Pasquale Giuseppe Macrì, direttore di Medicina Legale e Responsabilità Sanitaria all’Asl Toscana Sud Est, spiega perché la riforma sulla responsabilità degli esercenti la professione sanitaria non è ancora completa
«La legge Gelli-Bianco, introdotta nel 2017, ha riconosciuto il diritto delle cure a “essere sicure”, ponendo fine alla possibilità di erogare trattamenti privi di adeguati standard di sicurezza». Ciononostante, Pasquale Giuseppe Macrì, direttore di Medicina Legale e Responsabilità Sanitaria all’Asl Toscana Sud Est, la ritiene una «riforma incompiuta». Sanità informazione lo ha intervistato nel corso del convegno “Gli scenari gestionali e assicurativi nella sanità italiana” (organizzato nei giorni scorsi presso l’Università Sapienza di Roma), in cui ha preso parte ad una sessione che aveva come titolo, per l’appunto, “Legge 24 del 2017 e decreti attuativi: una riforma incompiuta”.
Secondo Macrì, la normativa rappresenta un importante passo avanti nel garantire la sicurezza dei pazienti: «La sicurezza delle cure non può più essere considerata solo un concetto teorico, ma deve essere una pratica concreta. Sono necessarie procedure, buone pratiche assistenziali e linee guida che assicurino che l’accesso alle strutture sanitarie sia un momento di promozione della salute, anziché un potenziale rischio aggiuntivo. Le regioni italiane si stanno attrezzando ma oggi abbiamo una normativa che dovrebbe unificare i sistemi, non solo tra settore pubblico e privato, ma anche tra le diverse regioni, al fine di garantire una tutela uniforme per tutti i cittadini».
Cittadini che, secondo Macrì, nel momento in cui varcano la soglia di una struttura sanitaria, devono avere la certezza che vi troveranno professionisti che studiano i momenti di rischio e si adoperano per prevenirne l’accadimento effettivo.
Tuttavia, nonostante i progressi compiuti, sulla riforma Gelli-Bianco c’è ancora da lavorare. Come sottolineato da Macrì, «sono necessari i decreti attuativi per trasformare le disposizioni teoriche in azioni concrete. Purtroppo, in alcuni settori specifici, questi decreti non sono ancora stati emanati. In particolare, il decreto attuativo sulla valutazione delle polizze assicurative e sull’assicurabilità delle strutture pubbliche e private tarda ad arrivare. Nonostante un recente parere del Consiglio di Stato abbia evidenziato la presenza dei presupposti per l’emissione di tali decreti», la loro attuazione rimane dunque in sospeso.
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