Succede in Friuli, la Fials: «A questo punto meglio andare in deroga dall’esclusività»
Ancora un caso di un’azienda sanitaria che invita medici e professionisti della sanità a lavorare gratis per la campagna vaccinale anti-coronavirus: siamo in Friuli, dove l’Azienda sanitaria universitaria giuliano isontina ASUGI ha inviato agli ordini professionali dei medici, degli infermieri e dei professionisti sanitari una chiamata a offrirsi volontari per somministrare i vaccini anti Sars-Cov-2.
«In questa fase, anche sulla scorta di richieste pervenute da più parti, facciamo appello alla responsabilità e alla solidarietà di tutti coloro che possono contribuire a raggiungere, in tempi brevi, alti tassi di vaccinazione della popolazione», si legge nel documento inviato dalla direzione generale.
«L’appello che rivolgiamo, tramite questi ordini, vuole raccogliere la disponibilità di professionisti esterni ma pure dipendenti del Ssn: medici, infermieri e assistenti sanitari, che manifestino l’interesse di dedicare una parte del loro tempo per supportare la campagna vaccinale anti Covid-19 sostenuta da questa Azienda. Volta alla somministrazione di vaccini gratuiti secondo l’ordine di priorità stabilito dal Piano nazionale, affiancando, a titolo volontario, il personale ASUGI, che con grande professionalità ed impegno, ormai da mesi, è impegnato in prima linea».
Subito unanime la risposta dei sindacati che hanno ricordato all’Azienda che i professionisti della salute sono già sovraccaricati da molte ore di straordinario e dunque sarebbe improvvido, oltre che ingiusto, chiedergli una disponibilità a lavorare gratuitamente.
«Ancora una volta assistiamo a un controsenso pericoloso e irrispettoso verso i professionisti della salute: lavorare gratis alla campagna vaccinale – il commento di Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials -. Ci sono finanziamenti ad hoc che ammontano a 100 milioni di euro per le prestazioni aggiuntive previsti in Legge di bilancio 2021, ma l’Azienda sanitaria di Trieste e Gorizia chiede agli ordini professionali di medici, infermieri e professioni sanitarie Tsrm-Pstrp di sensibilizzare i loro iscritti ad aderire al piano per somministrare i vaccini anti-Covid senza remunerazione alcuna».
«Non abbiamo nulla contro i volontari – precisa a Sanità Informazione Fabio Pototschnig, segretario regionale Fials per il Friuli Venezia Giulia -. Se dei medici in pensione vogliono dare una mano è certamente benvenuto il loro apporto, ma non posso pensare in sincerità che si possa chiedere a dei medici e infermieri in servizio, che magari già lavorano in un reparto Covid, di dare ulteriore tempo gratuitamente. La vaccinazione è importante, la campagna vaccinale è importantissima, ma bisogna trovare una risposta diversa se si vuole cogliere del senso di responsabilità dei professionisti della salute. Ci sono fondi destinati al finanziamento delle attività di vaccinazione, se si voleva fare una sorta di chiamata alle armi non serviva passare dagli ordini professionali. È uno stile opaco che non ci piace».
Una soluzione possibile? «Abbiamo proposto di andare in deroga all’esclusività della prestazione, dando la possibilità ai sanitari di lavorare in formula libero-professionale anche per la campagna vaccinale», conclude il sindacalista.
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