamentale all’interno della sanità italiana». Così Andrea Mandelli, Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi) ha aperto i lavori di FarmacistaPiù, il congresso della farmacia italiana arrivato alla sua VIII edizione.
Obiettivi da realizzare nel prossimo futuro: mettere «a regime le vaccinazioni anti-Covid e antinfluenzali», in quanto adesso «si tratta di due sperimentazioni». In realtà, esiste anche una «terza sperimentazione», quella della «remunerazione aggiuntiva». Si tratta di un «percorso che termina l’anno prossimo ed è necessario andare a definire un nuovo modello di remunerazione entro la finanziaria del 2023 altrimenti ci ritroviamo di nuovo punto e accapo, con conseguente disastro in termini di motivazioni dei colleghi». A parlare è Marco Cossolo, Presidente di Federfarma, che dal palco di FarmacistaPiù elenca quali sono i prossimi step che la farmacia italiana deve assolutamente fare per affrancarsi dal passato. «Questo perché – spiega ancora – se il primo gennaio del 2023 ci ritroviamo nella stessa situazione dell’agosto 2021 noi avremo perso la fiducia dei colleghi.
Altro punto è «una convenzione che ha un atto di indirizzo del 2017, quando esisteva una farmacia molto diversa da quella di oggi. È necessario riscrivere questo atto. Al momento, abbiamo un patto che è il Pnrr, in cui il ruolo della farmacia viene descritto nella missione 5. Ciò vuol dire che è finanziato strutturalmente. Sono confidente che il ruolo delle farmacie verrà puntualizzato come si deve». Ma per riuscirci si dovrà «creare un gruppo di lavoro apposito e mettere i principi nero su bianco». Solo a seguito di tutto ciò «possiamo scrivere l’atto di indirizzo della convenzione». Tutto ciò va fatto «tra la fine del 2022 e l’inizio del 2023», ovvero «con questo governo. Perché o lo facciamo con questo Governo o non lo faremo più. Questo perché l’attuale esecutivo ha visto concretamente cosa possono fare le farmacie. Con un altro Governo partiremmo da zero. Una volta fatto questo, avremo fatto l’Italia. Poi ci toccherà fare gli italiani. Con questo intendo che dovremo cominciare a girare tutta Italia per spiegare ai colleghi tutto quel che è stato fatto», ha concluso.
L’emergenza pandemica ha determinato una «spinta energica» sul processo di «cambiamento e di evoluzione della professione» di farmacista. Evoluzione della farmacia come «hub sanitario del territorio in cui convergono, anche in modo virtuale, le competenze multidisciplinari dei team assistenziali». Non solo dunque le «competenze del farmacista, ma anche le competenze di tutti gli operatori, che devono saper sviluppare una interlocuzione più efficace». Secondo il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, in questo contesto «se il ruolo della farmacia e della professione stanno cambiando, e tanto più la farmacia si connota come centro polifunzionale di servizi socio sanitari, tanto più deve essere riconosciuta la figura del farmacista dal punto di vista delle conoscenze. Abbiamo la necessità – ha concluso – che il farmacista sia sempre più formato. Formato prima dall’Università e poi sul versante della formazione continua».
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