La presidente della Federazione logopedisti italiani spiega l’importanza della creazione del maxi Ordine TSRM e PSTRP: «È un obiettivo che abbiamo perseguito fin dal nostro primo statuto, avere un albo nazionale dove il cittadino possa essere sicuro di avere un professionista iscritto con i requisiti che lo qualificano e che lo abilitano»
«Subiamo il fenomeno dell’abusivismo da moltissimi anni. Ora con l’Ordine possiamo intervenire a livello di sanzione, per noi è molto importante». Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani (FLI), intercettata a margine del primo Congresso nazionale del maxi Ordine delle professioni sanitarie a Rimini, è visibilmente soddisfatta per la creazione dell’Ordine, un percorso che ha visto gli oltre 11mila logopedisti (questi gli ultimi dati) in prima fila, anche per combattere la piaga dell’abusivismo molto diffuso nel settore. «Rispetto ad altri Paesi come la Francia registriamo un numero tre volte inferiore di logopedisti» sottolinea Rossetto, che poi chiede di potenziare il percorso formativo: «Bisogna andare verso una maggiore acquisizione di competenze e conoscenze che servono soprattutto alla protezione della salute del cittadino».
Primo Congresso nazionale della Federazione degli ordini delle professioni sanitarie. Il nuovo Ordine è per voi un traguardo importante?
«Sì, per noi è un obiettivo che abbiamo perseguito fin dal nostro primo statuto, avere un Albo nazionale dei logopedisti (ora è provinciale) dove il cittadino possa essere sicuro di avere un professionista iscritto con i requisiti che lo qualificano e che lo abilitano alla professione».
C’è molto abusivismo nella vostra professione?
«Questo lo abbiamo fatto perché subiamo il fenomeno dell’abusivismo da moltissimi anni. Prima non potevamo intervenire a livello di sanzioni perché eravamo un’associazione di tipo privatistico, ora l’associazione ci ha permesso di essere sempre presenti, di vigilare in questo senso. Il fenomeno era molto diffuso».
Quanti siete come logopedisti?
«L’iscrizione all’Albo registra 11500 logopedisti in tutta Italia, è un dato che rispetto ai Paesi europei segnala una carenza. Faccia conto che la Francia che ha il nostro stesso numero di abitanti ha il triplo di professionisti rispetto a noi. Dovremo lavorare per un fabbisogno un po’ più serio che vada ad analizzare i bisogni di salute che partono dai dati epidemiologici. La logopedia è per tutte le età della vita, dai 0 ai 100 anni».
Se dovesse fare una richiesta alle istituzioni sanitarie e politiche, cosa chiederebbe?
«Chiederei di revisionare la formazione, perché la formazione deve avere anche in Italia la stessa possibilità, la stessa riforma prevista su tre cicli. Occorre quindi migliorare la formazione universitaria allungando i tempi: questo va soprattutto verso una maggiore acquisizione di competenze e conoscenze che servono soprattutto alla protezione della salute del cittadino».
Se una famiglia ha bisogno di un logopedista dove si può rivolgere?
«I logopedisti sono in tutti i servizi dell’età evolutiva se è un bambino o ragazzo dai 0 ai 18 anni, oppure per gli adulti nei reparti di riabilitazione neurologica se è una persona che ha subito un insulto cerebrale, ma anche nei servizi di geriatria per quanto riguarda tutta l’area delle demenze e decadimento cognitivo, anche come logopedia di comunità nelle case di riposo perché l’anziano ha sempre di più un bisogno di salute in questo senso».