Il segretario di Fimmg Roma dal congresso della Federazione in corso in Sardegna: «Così liberiamo in mezz’ora il 97,4% delle persone che si sottopongono al tampone»
Un tampone rapido dal medico di famiglia per distinguere in mezz’ora i positivi dai negativi, evitando che chi è negativo intasi drive in e laboratori di analisi. Il tutto creando una rete regionale di sorveglianza delle malattie infettive e diffuse. «È la proposta che è stata accettata dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, a giorni dovrebbe essere pubblicato il bando a cui i medici di famiglia interessati potranno aderire», annuncia a margine del congresso della Fimmg Pierluigi Bartoletti, segretario della Federazione di Roma e responsabile delle Uscar.
«È la prima volta che si inserisce la diagnostica rapida sul Covid nella pratica clinica del medico di medicina generale che deve essere parte integrante della visita clinica», spiega.
I medici di famiglia che aderiranno alla rete, potranno ricevere i pazienti fuori orario di visita per eseguire il tampone. In caso di esito positivo, dovranno andare ai drive in per la conferma del tampone molecolare. «Il rischio di contaminazione dell’ambiente e del medico è bassissimo – aggiunge Bartoletti -, in quanto lo studio verrà completamente disinfettato e l’intera operazione richiede pochi minuti».
Secondo Bartoletti, basterebbe che aderisse il 10% dei medici di famiglia per avere una risposta efficace: «Ma pensiamo che saranno tre volte tanti. In questo modo – conclude – in mezz’ora libereremmo il 97,4% delle persone che si sottopone al tampone e che risulta negativo. Invece di attendere per giorni l’esito del tampone, potrebbe tornare alle sue attività».
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