Lavoro 26 Maggio 2020 15:35

I rischi della telemedicina ai tempi del Covid. L’esperto: «Possibili sanzioni, problemi deontologici e richieste di risarcimento»

Un non corretto trattamento dei dati personali dei pazienti potrebbe costare caro ai camici bianchi. L’intervista all’avvocato Ciro Galiano, dello studio legale “De Berardinis e Mozzi” (affiliato alla rete di Consulcesi & Partners)

I rischi della telemedicina ai tempi del Covid. L’esperto: «Possibili sanzioni, problemi deontologici e richieste di risarcimento»

Sanzioni economiche, problemi deontologici e possibili richieste di risarcimento. Sono questi i rischi a cui va incontro il medico che utilizza strumenti di telemedicina non conformi al regolamento europeo sul trattamento dei dati personali. Da quando camici bianchi e pazienti sono stati “allontanati” gli uni dagli altri dal lockdown conseguente alla diffusione su larga scala del Covid-19, la medicina a distanza, fino ad ora una forma residuale dell’attività del professionista sanitario, è diventata la principale forma di consulto medico. Un’emergenza di questa portata, così improvvisa e imprevedibile, ha dunque costretto i medici a cambiare radicalmente il proprio modo di approcciarsi al lavoro. E i rischi conseguenti a questo repentino mutamento non sono pochi. Ne abbiamo parlato con l’avvocato Ciro Galiano, dello studio legale “De Berardinis e Mozzi” (studio affiliato alla rete di Consulcesi & Partners).

Avvocato Galiano, quali rischi corre, a causa di un uso non corretto della telemedicina, il paziente?

«A causa del Covid per i medici si è venuta a creare la necessità di implementare le possibilità di utilizzo dei canali telematici per prestare assistenza medica. Non si tratta ovviamente di una modalità di assistenza nuova, ma è chiaro che oggi parliamo di un elemento principale, fondamentale, e lo sarà ancora per diversi mesi. Il rischio per il paziente attiene all’eventuale mancata accortezza da parte del medico nell’utilizzo di strumenti idonei a garantire un livello adeguato di protezione dei dati personali. Il medico potrebbe non adottare tutte le accortezze necessarie, e i dati del paziente potrebbero essere persi oppure rubati da qualche altro soggetto, il cosiddetto terzo uomo. Si rischia dunque una condivisione illecita dei dati da parte di soggetti non identificati».

LEGGI ANCHE: CLAUSOLA DI ESCLUSIVITÀ, IN PARTENZA I PRIMI RICORSI. AVV. GALIANO: «È UNA COMPONENTE FISSA, INGIUSTE LE DIMINUZIONI PER CHI È IN FERIE O MALATTIA»

E presumibilmente malintenzionati…

«Si tratta di un rischio che attiene a tutti i trattamenti di dati, non solo quelli sanitari. Nello specifico, il medico è il titolare del trattamento dei dati personali dei suoi pazienti, e come tale deve ottemperare alle norme sulla protezione dei dati personali previste dal regolamento europeo n. 679 del 2016. Ora, è chiaro che il medico era abituato a ricevere il proprio paziente presso il suo ambulatorio, cosa che poi non ha più potuto fare. Penso soprattutto ai camici bianchi che gestiscono malattie croniche o situazioni di tipo psichiatrico, dove sono necessari controlli periodici. Per non lasciare da solo il paziente anche nel periodo di isolamento, il medico avrà fatto dei consulti telematici attraverso, magari, piattaforme di comunicazione che ormai conosciamo tutti e che in questo periodo si sono diffuse tantissimo. Immagino che molti medici, presi alla sprovvista da questa situazione, abbiano dovuto adeguarsi anche con mezzi un po’ più improvvisati e “casalinghi”, come il pc personale (che magari è condiviso da altri membri della famiglia), sistemi antivirus non aggiornati e piattaforme di messaggistica. È chiaro che, una volta passato il primo momento emergenziale, in cui è assolutamente comprensibile che ci sia stata una attuazione meno vigorosa delle normative sui dati personali, risulti opportuno che oggi, in una situazione più “strutturata”, il medico cominci a pensare al corretto adeguamento dei propri strumenti. Oltre questo, è necessario fornire una nuova informativa ai propri pazienti, informarli su come vengono utilizzati e trattati i dati attraverso questi strumenti informatici. Prima di farlo, però, sarebbe opportuno mapparli e verificare l’adeguamento di questi strumenti alle normative vigenti, al fine di garantire che i dati non vadano persi».

Cosa rischia il medico se non si adegua?

«Il medico potrebbe andare incontro ad un controllo da parte dell’autorità garante, magari su reclamo di un paziente, con successiva sanzione amministrativa di diverse migliaia di euro. Ma ci sono anche altri tipi di problemi: prima di tutto, la perdita e la diffusione dei dati, anche se solo per incuria e non per colpa, possono determinare una violazione degli obblighi deontologici del professionista, che rischierebbe di non essere in grado di mantenere il segreto professionale. Quindi vedo un rischio anche dal punto di vista deontologico nei confronti dell’ordine di appartenenza. In più c’è da considerare che la perdita o il non corretto trattamento dei dati del paziente fa sì che lo stesso subisca un danno e che questi possa chiedere, davanti ad un giudice ordinario, un risarcimento. Poniamo che vengano pubblicati tutti i dati dei pazienti di un determinato medico perché qualcuno è entrato in possesso del suo database. Ovviamente il singolo paziente potrebbe avviare un’azione di risarcimento danni. Si tratta di un ulteriore aspetto che non può essere sottovalutato».

Il tutto in un momento già di per sé non facile per la classe medica.

«Si tratta di una serie di problemi che vanno ad aggiungersi a quelli che i professionisti sanitari subiscono già da diverso tempo. Pensiamo, ad esempio, alle continue cause per malpractice. È un elemento di rischio in più che ancora non si vede con nettezza, ma che potrebbe fare molti danni».

 

ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER DI SANITÀ INFORMAZIONE PER RIMANERE SEMPRE AGGIORNATO

Articoli correlati
Tele-supporto in allattamento, Panizza (FNOPO): “Evita il sovraffollamento dei pronto soccorso e incentiva l’allattamento al seno”  
Panizza (FNOPO): "La telemedicina è uno strumento che ci permette di rafforzare il concetto di home visiting, incentivando anche la partecipazione dei padri e, laddove possibile, dell’interno nucleo familiare"
Covid: spray nasale con anticorpi protegge da infezione. Gli scienziati: “Approccio utile contro nuove varianti e in futuro anche contro altri virus”
I ricercatori del Karolinska Institutet, in Svezia, hanno dimostrato che lo spray nasale anti-Covid sviluppato, a base di anticorpi IgA, può offrire protezione dall'infezione. O almeno così è stato nei topi su cui è stato testato, come riportato da uno studio pubblicato su PNAS. I risultati aprono la strada a una nuova strategia per proteggere le persone ad alto rischio a causa delle diverse varianti del virus Sars-CoV-2 e possibilmente anche da altre infezioni
Fiaso: Covid ancora in calo, ma preoccupa l’influenza
Si conferma in calo l’indice dei ricoveri Covid. La rilevazione degli ospedali sentinella aderenti a Fiaso fa registrare un complessivo -16% nell’ultima settimana del 2023. Secondo l'ultima rilevazione Fiaso i virus influenzali stanno avendo un impatto in termini assoluti maggiore sugli ospedali
di V.A.
Covid: le varianti sono emerse in risposta al comportamento umano
Le varianti del virus Sars-CoV-2 potrebbero essere emerse a causa di comportamenti umani, come il lockdown o le misure di isolamento, le stesse previste per arginare la diffusione dei contagi. Queste sono le conclusioni di uno studio coordinato dall’Università di Nagoya e pubblicato sulla rivista Nature Communications. Utilizzando la tecnologia dell’intelligenza artificiale e la modellazione matematica […]
Covid: in commercio terapie di dubbia sicurezza ed efficacia
Ci sono la bellezza di 38 aziende che hanno messo in commercio presunti trattamenti a base di cellule staminali e di esosomi (vescicole extracellulari) per la prevenzione e il trattamento del Covid-19
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Salute

Tumori: boom di casi nei paesi occidentali. Cinieri (Aiom): “Prevenzione attiva per ridurre carico della malattia”

Nel 2024 negli USA, per la prima volta nella storia, si supera la soglia di 2 milioni di casi di tumore. Una crescita importante, comune a tutti i Paesi occidentali. Per Saverio Cinieri, presidente di...
Politica

Liste di attesa addio? La risposta del Consiglio dei Ministri in due provvedimenti

Ieri il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente, Giorgia Meloni, e del Ministro della salute, Orazio Schillaci, ha approvato due provvedimenti, un decreto-legge e un disegno di legge, che i...
Salute

Tumore del polmone: per osimertinib e durvalumab ottimi risultati negli studi LAURA e ADRIATIC al Congresso ASCO

Nello studio LAURA osimertinib ha ridotto il rischio di progressione di malattia o di morte dell’84% nel tumore del polmone non a piccole cellule di Stadio III. Nello studio ADRIATIC, invece, du...