Lavoro e Professioni 27 Maggio 2020 09:53

Giornata medicina emergenza-urgenza, la campagna internazionale: «Servono più medici, più infermieri, più servizi»

Al via la campagna #Emdaychallenge con le foto di medici e infermieri alla fine del turno. La coordinatrice della Giornata Roberta Petrino: «Dove c’era personale sufficiente e competente e si poteva disporre di attrezzature all’altezza della situazione, l’emergenza coronavirus è stata gestita al meglio e con migliori risultati sulla salute della popolazione»

Giornata medicina emergenza-urgenza, la campagna internazionale: «Servono più medici, più infermieri, più servizi»

Si celebra oggi la Giornata della Medicina d’emergenza-urgenza, 26° anniversario della nascita della European Society for Emergency Medicine. Frutto del lavoro di un gruppo di medici d’emergenza di diversi Paesi europei, l’obiettivo era quello di costruire un modello di sistema per garantire a tutti i cittadini europei una risposta professionale, competente e tempestiva a qualsiasi condizione acuta di emergenza sanitaria.

Una branca che mai come quest’anno ha dimostrato la sua importanza: l’emergenza sanitaria globale per la diffusione del virus Sars-CoV-2 ha infatti visto in prima linea medici e infermieri dell’emergenza-urgenza, che hanno creato una barriera contro il contagio impegnandosi al massimo delle energie e delle risorse a disposizione, con turni incessanti che hanno garantito cura e assistenza h24 ai pazienti Covid e anche, sempre, ai non Covid.

Una Giornata che quest’anno ha quindi un sapore diverso, celebrata com’è ormai abitudine sui social network; è stata infatti lanciata la campagna internazionale #Emdaychallenge: medici, infermieri e simpatizzanti sono invitati a postare sui social un’immagine rappresentativa contrassegnata con #Emdaychallenge e #EmergencyMedicineDay, per raccontare tutta la comunità del servizio pubblico dell’emergenza sanitaria. Molte foto di medici e infermieri di tanti Paesi nel mondo sono già state inviate e raccolte in una fotogallery: immagini scattate al termine del loro turno di lavoro, volti che mostrano le loro emozioni, la fatica, la passione, soddisfazione e frustrazione, ansia e gratificazione che si accumulano in una giornata di lavoro in emergenza. I ritratti includono il nome, il paese di provenienza, e l’ora di fine turno, a dimostrazione della staffetta continua delle cure in emergenza che non si fermano mai per non lasciare nessuno in pericolo di vita. Tra i sostenitori della campagna in Italia, anche alcuni volti noti del mondo dello spettacolo, tra cui Martina Colombari, Carolina Crescentini, Maria Grazia Cucinotta, Chiara Francini e Matilde Gioli.

LEGGI ANCHE: ITALIANI DI NUOVO IN FILA NEI PRONTO SOCCORSO. MANCA (SIMEU): «+30% DI ACCESSI RISPETTO ALLA FASE 1»

Ma oltre a celebrazioni e campagne social, il mondo dell’emergenza urgenza lancia anche un messaggio: «Per un sistema dell’emergenza efficiente, chiedi di più: più medici, più infermieri, più servizi». «La mancanza di un numero sufficiente di medici e infermieri nell’emergenza urgenza – spiega una nota – è un problema globale che riguarda molti Paesi nel mondo. La carenza di professionisti mette a rischio il diritto universale alla salute, perché non vengono garantite le risorse necessarie a realizzare l’intervento di cura più efficace nel minor tempo possibile».

«Quando abbiamo scelto il tema di quest’anno, non avremmo mai immaginato che nel giro di pochi mesi sarebbe scoppiata una pandemia, rendendo la nostra richiesta ancora più cruciale. Nei Paesi più colpiti dal virus SARS-COV2 – afferma Roberta Petrino, medico d’emergenza, coordinatrice della Giornata Internazionale della medicina d’emergenza – il sistema dell’emergenza sanitaria ha dovuto gestire uno scenario da Medicina delle catastrofi, che per diverse settimane è andato peggiorando esponenzialmente. Si sono dovuti creare nuovi percorsi di cura, sviluppare un corretto uso dei dispositivi di protezione individuale, distribuire e gestire risorse umane e materiali, adattare i protocolli di intervento alla nuova situazione. Oggi, appena fuori dalla fase 1, risulta evidente che là dove c’era personale numericamente sufficiente e competente dal punto di vista professionale, dove si poteva disporre di attrezzature all’altezza della situazione, la crisi è stata gestita al meglio e con migliori risultati sulla salute della popolazione».

«Non siamo angeli né eroi, siamo professionisti sanitari – sottolinea Salvatore Manca, presidente nazionale Simeu, che partecipa per l’Italia alla campagna internazionale -. Questa pandemia ha dimostrato, pur senza clamori, come la Medicina d’emergenza-urgenza sia una disciplina fondamentale per il nostro Ssn, ma ha anche messo a nudo alcune carenze cui si è fatto fronte grazie alla professionalità e dedizione dei medici e degli infermieri dell’emergenza sia ospedaliera che territoriale, tra queste dotazioni organiche carenti e strutture inadeguate, cui si dovrà rapidamente porre rimedio per poter far fronte in maniera ottimale ai bisogni di salute dei pazienti».

 

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