Tutte le preoccupazioni del Sindacato Veterinari Pubblici espresse nel corso del 50° Congresso Nazionale: «È bene che il Governo ascolti e risponda ai nostri allarmi per il bene del Paese»
«Si sta profilando una situazione allarmante: il 40% dei sanitari andrà in pensione nei prossimi 5 anni. Se non si prevede un piano di assunzioni mirato e urgente si rischia il dissesto della sanità pubblica veterinaria, cui seguiranno rischi per la salute e danni alle filiere agro-zootecnico-alimentari incalcolabili». È questo l’allarme del Sindacato Italiano Veterinari di Medicina Pubblica, lanciato nel corso del 50° Congresso Nazionale SIVeMP, a cui hanno preso parte 250 delegati in rappresentanza di tutti i veterinari di sanità pubblica delle ASL e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali.
Il Congresso ha rappresentato un’occasione importante per ricordare la lunga storia del Sindacato dei Veterinari e per documentare l’evoluzione della Sanità Pubblica Veterinaria nei 40 anni di vita del Servizio sanitario nazionale, oltre che un momento di riflessione per definire nuove linee di sviluppo e di evoluzione della professione nell’ambito di un SSN che, non tradendo i suoi valori fondanti, sappia resistere alle necessità e alle prossime sfide. «Il nostro obiettivo – dichiara il Segretario Nazionale Aldo Grasselli – è creare le condizioni di un cambiamento che, anche in futuro, veda i medici veterinari protagonisti della prevenzione, della sanità pubblica e del SSN».
Il confronto ha riguardato la medicina veterinaria pubblica necessaria al Paese nei prossimi anni, non solo sotto il profilo del numero dei veterinari ma in particolare sulla qualità delle loro specializzazioni. La professione del medico veterinario di sanità pubblica sta cambiando rapidamente insieme alle condizioni socio economiche e alle abitudini alimentari, per rispondere efficacemente alla nuova sensibilità animalista, ai nuovi squilibri climatici, alle nuove opportunità commerciali alle nuove materie prime per le filiere alimentari, alle nuove criticità che vanno dall’impatto ambientale degli allevamenti intensivi al problema della Antimicrobico Resistenza, dal benessere degli animali allevati alla sicurezza alimentare in una società aperta e cosmopolita che deve proteggere la salute come bene primario per la stabilità e il progresso, secondo il criterio One World – One Health – One Medicine che sottolinea l’interconnessione inscindibile uomo-animale-ambiente.
Ma il Congresso Nazionale SIVeMP è stato anche un momento unitario per parlare di innovazione del ruolo del sindacato e per protestare contro «l’inadeguatezza della legge di Bilancio», in discussione in questi giorni in Parlamento, preannunciando le varie manifestazioni che precedono lo sciopero nazionale del 23 novembre.
«La questione è tutta politica – continuano i veterinari pubblici –: non mancano i soldi per il nostro contratto, manca la volontà di riconoscerci un ruolo fondamentale per la sopravvivenza del SSN; un SSN che non è più il migliore del mondo, quanto meno non lo è più per chi ci lavora con stipendi fermi da 10 anni, svalutati del 30%, con carichi di lavoro sempre maggiori e frustrazioni professionali infinite. È bene che il Governo ascolti e risponda ai nostri allarmi per il bene del Paese».