Sileri ha annunciato il no a ulteriori proroghe per la formazione obbligatoria, dal 1 gennaio via alle sanzioni. Il presidente del Consiglio nazionale degli Psicologi chiede di valorizzare l’aggiornamento continuo senza farlo vivere agli iscritti come un mero adempimento burocratico
Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri è stato chiaro: sull’obbligo formativo per il personale sanitario non ci saranno ulteriori proroghe o deroghe, questi saranno gli ultimi tre mesi per assolvere ai trienni 2014-16 e 2017-19, prorogati fino al 31 dicembre 2021. Il 2022 sarà quindi l’anno di controlli e sanzioni, che spetteranno ai singoli Ordini professionali e saranno indirizzati a chi non abbia completato i 150 crediti ECM previsti per legge a triennio. I primi avvertimenti sono già stati inviati agli iscritti, capofila FNOMCeO. La formazione, ha detto Sileri, «è un dovere deontologico, confido che non vi sarà necessità di arrivare fino alle sanzioni».
Sanità Informazione ha raggiunto il presidente del Consiglio nazionale degli Ordini degli Psicologi David Lazzari, per una panoramica su quello che accadrà nel mondo dei professionisti della salute mentale.
«Non sono io a prendere le decisioni ma tutto il Consiglio – ha specificato – a cui porterò all’attenzione la tematica per una posizione unanime. Ci teniamo ad informare gli iscritti su quali sono i loro obblighi e quello dell’aggiornamento è tra questi». Quella dello psicologo, del resto, è una delle professioni che più si aggiorna, ha voluto ricordare Lazzari, e in questo si chiede un passo in più al Ministero.
«Prima dell’inizio della pandemia si è discusso con gli altri Ordini professionali sanitari sulla necessità di una revisione del sistema ECM, per renderlo più flessibile e più adeguato ai nuovi bisogni professionali – ha spiegato -. Questo discorso è stato un po’ accantonato per il Covid-19, ma adesso è venuto il momento di riprenderlo perché il sistema ECM deve essere una risorsa da tutti i punti di vista e bisogna farlo vivere ai professionisti come tale».
Gli psicologi operano in vari contesti, ha ricordato il presidente Lazzari, «dal mondo del lavoro, al marketing alla comunicazione». «Non solo nel servizio sanitario nazionale, – ha aggiunto – quindi è chiaro che noi abbiamo bisogno che siano rappresentati adeguatamente anche i nostri obbiettivi formativi, ma la questione non è ancora stata definita».
Decisioni che dovrebbero passare attraverso quella Consulta delle Professioni Sanitarie che lo stesso Ministero ha istituito. «L’obbiettivo del Ministero deve essere quello di premiare chi si aggiorna e mostrare ai sanitari quanto la formazione costante sia importante» ha aggiunto. Non deve essere rappresentata «come adempimento burocratico» ma come punto fermo per garantire assistenza di prim’ordine ai propri pazienti.
«Prima della pandemia – ha concluso Lazzari – gli Ordini sanitari avevano raggiunto su questo tema un’intesa di massima molto importante, che comprendeva il rendere più flessibile il sistema ECM, snellirlo e valorizzare la formazione sul campo, incentivando il ruolo degli Ordini. Quello che chiediamo è che le professioni sanitarie diventino realmente protagoniste del loro aggiornamento».
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