Lavoro 9 Settembre 2020 12:09

La riforma del Sistema 118 non convince gli infermieri. FNOPI: «Diversi nodi da rivedere»

Dagli standard rigidi allo scarso apporto multiprofessionale nella gestione, Nicola Draoli (FNOPI) ha enunciato i dubbi della Federazione in audizione al Senato. La replica della Castellone (M5S): «Non vogliamo derogare al DM 70 ma applicarlo in modo uniforme in tutta Italia»

La riforma del Sistema 118 non convince gli infermieri. FNOPI: «Diversi nodi da rivedere»

La riforma del Sistema 118 presentata in Commissione Sanità al Senato non convince la Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni infermieristiche (FNOPI). È quanto emerge dall’audizione di Nicola Draoli, componente del Comitato centrale FNOPI, che ha enunciato una serie di criticità del Ddl 1715 davanti ai senatori. Osservazioni che non hanno persuaso la senatrice Maria Domenica Castellone (M5S), prima firmataria del provvedimento.

Tra i punti contestati dalla FNOPI, l’organizzazione provinciale dei dipartimenti, i tempi di soccorso e la presenza di una postazione mobile di soccorso avanzato ogni 60mila abitanti in area urbana e ogni 100mila abitanti in area metropolitana «con a bordo un medico e un infermiere».

RIFORMA DEL SISTEMA 118, LE OBIEZIONI DELLA FNOPI

«La FNOPI concorda sulla necessità di una riforma del Sistema 118 – ha esordito Draoli – ma ci sono una serie di nodi da sciogliere». Il primo è quello del numero unico 112 introdotto dalla riforma Madia.

«Il fatto che il sistema di emergenza-urgenza passi al numero unico 118 invece che al numero 112 entra sul merito di modifiche attuate da norme già esistenti. Alcune regioni dovrebbero tornare indietro» osserva Draoli che poi aggiunge: «In alcuni punti si va in deroga al DM 70 del 2015. Si sarebbe dovuto far applicare alle regioni il decreto ministeriale. Nel DM si parla di un livello sovraprovinciale per efficientare risorse umane e tecnologiche, invece nel Ddl in discussione abbiamo di nuovo centrali operative provinciali».

Draoli registra anche uno «scollegamento tra i dipartimenti e le strutture ospedaliere» e osserva che «è molto difficile nel sistema 118 definire standard rigidi. Viene citato solo il mezzo composto da medico e infermiere, ma non è quello che dice il DM70. Oggi le ambulanze con il medico a bordo sono solo il 15%. Sarebbe stato più coraggioso definire in modo più compiuto i percorsi dedicati al personale infermieristico e valutare l’indice di infermierizzazione delle postazioni mobili del sistema».

La FNOPI si schiera a favore di una specializzazione infermieristica dell’emergenza-urgenza, ma è importante capire come verrà realizzata. «Questa assegnazione esclusiva prevede un percorso formativo? Ci sarà un concorso dedicato?» si chiede Draoli davanti ai senatori.

Anche gli standard temporali di intervento non convincono la FNOPI: «Ci sembrano un po’ rigidi – spiega Draoli -. La variabile dei 45” è impraticabile (“Il SET 118 deve assicurare una risposta diretta e immediata da attivare in un tempo non superiore a 45 secondi dalla chiamata di soccorso”, si legge nel Ddl). Così come gli 8 e i 20 minuti si riferiscono al gold standard del 1992, un criterio superato».

Infine FNOPI contesta lo scarso apporto multiprofessionale nella gestione del 118. «Benissimo l’aspetto clinico in capo a un medico – aggiunge Draoli – ma non si capisce perché la gestione debba essere affidata a una professione sola, quella del medico».

«Riteniamo – conclude il rappresentante FNOPI – che questo Ddl sia molto attento ai contenitori, meno ai contenuti. Serve convergenza di tutti gli attori coinvolti. Bisogna valorizzare alcuni percorsi regionali che non sono stati presi in adeguata considerazione».

LA REPLICA DELLA CASTELLONE

Le osservazioni di Draoli sono state contestate dalla senatrice Castellone, prima firmataria del Disegno di legge. «Nel Ddl non c’è scritto che si vuole abolire il numero unico 112 – spiega l’esponente M5S -. Né è scritto che si vuole avere una centrale operativa ogni 80mila abitanti. Non vogliamo derogare al DM 70 ma applicarlo in modo uniforme in tutta Italia. Bisogna puntare alla qualità dell’assistenza. I codici rossi sono la minima parte degli interventi che il 118 mette in atto ma tanti sono i codici gialli in cui l’intervento tempo-dipendente gioca il maggior ruolo», spiega ancora Castellone, che annuncia una memoria esplicativa da inviare alla FNOPI.

 

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