Speranza alla seconda Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, sociassistenziale e del volontariato. «Il paese ha retto la pandemia grazie a uno straordinario SSN. I vaccini ci mettono nelle condizioni di piegare la curva senza ricorrere a chiusure generalizzate»
L’idea di istituire – con la Legge n. 155 del 13 novembre 2020 – la ricorrenza civile della Giornata Nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato è stata del regista Ferzan Ozpetek e del paroliere Mogol.
La scelta del 20 febbraio non è stata casuale: una data simbolo in memoria delle vittime, una data indelebile scolpita nella memoria di tutti. Con la scoperta a Codogno del paziente 1, infatti, il Sars-Cov-2 arriva in Italia e un lungo periodo di paura e dolore travolge la vita di migliaia di persone. Il personale sanitario è chiamato a lottare in prima linea contro un nemico sconosciuto. E lo fa senza mai sottrarsi alla fatica e agli ostacoli con passione, sacrificio e senso di responsabilità.
La seconda edizione della Giornata, targata Fnomceo, si è celebrata alla presenza del Ministro della Salute Roberto Speranza, delle altre autorità e dei rappresentanti di categoria. L’iniziativa simbolica e solenne ha costituito un forte segnale di riconoscimento e vicinanza per tutti i professionisti della salute che hanno impegnato e continuano a impegnare le proprie risorse professionali e umane nella lotta al virus. Ne vuole onorare il lavoro, l’impegno e l’abnegazione dimostrate nel corso della pandemia. La targa affissa testimonia e ricorda il sacrificio di ben 370 medici deceduti nel corso di questa terribile pandemia. «Un sacrificio che ha consentito di curare oltre 12 milioni di cittadini positivi al Covid 19 di cui 10.700.000 sono guariti, nella stragrande maggioranza a domicilio, grazie all’impegno dei “curanti” e al fondamentale contributo di tutti gli operatori della sanità» ha sottolineato il Presidente Fnomceo Filippo Anelli.
«È il momento del ricordo – ha evidenziato a Sanità Informazione Antonio Magi presidente dell’Ordine dei medici di Roma – in cui la cittadinanza e la politica si uniscono alla categoria. Serve a noi come sprone per continuare a fare il nostro dovere nel migliore dei modi e alla politica per capire e correggere cosa non è andato. Si fa strada l’idea di riformare una sanità del territorio in maniera importante. L’obiettivo è creare un’equipe di professionisti che lavora insieme per gestire i cronici oltre ai malati Covid» ha sottolineato.
Il soprano di fama internazionale Maria Carfora, volto e voce nota di Rai Italia e Radio Rai, ha aperto le celebrazioni eseguendo l’Inno nazionale italiano. I brani musicali scelti costituiscono un omaggio alla cultura e alla tradizione italiana. A presenziare la cerimonia il monsignor Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, la Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Annamaria Parente e la Presidente di Emergency Rossella Miccio.
La Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri ha scelto quest’anno di rendere omaggio al fondatore di Emergency Gino Strada, un medico ma soprattutto un grande uomo, scomparso lo scorso agosto e a tutti i medici che hanno sacrificato la vita per la professione. «I pazienti vengono prima di tutto» diceva Strada. Il senso di giustizia e rigore ciò che colpiva subito di lui. Si è battuto per garantire a tutti gli uomini quei diritti che «se non sono erogati in maniera universalistica ed equa diventano privilegi. Se siamo membri di una comunità, il diritto a essere curati è un diritto universale che ci appartiene come bene comune. In medicina – sosteneva – l’eguaglianza significa garantire a tutti la stessa qualità delle cure».
Gino Strada incarna tutti i principi etici e deontologici che guidano da sempre la missione del medico e degli operatori sanitari. «È stato un grandissimo medico e testimone di quello che oggi noi vorremmo sottolineare – ha specificato Anelli a Sanità Informazione -. I medici sono lo strumento per garantire i diritti a tutti i cittadini. Gli italiani, i migranti, le persone del terzo mondo che non hanno le nostre stesse opportunità anche in termini di cura. L’esempio di Gino Strada ci mostra che non possiamo girare la testa dall’altra parte ma colmare le disuguaglianze. Per noi ogni persona ha gli stessi diritti: l’indifferenza verso i diritti negati è un virus peggiore del Covid. Grazie, Gino, per avercelo insegnato».
«Un medico del nostro Paese ma medico del mondo – ha detto il ministro Speranza – nell’impegno di una vita c’è il senso dell’universalità del nostro SSN e dell’articolo 32 della nostra Costituzione. Il faro più luminoso che illumina il nostro cammino» ha aggiunto.
Poi, il ministro ha ricostruito i momenti iniziali e più difficili della pandemia. «Due anni fa arrivavano le prime notizie non buone. Ricordo le ore drammatiche. Se il Paese ha retto a una prova difficile pur pagando un prezzo importante è perché abbiamo uno straordinario SSN. Un patrimonio del Paese che dobbiamo difendere con tutte le energie». Ha rimarcato la fine della stagione dei tagli e gli investimenti in campo. «Oggi, con l’ultima legge di Bilancio, siamo a 124 mld. Mai in un tempo così breve erano state messe così tante risorse, perché c’è una nuova consapevolezza: tutto si può tagliare ma non sulla salute. I soldi che si mettono sulla salute non sono semplice spesa pubblica ma il più grande investimento sulla qualità della vita delle persone». Poi ci sono i 20 miliardi del Pnrr e i fondi Ue sulle aree disagiate del Sud. «Ci sarà un Pon dedicato alla salute per colmare le disuguaglianze, inaccettabili quando si consumano sul terreno del diritto alla Salute».
Speranza ha anche precisato che «ad oggi abbiamo somministrato in 13 mesi e mezzo 133 milioni di dosi di vaccino. Lo può fare solo una grande Paese, un grande SSN fatto di donne e uomini impegnati ogni giorno sul territorio». Il 91% della popolazione sopra ai 12 anni si è vaccinata, «e questo ci mette nelle condizioni di gestire in maniera del tutto diversa la pandemia, che purtroppo è ancora in corso, e ci sta permettendo in queste ore di piegare la curva senza ricorrere a chiusure generalizzate».
Gli intermezzi canori si sono alternati a letture del doppiatore Pino Insegno. L’attore è impegnato da sempre nel volontariato, tanto da essere insignito del titolo di Commendatore della Repubblica. Ha letto un brano di Gino Strada e la testimonianza di una dottoressa, tratta dal libro “Giuro di non dimenticare, storie di medici ai tempi del Covid”. Realizzato dal sindacato Cimo, il volume contiene le storie di 28 sanitari impegnati in prima linea nei nostri ospedali durante l’emergenza sanitaria da coronavirus.
A concludere le celebrazioni, l’Inno europeo eseguito da un tenore di eccezione: Andrea Senna, Presidente della Commissione Albo Odontoiatri . E’ anche Vicepresidente dell’Ordine di Milano, componente della Cao nazionale e del Comitato Centrale della Fnomceo. Senna, che ha studiato Canto al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano ha eseguito la splendida My way resa celebre da Frank Sinatra, dedicandola a Gino Strada. Come ultimo atto, c’è stata la consegna di una targa alla sua immortale memoria.
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