90 milioni in Finanziaria per i medici, infermieri e operatori dell’Emergenza: così Speranza punta a risolvere la mancanza di professionisti in quei reparti. I commenti di Anaao Assomed, Cimo-Fesmed, Nursing Up e Fiaso
«Medici, infermieri e professionisti sanitari dei Pronto soccorso affrontano quotidianamente l’emergenza e lavorano sovente in condizioni di stress. Per questo ho proposto che dal prossimo anno venga aggiunta alle loro retribuzioni un’indennità accessoria. Servirà a rendere più forte la prima linea del nostro Servizio Sanitario Nazionale a cui dobbiamo tutti dire grazie». Il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato così i 90 milioni previsti in Finanziaria per incentivare il lavoro in Emergenza, che risulta ancora la specializzazione meno scelta dai neolaureati.
Approvazione da parte dei rappresentanti dei lavoratori della sanità, ma anche qualche perplessità. Anaao Assomed ha ribadito che «rappresenta solo un piccolo passo, insufficiente a risolvere la crisi che investe un settore architrave dell’intero Ssn, sia per la sua irrisorietà, quasi un’inezia in termini economici, sia perché da sola non incide su condizioni di lavoro al limite della sopportabilità, quotidianamente testimoniate dalle fughe fin dalla formazione specialistica e dalla crisi vocazionale».
«C’è da scommettere – ha aggiunto – che un finanziamento di questa entità, per di più isolato, non fermerà l’emorragia dei colleghi dai reparti di emergenza, attratti sempre più spesso dalle sirene del privato e delle cooperative. Gli eroi della pandemia, tutti, nessuno escluso, meritano di più e si aspettano dal governo qualcosa di più di una foto ricordo con i grandi della terra».
«L’intervento del Ministro della Salute Roberto Speranza va nella direzione auspicata dalla Fnomceo – ha detto Filippo Anelli, presidente FNOMCeO – quella di rendere attrattivo il nostro Servizio Sanitario pubblico, arginando l’emorragia di professionisti specializzati proprio da questi presidi così cruciali. Più in generale, quella di investire risorse nella valorizzazione del capitale umano, riconoscendone il ruolo di muro portante del nostro Servizio Sanitario Nazionale»
«È sacrosanto valorizzare l’operato e la professionalità di questi colleghi, non solo migliorandone le condizioni di lavoro, ma anche con incentivi economici – spiega Anelli -. I ritmi insostenibili, l’altissimo livello di stress psicofisico, l’elevato rischio di aggressioni, il proliferare di denunce e citazioni in giudizio, spesso temerarie, demotivano i medici che lavorano nei pronto soccorso, spingendoli a trasferirsi in altri reparti o a migrare verso il privato. Solo la scorsa settimana sono state due le aggressioni in un pronto, quella ai danni della collega di Prato e quella contro due infermieri a Pesaro. Mentre è di questa mattina la violenza perpetrata a Pozzuoli, dove ieri il parente di una paziente ha cercato di strangolare un medico, sempre del pronto soccorso»
«Tornando a parlare degli ospedali, è il momento di fare un ulteriore passo, ed eliminare il tetto di spesa per il personale, che per molti anni, prima degli aumenti voluti dal Ministro Giulia Grillo e poi dallo stesso Roberto Speranza, doveva corrispondere all’importo 2004 ridotto dell’1,4 per cento – continua Anelli -. Occorre anche comprendere le altre ragioni, se ve ne sono, della mancata assunzione di medici, per porvi rimedio. Questo darebbe modo alle Regioni di poter finalmente effettuare una corretta programmazione delle assunzioni, sollevando i medici dagli effetti della carenza di personale e migliorando le condizioni di lavoro».
Anche Guido Quici, presidente di Cimo-Fesmed, ha commentato positivamente l’iniziativa definendola «un segnale di attenzione verso i medici che lavorano in condizioni di grave precarietà e rischio». Ha richiesto però un intervento strutturale per recuperare la motivazione di chi lavora in quelle aree. «Disertare l’accesso alla scuola di specializzazione in medicina di urgenza rappresenta un campanello di allarme di non poco conto, ma gli interventi che la Federazione CIMO-FESMED chiede sono di tipo strutturale che devono essere avulsi da interessi di parte ma funzionali al vero fabbisogno dei cittadini nell’ambito della sicurezza delle cure e degli stessi operatori sanitari».
«Oltre all’indennità, servono anche interventi di prevenzione e di deterrenza delle aggressioni, con protocolli operativi per la sicurezza del personale sanitario da adottare in sinergia con le forze di polizia», concorda Giovanni Migliore, presidente della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO). «I pronto soccorso sono da sempre la trincea degli ospedali – prosegue Migliore -. Qui arrivano le emergenze da gestire, transitano le ambulanze a sirene spiegate, arrivano i pazienti più gravi. Dai pronto soccorso passano ogni giorno migliaia e migliaia di casi che sottopongono gli operatori a un carico di lavoro e di stress non indifferente. A questo bisogna aggiungere gli episodi di violenza e di insofferenza che si verificano sia nelle grandi città sia nei centri di periferia. Solo nell’ultimo mese abbiamo contato 15 aggressioni ai danni di medici, infermieri e operatori sanitari in servizio nei pronto soccorso italiani. Il più eclatante è stato il blitz no vax all’Umberto I. Ma le violenze si susseguono quotidianamente da Pesaro a Pozzuoli, da Vittoria a Trento, passando per Prato, Cerignola, Lucca, solo per citare gli ultimi casi»
«Ben 63 milioni di euro sono stati ufficialmente messi a disposizione degli infermieri italiani che lavorano nei pronto soccorsi. Come Nursing Up denuncia ormai da mesi, il surplus dei ricoveri, il rischio concreto di contagiarsi ogni giorno, i turni massacranti, hanno spinto, negli ultimi tempi, migliaia di operatori sanitari, a chiedere il trasferimento, lasciando di fatto scoperta la parte più delicata delle realtà ospedaliere. Apprendiamo con soddisfazione che il Ministro della Salute, On. Roberto Speranza, e i suoi tecnici, hanno deciso di tener conto delle richieste oggetto delle nostre recenti campagne pubbliche, e di porre un concreto freno alla fuga di personale, a quella che lo stesso Ministro ha definito “una crisi di vocazione”, stanziando nuove e fondamentali risorse» è stato il commento dei sindacato infermieri Nursing Up.
«Probabilmente la nuova indennità sarà calcolata su base oraria, ma attendiamo di verificare il tenore della disposizione. Non possiamo che essere soddisfatti del fatto che il Ministro Speranza abbia tenuto conto, ancora una volta con i fatti, delle nostre richieste pubbliche, delle nostre lotte» ha concluso.
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