Finale (FNOPO): «Nella pratica osserviamo il Piano Nazionale di prevenzione 2020-25, mettendo in atto tutte le direttive che le Regioni declinano localmente ed offriamo alle donne gli strumenti necessari affinché possano tutelare la propria salute attraverso azioni di prevenzione»
«L’ostetrica/o partecipa alla prevenzione ed all’accertamento dei tumori della sfera genitale femminile»: è scritto a chiare lettere nel decreto ministeriale 740 del ’94, che ne individua il profilo professionale, eppure poche le donne che lo sanno. «Nella pratica – spiega Enrico Finale, ostetrico e consigliere della FNOPO, la Federazione Nazionale degli Ordini della Professione Ostetrica – osserviamo il Piano Nazionale di prevenzione 2020-25, mettendo in atto tutte le direttive che le regioni declinano localmente ed offriamo alle donne gli strumenti necessari affinché possano tutelare la propria salute attraverso azioni di prevenzione».
Ma lavorare sulla donna non basta. «È necessario che anche gli ambienti in cui la donna lavora e vive siano funzionali al mantenimento del suo benessere. Ed anche in questo il ruolo dell’ostetrico/a appare cruciale, poiché contribuisce alla messa in pratica dell’approccio cosiddetto “One Health”, ovvero un modello sanitario che si basa sull’integrazione di discipline diverse e che riconosce quanto la salute umana sia indissolubilmente legata alla salute dell’ecosistema in cui vive».
Il contributo dell’ostetrico/a in materia di prevenzione non si esaurisce con la teoria: «Nella pratica insegniamo alle donne la procedura dell’autopalpazione ed eseguiamo il prelievo delle secrezione cervico-vaginale da sottoporre all’esame citologico (pap test) utile alla diagnosi sia di malattie sessualmente trasmissibili, che del papilloma virus, concausa del tumore della cervice uterina». Che si tratti di teoria o pratica il ruolo dell’ostetrica per la promozione della prevenzione è ancor più cruciale nel mese di ottobre, interamente dedicato alla prevenzione del tumore al seno.
«In questi giorni siamo stati attivamente impegnati anche nella protezione, promozione e sostegno dell’allattamento materno – continua Finale -, tematica a cui, sempre nel mese di ottobre, è dedicata un’intera settimana. Lo slogan dell’edizione 2022 “Diamoci una mossa e sosteniamo l’allattamento” ha messo in evidenza ancora una volta l’importanza di aumentare la diffusione di questa pratica che nei Paesi ad alto reddito e molto meno capillare che in quelli in via di sviluppo. L’ostetrico/a ha un compito fondamentale: informare e sostenere la futura madre, già durante la gravidanza, sull’importanza dell’allattamento al seno e sui benefici che ne derivano per madre e bambino. Dopo il parto, poi, è proprio l’ostetrico/a a garantire l’immediato contatto pelle a pelle che, come dimostrato da numerose evidenze scientifiche, se effettuato precocemente non solo aumenta il tasso di allattamento materno, ma anche la durata. Successivamente, nel post-natale l’ostetrica sostiene la donna anche al suo rientro a casa, aiutandola a proseguire l’allattamento in modo esclusivo almeno per i primi sei mesi di vita del bambino. Ovviamente, l’allattamento può proseguire anche oltre, se mamma e bambino lo desiderano».
L’ostetrica/o, dunque, sostiene la donna nelle sue scelte e con lei l’intera famiglia e la comunità in cui vive. Una vicinanza che si auspica possa essere incentivata anche attraverso l’istituzione della Case di Comunità. «Questo perché, nonostante il ruolo dell’ostetrica/o nell’ambito della prevenzione sia chiaramente descritto nel profilo professionale, queste attività non sono garantite in modo equo dal nord al sud della penisola, dove la situazione – conclude Finale – è tuttora a macchia di leopardo per effetto della diversa organizzazione sanitaria a livello delle singole regioni».
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