Lavoro e Professioni 1 Luglio 2019 10:37

«Lavoro in Pronto soccorso ma non sono preparata», la storia del medico a gettone che scuote la sanità

L’Ansa ha raccolto la testimonianza di un camice bianco che lavora a chiamata in un Ps del Veneto. Anaao insorge e diffida Asl: «No ai neolaureati nei Ps. Va impedita perchè mette a rischio la vita dei pazienti e riduce la sicurezza delle cure» 

«Lavoro in Pronto soccorso ma non sono preparata», la storia del medico a gettone che scuote la sanità

Questa è la storia di un medico, come tanti altri, ma dalla storia particolare. Una storia di precariato sempre più spinto che, applicato alla professione medica, deve far riflettere sul funzionamento del nostro Sistema sanitario.

La protagonista è Anna, nome di finzione usato per tutelare l’identità della dottoressa, medico a gettone che lavora nei Pronto soccorso degli ospedali su chiamata. «Sono un medico a gettone, gli ospedali mi chiamano quando hanno bisogno – racconta la dottoressa all’agenzia Ansa – Il mio contratto prevede che mi occupi di urgenze minori in Pronto soccorso ma di notte siamo in due, e se il medico strutturato deve uscire per accompagnare un paziente grave in un altro ospedale, io resto da sola ad affrontare anche emergenze gravi. E non sono preparata adeguatamente, non sono specializzata, è pericoloso sia per i pazienti che per me».

LEGGI LA RUBRICA VITA DA MEDICO

Anna ha raccontato l’angoscia che prova ogni volta che esce di casa per andare a lavorare in un pronto soccorso del Veneto dove ha avuto un contratto a chiamata. «Con poche richieste al mese praticamente guadagno più di un medico con contratto. Mi danno 500 euro lordi per un turno di 12 ore. Ma non ho copertura previdenziale, non sono previsti ferie o malattia e pago da me una polizza assicurativa calibrata sul rischio professionale del mio contratto», racconta.

Una vita da precaria, quella di Anna, che non riesce neppure a immaginare il suo futuro: «Non mi posso lamentare, allo stipendio ci arrivo perché mi cercano anche per fare guardie mediche e sostituzioni di medici di base. Ma quando esco per andare in Pronto soccorso mi spaventa quello che mi aspetta e sento il peso del rischio che corro. Vivo la precarietà e l’insicurezza, non riesco neppure a immaginare il mio futuro».

La presenza di neolaureati non specializzati non piace ai sindacati. «La fotografia dei medici dei Pronto soccorso italiani è quella di un campo di battaglia», sottolinea l’Ansa. Da Nord a Sud sono rimasti talmente in pochi che le Asl ricorrono agli appalti a cooperative e società per coprire i turni. Arrivano camici bianchi che le aziende ospedaliere non hanno modo di valutare, spesso senza nessuna specializzazione, o che non hanno mai messo piede in un reparto d’emergenza. Il problema sta diventando talmente grave da indurre il maggiore dei sindacati medici italiani, l’Anaao Assomed, a ricorrere alle diffide ad Asl e regioni di tutto il Paese per fermare i contratti a chiamata.

LEGGI LA RUBRICA VERO O FALSO

«La presenza di neolaureati senza pratica clinica in Pronto soccorso e sulle ambulanze è un fatto gravissimo, illegale e va impedito perchè mette a rischio la vita dei pazienti e riduce la sicurezza delle cure» sottolinea il segretario regionale dell’Anaao Veneto dell’Anaao Assomed Adriano Benazzato. «A partire è stato il Veneto nel 2016, ma ora si è diffusa in tutte le regioni la pratica dei camici bianchi con contratti libero professionali», spiega Benazzato, «è una pratica incostituzionale, illegale, che le Asl non possono continuare a seguire perchè viola la legge dello Stato che obbliga ai concorsi per l’impiego nel pubblico. Il ricorso a quel tipo di contratto è stato dichiarato illegittimo anche dal Consiglio di Stato». Intanto se il Veneto è nei guai, il Lazio certo non ride e specialmente nei Pronto soccorso fuori Roma la situazione è diventata insostenibile.

Situazioni analoghe nel Lazio, dove Anaao ha diffidato la direzione amministrativa dell’Asl Roma 5 Tivoli in seguito alla delibera, «al fine di scongiurare l’interruzione di pubblico servizio», per l’appalto di affidamento del servizio di turni di pronto soccorso. Particolarmente critica anche la situazione in Piemonte, il segretario regionale Anaao Chiara Rivetti racconta: «Come sindacato siamo stati chiamati da alcuni neolaureati (solo abilitati) molto allarmati perchè nonostante fossero stati reclutati per urgenze minori (codici bianchi e verdi) si sono ritrovati a dover affrontare emergenze più gravi, anche codici rossi».

Articoli correlati
Straordinari a 100 euro l’ora e aumenti in Pronto soccorso. I dettagli del decreto Schillaci
Approvato in Consiglio dei Ministri il decreto con le nuove misure che dovrebbero dare un po' di respiro alla sanità italiana. Il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in accordo con il collega dell'Economia, ha messo insieme un pacchetto di riforme
di Mario Zimbalo
Quali criteri deve adottare il Provider in riferimento alla sponsorizzazione commerciale?
Gli eventi possono essere sponsorizzati, mediante apposito contratto, da imprese commerciali operanti anche in ambito sanitario purché ciò non influenzi i contenuti formativi dell’evento. Non è consentito indicare lo sponsor commerciale nell’esposizione dei contenuti formativi, se non indicando il logo dello Sponsor prima dell’inizio e dopo il termine dell’evento. Lo sponsor può essere coinvolto nella […]
Medici d’emergenza in piazza: «Pronto soccorso a rischio»
I Pronto soccorso italiani sono al collasso per la grave carenza di personale. Mancano 5mila unità. Si temono situazioni di crisi soprattutto durante le festività natalizie. Domani prevista una manifestazione della Simeu davanti al Ministero della Salute
Pronto soccorso in crisi, la ricetta di Monti (Dir. PS): «Occorre forte coordinamento ospedale-territorio»
«Oggi molte persone si rivolgono al Pronto soccorso perché si trovano in difficoltà, noi dobbiamo dare una riposta» spiega Manuel Monti, Direttore del Pronto soccorso dell’ospedale di Gubbio-Gualdo Tadino
di Francesco Torre
Dal reinserimento al lavoro alla formazione, nel Lazio una proposta di legge contro le aggressioni ai sanitari
L’ha presentata il consigliere della Lega Daniele Giannini, raccogliendo le proposte dell’associazione AMAD. L’obiettivo è quello di incrementare le tutele introdotte dalla legge 113 del 2020
di Francesco Torre
GLI ARTICOLI PIU’ LETTI
Advocacy e Associazioni

Alzheimer, Spadin (Aima): “Devasta l’economia della famiglia, la sfera psicologica e le relazioni di paziente e caregiver”

La Presidente Aima: “Due molecole innovative e capaci di modificare la progressione della malattia di Alzheimer sono state approvate in diversi Paesi, ma non in Europa. Rischiamo di far diventar...
Salute

Disturbi alimentari, ne soffrono più di tre milioni di italiani. Sipa: “Centri di cura pochi e mal distribuiti”

Balestrieri (Sipa): "Si tratta di disturbi che presentano caratteristiche legate certamente alla sfera psicologica-psichiatrica, ma hanno anche un’importante componente fisica e nutrizionale che...
Prevenzione

Influenza, Lopalco (epidemiologo): “Picco atteso tra la fine di dicembre e l’inizio del nuovo anno. Vaccinarsi subito”

L'epidemiologo a Sanità Informazione: "Vaccinarsi contro influenza e Covid-19 nella stessa seduta: non ci sono controindicazioni, solo vantaggi"