Anche la Federazione Veterinari e Medici aderisce allo stato di agitazione annunciato dall’Intersindacale: «O c’è un disegno dietro a tutto questo, o l’ottusità delle forze politiche»
«Il Servizio Sanitario Nazionale sta precipitando. O c’è un disegno dietro a tutto questo, o un’ottusità delle forze politiche che non sono in grado di dare una svolta ad un sistema fondamentale». Non usa mezzi termini Aldo Grasselli, Presidente della Federazione Veterinari e Medici. Intervenuto insieme a tutti i sindacati della dirigenza medica alla conferenza stampa in cui sono stati annunciati il blocco delle trattative per il rinnovo del contratto e lo stato di agitazione per la preoccupazione legata ad un SSN sempre più in crisi, fa sentire anche la voce della Federazione.
Fa presto, Grasselli, a spiegare a cosa si riferisca il «tutto questo» di cui parla: «Le tutele sanitarie di 60 milioni di italiani sono fortemente a rischio per una serie di fattori che stanno convergendo – spiega ai nostri microfoni -: il primo è che non c’è stata programmazione nel ricambio generazionale, e abbiamo quindi solo medici anziani che non vedono l’ora di poter andare in pensione. E se passerà la quota 100, ovviamente molti di questi lasceranno un posto di lavoro insoddisfacente dal punto di vista economico e delle condizioni di lavoro, quindi i cittadini avranno meno assistenza. E di fronte a una minore assistenza l’aggressività nei confronti dei colleghi che rimarranno aumenterà, perché la gente ha bisogno di cure che non gli vengono date».
«A questo – prosegue Grasselli – si aggiunge il fatto che il nostro contratto, l’ultimo contratto di tutto il pubblico impiego, non viene finanziato. Ora, non si tratta di cifre esorbitanti, anche perché negli ultimi dieci anni il personale medico è sceso del 10%, quindi c’è stato un risparmio del 10% della spesa sul personale. Quindi non si tratta di spendere di più, si tratta di spendere quello che spendevamo nel 2010 più gli incrementi contrattuali che sono stati riconosciuti a tutti gli altri comparti: la nostra richiesta del 3,48% per il 2018 altro non è che quello che viene dato a tutti».
«Sembra che tagliando la testa al SSN – aggiunge preoccupato il presidente FVM -, quindi riducendo la risposta dei medici e dei dirigenti sanitari, si possa uccidere questo sistema. Stiamo andando veramente verso il precipizio. Non abbiamo assunzioni perché non c’è stata programmazione sulle specializzazioni, per cui abbiamo settori completamente carenti. Insomma, non vediamo prospettive».
Sull’incontro avvenuto ieri con il ministro della Salute, Grasselli dice di apprezzare la disponibilità e l’impegno assicurato dalla Grillo, ma «sappiamo bene che chi decide su queste partite sono il ministro dell’Economia, il ministro della Funzione Pubblica e le Regioni. Quindi – conclude – vogliamo che il Governo nel suo complesso ci dia una risposta, non possiamo accontentarci di una trattativa tecnica che, in prossimità della Legge di bilancio che decide le sorti di questo Paese, non abbia dato una risposta politica sui temi che abbiamo messo sul tavolo più di un anno fa».
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