Abolire il gender gap, promuovere i diritti LGBT, aumentare retribuzioni e ferie. Il PNRR? La digitalizzazione non distolga dall’investimento sul capitale umano
La sicurezza e le condizioni di lavoro negli ospedali, un contratto nuovo non solo sulla carta, e ancora i giovani e le donne all’interno del servizio sanitario nazionale e all’interno di una squadra, il sindacato, coeso più che mai per valorizzare la professione. Questi, insieme alla questione del finanziamento pubblico e alle nuove sfide del PNRR, tra i temi al centro del 25° Congresso Nazionale Anaoo Assomed, in corso in questi giorni a Napoli, al grido di “né angeli né eroi”, ma protagonisti attivi e riconosciuti della sanità che verrà.
La tre giorni partenopea ha evidenziato la necessità di operare una serie di riforme, non più rinviabili, per tutelare da un lato medici e dirigenti sanitari, incentivandoli a non abbandonare la sanità pubblica e, di riflesso, per migliorare la qualità dell’assistenza fornita all’utenza. Questo perché tra un numero esorbitante di ore di lavoro straordinario, che si sommano a ferie non pagate e a una retribuzione non adeguata, i professionisti si trovano a fare i conti non solo con l’impossibilità di provvedere al proprio aggiornamento professionale, ma con un vero e proprio aggravarsi delle proprie condizioni psicofisiche.
Come correggere il tiro? Tra i punti principali della “ricetta Anaao” per il rinnovo del CCNL 2019/2021, tenendo conto degli spunti introdotti dal PNRR anche a livello europeo, troviamo: una maggiore valorizzazione economica, attraverso finanziamenti aggiuntivi adeguati, una remunerazione più gratificante per le attività più disagiate e pericolose, una rotazione dei dipendenti che lavorano in reparti ad alto rischio di burn-out per limitarne il rischio di insorgenza, una ridefinizione dei carichi di lavoro, la defiscalizzazione di alcune voci accessorie, la valorizzazione della leadership femminile e un lavoro costante per l’abolizione del gender gap, la previsione di strumenti contrattuali per facilitare l’assistenza ai familiari, un maggiore investimento nell’attività sindacale come trait d’union tra organizzazione e amministrazione.
«Il nuovo contratto parte dalle reali esigenze dei dirigenti medici e sanitari, esigenze che sono anche figlie di un blocco contrattuale ultradecennale – ha dichiarato alle nostre telecamere Maurizio Cappiello. Direzione nazionale Anaao Assomed -. L’ultimo rinnovo ha sanato solo in parte questi aspetti legati all’evoluzione del nostro ruolo. Oggi i nostri colleghi chiedono migliori condizioni di lavoro, rivalutazione professionale e la possibilità di conciliare i tempi di lavoro con la vita personale e familiare. Altro tema fondamentale – ha aggiunto Cappiello – la sicurezza sul luogo di lavoro in un momento che ci vede costantemente vittime di aggressioni e, il riconoscimento dei diritti dei medici LGBT relativi al supporto psicologico per il coming out e il diritto di essere riconosciuti in base all’identità di genere dagli stessi percepita».
«Investire sul professionista prima ancora che sulle infrastrutture, ma non solo in termini economici ma di qualità del lavoro. Il 30% dei medici oggi scegli di non far parte della sanità pubblica, è assolutamente necessario correggere il tiro» ha osservato Pierino Di Silverio, Esecutivo Nazionale Anaao Assomed.
«Il contratto non fa differenza di genere nella retribuzione, ciononostante in busta paga ci sono delle voci accessorie che risentono di quest’aspetto, legato soprattutto alla disparità lampante nella distribuzione degli incarichi tra uomini e donne e al tempo di lavoro – denuncia Alessandra Spedicato, Capo Delegazione Anaao Assomed in FEMS -. È vero, le donne medico usufruiscono maggiormente di congedi parentali e della legge 104 per assolvere anche al loro ruolo familiare e domestico, ma oggi – ha aggiunto – è impensabile ritenere la retribuzione ancora così ancorata al tempo materiale di lavoro e non alla professionalità, alle competenze, e alla capacità di dare cura, anche in virtù del fatto che andiamo verso il 70% di forza lavoro in sanità al femminile».
«Il PNRR prevede una serie di rinforzi indirizzati soprattutto nella digitalizzazione, ma è chiaro che tutte queste innovazioni organizzative e tecnologiche possono essere, se gestite al meglio, declinate in una maggiore assistenza al cittadino – ha commentato infine ai nostri microfoni Nino Cartabellotta, presidente Fondazione GIMBE. È importantissimo quindi che questa spinta all’informatizzazione non distolga dall’investimento sul capitale umano. Oggi- ha concluso – abbiamo un’esigenza di uniformare l’assistenza sanitaria sul territorio: colmare i gap di partenza sarà essenziale per non esacerbare ulteriormente le differenze tra regione e regione».
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