Al Forum Risk Management in sanità la terza Conferenza nazionale sulla vulnerabilità e fragilità
«Le Federazioni degli Ordini sanitari intendono adottare un’unica carta etica, perché per uscire dalla crisi bisogna anche ricostruire il tessuto etico delle professioni. E la carta etica sarà quindi uno strumento per migliorare l’assistenza». A tirar le somme della Conferenza nazionale sulla vulnerabilità e fragilità, svoltasi in mattinata al Forum risk management in sanità in corso ad Arezzo, è il presidente della Simedet Fernando Capuano: «È stato un incontro costruttivo, in cui è emersa la convergenza di tutte le professioni sanitarie, facilitata probabilmente dalla crisi pandemica».
«È stato un momento importante ed emozionante, perché questo progetto è stato lanciato proprio al Forum del 2019 con l’obiettivo di creare una carta dei valori comuni alle 19 professioni sanitarie, poi confluita nella costituzione etica – ha aggiunto Laila Perciballi, referente delle relazioni con la cittadinanza e promozione dei valori FNO TSRM-PSTRP -. Ma adesso vogliamo che questi valori siano trasformati in azioni e che tutte le Federazioni insieme mettano in pratica la risposta resiliente alla pandemia, agendo in sicurezza, mettendo al centro la persona, facendo corretta informazione per far funzionare le relazioni nel migliore dei modi».
Alla Conferenza è stata inoltre presentata la “Guida pratica al Covid-19 per le professioni sanitarie”, realizzata con il contributo di Consulcesi, che raccoglie le buone pratiche emerse in questo anno e mezzo di emergenza sanitaria, con la prefazione del presidente del Consiglio Mario Draghi, del ministro della Salute Roberto Speranza ed il contributo scientifico del professor Guido Rasi. «Un esempio – secondo Capuano – di come le professioni possano mettere in comune le proprie esperienze», incentivando quella «formazione di qualità orientata al rapporto tra uomo, ambiente e clima che dovrà essere rappresentato nei prossimi corsi».
E proprio la formazione è stata al centro degli interventi del presidente di Consulcesi Massimo Tortorella e del direttore scientifico del network Guido Rasi. «La gestione della pandemia nel nostro Paese – ha dichiarato Tortorella raccontando l’effetto della pandemia sull’Educazione Continua in Medicina – è stata la migliore al mondo dopo Israele, gli altri Paesi hanno copiato le nostre misure a due mesi di distanza. Questo per vari fattori, non ultimo perché i nostri professionisti sanitari sono tra i migliori al mondo grazie alla formazione solida anche grazie all’aggiornamento continuo che fanno. In pandemia, abbiamo riscontrato un picco di richiesta formativa da parte non solo dei medici ma di diverse professionalità sanitare e a farla da padrone è stata la formazione a distanza, che ha visto un incremento di circa il 30%».
«Che tante realtà diverse si dotino di una carta comune è un grande passo che va nella direzione giusta, cioè verso la standardizzazione delle cure che a sua volta è uno degli elementi principali per garantire qualità e sicurezza a tutti i pazienti senza diseguaglianze – ha detto Rasi -. La pandemia ci ha imposto una svolta. E per imparare da questo evento imprevedibile, sono due gli elementi necessari: la centralizzazione e la standardizzazione. Il primo obiettivo, quindi, è quello di creare una cabina di regia, capace di contrastare la frammentarietà della formazione professionale. Il secondo passo sarà quello di concentrare gli sforzi nella selezione delle nuove conoscenze, in modo da offrire agli operatori sanitari nuove conoscenze da usare subito nella pratica clinica. È un cambiamento importante che va fatto con grande senso di responsabilità» conclude Rasi.
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