Sparano e Calamaro: «Questa situazione rischia di diventare esplosiva. Sta creando una conflittualità tra medici di famiglia e pazienti che si sentono abbandonati»
L’imponente battage pubblicitario intrapreso dalla Regione Campania durante i mesi estivi per raccomandare la vaccinazione antinfluenzale ha dato i suoi frutti. Fin troppi, sarebbe il caso di dire, dal momento che dopo soli 20 giorni dall’inizio della campagna vaccinale, le prime 400mila dosi sono esaurite, e ora si attende con ansia il rifornimento della seconda tranche di 600mila dosi. Un problema che riguarda ben 1200 studi medici distribuiti tra Napoli e provincia.
Insieme all’anticipo della campagna vaccinale, partita quest’anno un mese prima rispetto al solito, l’obiettivo dichiarato dalla Regione negli scorsi mesi è consistito nel garantire il vaccino ad una fetta di popolazione molto più ampia rispetto agli anni precedenti: gli over 60 (non più quindi over 65) e tutte le categorie di lavoratori a rischio (tra cui personale ospedaliero e scolastico e forze dell’ordine) oltre, naturalmente, a tutti i pazienti cronici, proprio per evitare la sovrapposizione tra epidemia influenzale e seconda ondata di Covid, un mix che genererebbe il caos negli ospedali e nei Pronto Soccorso.
Ad oggi, però, i medici di famiglia sono stati letteralmente presi d’assalto da cittadini che volevano vaccinarsi, anche al di fuori delle categorie a rischio. Soddisfare tutti rischia di essere impossibile. «Il problema è chiaramente a monte – sottolinea il dottor Corrado Calamaro (Fimmg Napoli) – perché le Asl non stanno ricevendo le scorte necessarie, ma spaventa la possibilità che la seconda tranche arriverà non prima di metà novembre. É una situazione alla quale la Regione deve porre rimedio immediatamente, perché il sovrapporsi delle due epidemie (Covid e influenza stagionale) genererebbe delle forti criticità».
«In molti quartieri siamo fortemente in affanno – afferma il dottor Luigi Sparano (Fimmg Napoli) – innanzitutto perché l’estensione della raccomandazione ha fatto aumentare di circa 100 unità i pazienti da vaccinare per ogni medico di famiglia. Se a questo sommiamo il timore del Covid, è facile capire come la domanda di vaccino superi l’offerta».
«Molti colleghi – continuano Sparano e Calamaro – sono costretti ormai ad approvvigionarsi di pochissime dosi alla volta, raschiando il fondo delle scorte presenti nei vari distretti. In alcuni distretti le dosi sono ormai finite, in altre si va avanti con 30 dosi alla volta, in altri ancora le Asl stanno distribuendo scorte solo a chi non le aveva già ricevute. Questo sta creando una conflittualità tra i medici di famiglia e i pazienti, che comprensibilmente si sentono abbandonati. Vorremmo dare risposte ai nostri assistiti – concludono i due medici di Fimmg Napoli – ma siamo i primi a non averne. La situazione ormai rischia di diventare, da incandescente, esplosiva».
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