Un documento della Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche composto da un advisory board di esperti lancia diverse proposte: dalla formazione alla gestione dei servizi assistenziali. Il farmacologo Silvio Garattini: «Troppi pochi infermieri in Italia»
Adeguamento degli stipendi, miglioramento della formazione e maggiore autonomia dell’infermiere. Sono alcune delle proposte contenute in un documento messo a punto dalla Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi), grazie a un Advisory Board composto da personalità di rilievo del Ssn tra cui il farmacologo e Presidente dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini che ne ha parlato all’Agenzia Dire.
Nel documento si delinea quello che sarà l’infermiere del futuro: infermiere specializzato, infermiere prescrittore, infermiere gestore e coordinatore di percorsi assistenziali soprattutto sul territorio, infermiere aperto al mix professionale per soddisfare i bisogni degli assistiti, infermiere incentivato con nuovi sbocchi di carriera e percorsi premianti.
«Va rivisto il riconoscimento economico per gli infermieri perché molti di loro vanno all’estero: se non vogliamo perdere in continuità medici ed infermieri giovani, dobbiamo valorizzare l’aspetto economico di questa professione» spiega Garattini che lancia l’idea di un infermiere coinvolto anche in attività di ricerca: «La ricerca non può essere lasciata in mano solo a chi produce farmaci e dispositivi medici. Deve esserci una ricerca indipendente, senza la quale diventiamo un mercato della medicina. Noi dobbiamo essere in grado di valutare cosa ci serve e cosa no».
Tra le proposte più importanti quella di un infermiere prescrittore, base di una autonomia operativa. Serve però migliorare la formazione «e fare in modo che venga considerata piena ed equiparabile a quella delle altre professioni sanitarie. È nell’interesse del Servizio sanitario nazionale e del Paese avere persone preparate. Sicuramente le federazioni delle professioni infermieristiche dovranno portare avanti queste istanze, ma cercare alleati anche in altre sponde per presentare al meglio la proposta al ministero della Salute».
Secondo Garattini l’attività di prescrizione agevola il lavoro del medico «soprattutto se il medico non è presente, purché ci sia sempre una formazione adeguata. Bisogna comunque definire quali sono le aree in cui fare prescrizioni, su farmaci, ad esempio, che sono ben tollerati e utilizzati da tempo. Ma su questo è facile lavorare, innanzitutto serve accettare il principio, poi lo schema entro il quale farlo funzionare si individua agevolmente».
Infine, Garattini torna sull’antico problema della carenza di infermieri: «Sono una parte fondamentale del Servizio sanitario nazionale sia a livello ospedaliero sia a livello territoriale, ovvero nella medicina del territorio, che auspichiamo si realizzi al più presto e di cui c’è bisogno. Sono troppo pochi gli infermieri in Italia, hanno stipendi troppo bassi, sono scarsamente valorizzati, e dobbiamo migliorare questi aspetti per rendere più attrattiva questa professione».
Nel documento messo a punto da Fnopi tre sono le richieste degli infermieri: sviluppare e ampliare le competenze del personale infermieristico per adeguarle alle esigenze, identificando meglio il suo ruolo nei vari setting assistenziali; risolvere il fabbisogno di personale infermieristico, sia in termini di programmazione degli accessi ai percorsi di studio, sia migliorando le prospettive di carriera, anche rispetto al trattamento economico; migliorare i modelli organizzativi della rete ospedaliera e territoriale, valutandone un’adeguata programmazione dei bisogni, valorizzando il contributo del sapere infermieristico, stabilendo tra i professionisti un livello di integrazione multidisciplinare (team) e un livello di differenziazione dei rispettivi ruoli e competenze.
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