La presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica: «Escluse dal bonus baby sitting e dalle indennità previste nel decreto “Cura Italia” per medici e sanitari. Non incluse nemmeno nei provvedimenti “salta-fila” nei supermercati. Eppure, siamo ogni giorno sul campo, esposte ad un alto rischio di contagio Covid»
«Due ostetriche hanno perso la vita durante la pandemia. Le stesse ostetriche che, assieme agli infermieri, rappresentano il 43% di tutti gli operatori sanitari contagiati dal Covid-19». È Maria Vicario, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini della Professione di Ostetrica (FNOPO), a fare un bilancio dell’emergenza Coronavirus in occasione della Giornata internazionale dedicata alle Ostetriche, che si celebra il 5 maggio, ogni anno, in tutto il mondo.
«Mentre i riflettori nazionali ed internazionali venivano puntati sulla pandemia, sulla gestione dei reparti per l’accoglienza e il trattamento dei pazienti Covid – racconta Vicario -, i bambini continuavano a venire alla luce. E lo facevano grazie al lavoro delle ostetriche e di tutte le figure che operano all’interno dell’area materno-infantile. Professionisti che all’inizio dell’emergenza erano sprovvisti anche di una regolamentazione per la gestione del rischio del contagio da Covid-19. Linee guida che – aggiunge l’ostetrica – l’Istituto Superiore di Sanità ha messo a punto solo di recente, quando molti professionisti di categoria erano già stati infettati».
Eppure, le ostetriche sono state presenti ogni giorno sul “campo di battaglia”: «Non abbiamo mai smesso di offrire il supporto e l’assistenza necessari alle donne e ai loro neonati, anche quando mancavano i dispositivi per la protezione individuale, sottoponendoci a turni massacranti per garantire appropriatezza e continuità assistenziale – spiega Vicario – pur consapevoli di rischiare la nostra salute e quella delle nostre famiglie. L’ostetrica, infatti, è l’operatore che ha il contatto più lungo con la donna: il rapporto che instaura con la gravida permane per tutta la durata del travaglio. E maggiore è il tempo di esposizione al rischio, più rilevante sarà il pericolo di contagio».
Ma la categoria professionale non è stata “dimenticata” solo all’interno degli ospedali: «Anche il governo ci ha discriminate – continua la presidente FNOPO -, non includendo né noi, né le nostre famiglie all’interno dei provvedimenti varati per la tutela di medici e personale sanitario. All’art. 25 del decreto legge “Cura Italia” si legga che il bonus baby sitting è riconosciuto a “lavoratori dipendenti del settore sanitario, pubblico e privato accreditato, appartenenti alla categoria dei medici, degli infermieri, dei tecnici di laboratorio, biomedico, dei tecnici di radiologia medica e degli operatori sociosanitari” con evidente esclusione delle ostetriche», sottolinea Vicario.
Ma non è tutto: «Siamo state discriminate anche da provvedimenti messi in atto a livello regionale – aggiunge la presidente delle ostetriche -. Se a medici, infermieri o operatori di supporto è stato sufficiente esibire il proprio tesserino professionale per evitare la fila al supermercato, alle ostetriche no. La nostra categoria, infatti, è stata immotivatamente esclusa pure dalle ordinanze cosiddette “salta-file”».
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Anche nei giorni più neri dell’emergenza le ostetriche hanno continuato a sostenere le donne in gravidanza e la vita nascente: «In collaborazione con le società scientifiche di ginecologi, pediatri e neonatologi abbiamo messo a punto un vademecum per tutte le gravide, per diffondere il messaggio che partorire in ospedale non è assolutamente pericoloso, nemmeno ai tempi del Covid-19 e che, al contrario, partorire in casa non è più tutelante. Anzi – sottolinea Vicario – se ci dovessero essere delle complicanze materne, fetali, materno-fetali o neonatali si andrebbe a gravare ancora di più su un sistema di emergenza territoriale già fortemente provato dalla gestione della pandemia. La scelta di partorire in casa deve essere sempre valutata con estrema attenzione sia da parte della donna che degli operatori che l’assistono».
Intanto, per celebrare la Giornata internazionale delle Ostetriche la FNOPO ha approvato un progetto di formazione a distanza. «Come le ostetriche non lasciano mai da sole le proprie donne, seguendole anche attraverso gruppi whatsapp, videoconferenze, triage telefonici e consulenze, così la Federazione ha deciso di alleggerire la categoria professionale, soprattutto economicamente, offrendo formazione gratuita. Grazie a collegamenti in tempo reale, ma anche a lezioni consultabili online, in qualsiasi momento della giornata, nessuna delle 21.500 ostetriche italiane – conclude Maria Vicario – dovrà rinunciare al suo aggiornamento professionale, nemmeno in questo periodo di grande emergenza».
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