Il Direttore generale del Policlinico Umberto I ha partecipato a un evento alla presenza del padre della legge sulla responsabilità professionale Federico Gelli. E racconta come la regione Lazio si è adeguata alla norma per prevenire gli eventi avversi
«La Legge Gelli ha dato un contributo importante nella prevenzione del rischio costringendo le strutture a mettere in piedi dei meccanismi di prevenzione degli eventi avversi». Lo sostiene ai microfoni di Sanità Informazione Vincenzo Panella, Direttore generale del Policlinico Umberto I, uno dei nosocomi più grandi d’Italia. L’occasione è il convegno “Lo stato dell’arte a due anni dall’approvazione della Legge Gelli” promosso dall’ospedale San Giovanni Battista e dalla Simedet, Società italiana di medicina diagnostica e terapeutica, che ha visto la partecipazione dello stesso Federico Gelli, padre della legge sulla responsabilità professionale. «Prima di questa legge, i professionisti sanitari hanno subìto in maniera passiva il crescere e l’evolvere di un contenzioso sempre più aggressivo», sottolinea Panella facendo riferimento all’enorme numero di contenziosi medico-pazienti che si sviluppano nel nostro Paese che secondo alcune stime raggiungerebbe la cifra di 300mila cause giacenti nei tribunali.
Oggi parliamo della legge 24 del 2017. Lei è il direttore di un grande ospedale della Capitale. A che punto siamo sull’applicazione di questa norma?
«Comincia ad esserci giurisprudenza di Cassazione quindi vuol dire che siamo andati parecchio avanti. La legge ha prodotto un cambiamento sia dal punto di vista del cittadino che ha degli strumenti più chiari e più delineati per sentirsi tutelato sia dal punto di vista dei professionisti sanitari che hanno subìto in maniera passiva fino a prima di questa legge il crescere e l’evolvere di un contenzioso sempre più aggressivo. Soprattutto la legge ha spinto, vorrei dire ha costretto le aziende sanitarie a mettere in piedi sistemi di gestione del rischio, quindi meccanismi di prevenzione degli eventi avversi, del contenzioso che prima non erano così diffusi come oggi».
Nella regione Lazio c’è già un meccanismo di questo tipo?
«Sì, la regione Lazio ha normato questo percorso. C’è il comitato regionale di valutazione sinistri, quindi poi ci sono i comitati aziendali di valutazione sinistri che sono il luogo costituito da esperti medici legali e avvocati che analizzano i contenziosi ma anche tutte le cose che non hanno funzionato ma che non sono andate a finire in contenzioso, quelli che noi chiamiamo gli eventi sentinella, cioè ciò che comunque non sarebbe dovuto succedere e questo migliora la qualità delle cure e la sicurezza dei pazienti».