Camici grigi e medici in formazione richiedono l’attivazione di un tavolo interministeriale urgente per discutere i temi inerenti alla formazione medica. Ecco tutte le richieste
Hanno offerto la loro disponibilità ad affrontare l’emergenza con un contributo fondamentale, ma il loro lavoro è stato «ripetutamente denigrato e svilito». «L’inqualificabile gestione del concorso delle scuole di specializzazione e la vergognosa proposta di sfruttare i medici in formazione per la campagna vaccinale» sono la punta di un iceberg fatto di «precariato, ricattabilità e mancanza di diritti».
A dichiarare lo stato di agitazione e la dura presa di posizione è l’associazione ‘Chi si cura di te?’, il coordinamento degli specializzandi, camici grigi (medici non inseriti in alcun percorso formativo post-laurea e non in grado di assumere incarichi stabili) sia in rapporto convenzionato che libero-professionale e medici in formazione specialistica e generale che promuove i diritti dei giovani professionisti della salute.
Sanità informazione ha raggiunto telefonicamente Salvatore Mazzeo, coordinatore dell’esecutivo nazionale di “Chi si cura di te”: «Lo stato di agitazione, il primo indetto dal precariato medico in Italia, formalizzato lo scorso 21 dicembre – spiega – fa seguito a manifestazioni e mobilitazioni di piazza, alla gestione del concorso di specializzazione in Medicina e alla recente decisione di utilizzare specializzandi e specializzande per la campagna vaccinale senza nessuna interlocuzione precedente».
Sono tante le istanze riguardanti la formazione e il precariato medico presentate nella comunicazione al Ministero della salute, al Ministero dell’Università e della Ricerca e alla Presidenza del Consiglio dei ministri; questioni urgenti, da affrontare nell’immediato vista la situazione di emergenza e vecchi problemi ancora irrisolti.
«Dalla risoluzione dell’imbuto formativo già dal 2021 alla necessità di una programmazione basata sui fabbisogni di salute della popolazione» passando per la richiesta di «una riforma del contratto di formazione medica nazionale che si incardini nel Contratto Collettivo Nazionale della formazione medica che garantisca diritti, tutele e la rappresentanza sindacale» fino ad arrivare alla «stabilizzazione dei camici grigi e dei colleghi che sostengono la medicina territoriale con contratti di tipo precario».
«Uno dei punti a sostegno dello stato di agitazione è il fatto che non solo gli specializzandi siano stati chiamati a svolgere attività vaccinale – prosegue Mazzeo – ma siano stati inizialmente esclusi dalla campagna vaccinale, in alcune sedi, perché in base all’inquadramento contrattuale (non dipendenti) considerati a minor rischio e quindi vaccinati dopo. Lo stesso discorso vale per il riconoscimento economico stanziato per gli operatori sanitari in alcune regioni «da cui gli specializzandi sono stati esclusi perché non sono lavoratori dipendenti».
«Per ora non abbiamo avuto nessuna risposta dai ministeri – specifica Mazzeo –. Aspettiamo che si aprano i tavoli per la conciliazione. Se ciò non avverrà o non otterremo un esito favorevole, passeremo a forme di mobilitazione più forti, con lo sciopero dei camici grigi e dei medici in formazione» conclude.
Stabilire i precari, procedere ad assunzioni stabili e riformare la formazione di tutte le scuole di specializzazione, anche attraverso l’equiparazione dei corsi di medicina generale «sono le nostre priorità». Per questo, la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn ha deciso di appoggiare lo stato di agitazione del coordinamento di ‘Chi si cura di te?’.
Secondo il sindacato, rispetto a quanto registrato nella gestione dell’emergenza pandemica «è necessario invertire assolutamente la tendenza, ovvero quella di continuare a implementare il personale della sanità ricorrendo a contratti a termini o di somministrazione, come si registra in merito alla gestione del piano vaccinale».
Nella fase pandemica «gli specializzandi sono stati essenziali, e spesso in forma volontaria, ma non possiamo accettare che questo avvenga senza sicurezze, senza tutele e senza retribuzioni. Per queste ragioni sosteniamo lo stato di agitazione: bisogna ripartire dai giovani per garantire il ricambio generazionale necessario e la tutela del servizio sanitario pubblico e universale» conclude la Fp Cgil Medici e Dirigenti Ssn.
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