Tra gli obiettivi dell’intesa il riordino della rete di offerta e dal contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni ambulatoriali. Il segretario Cisl: «Non possiamo cantare vittoria, troppi medici vanno nel privato per le condizioni sfavorevoli. Serve trasferire nel pubblico il modello privato»
«I medici si licenziano dal pubblico per andare nel privato. I concorsi per la sanità pubblica vanno deserti. Questo in sintesi lo stato dell’arte oggi della sanità lombarda». A lanciare il grido di allarme è Danilo Mazzacane, segretario CISL medici Lombardia, il giorno dopo l’accordo siglato tra Regione Lombardia e sindacati.
Un accordo sudato che aveva visto nei mesi scorsi una lunga trattativa conclusasi ieri con la sottoscrizione di un documento che riporta l’impegno di Regione Lombardia nel completamento di un innovativo modello di presa in carico globale e integrata della persona con patologie croniche e/o in condizioni di fragilità̀, con l’intento di realizzare un sistema proattivo ed orientato ai bisogni della persona, per la presa in carico complessiva e unitaria dei singoli assistiti. Ulteriori obiettivi, così come individuati dal Piano Regionale di Sviluppo, sono rappresentati poi dal riordino della rete di offerta e dal contenimento dei tempi di attesa per la fruizione delle prestazioni ambulatoriali. Per dare seguito all’accordo e continuità agli obiettivi fissati nel 2018, Regione Lombardia si impegna con il documento sottoscritto all’assunzione nel 2019 di personale per il servizio sanitario ad integrazione delle ulteriori risorse che saranno messe a disposizione da Regione Lombardia. La Direzione Generale Welfare si impegna inoltre a fornire a consuntivo l’esito delle assunzioni effettuate ai sensi dell’accordo sottoscritto dalle parti.
Segretario, dovrebbe essere un risultato positivo…
«Invece ci dobbiamo accontentare – commenta Mazzacane-. Abbiamo siglato l’accordo che prevede più risorse per il 2019, ma non possiamo certo cantare vittoria. I medici ormai disertano i concorsi pubblici, si licenziano perché le condizioni sono troppo sfavorevoli rispetto al privato. I sindacati hanno accettato la ulteriore decurtazione delle risorse aggiuntive, come già nel 2019, per incrementare le risorse economiche regionali destinate alle assunzioni di nuovi medici. Occorre però anche creare situazioni di benessere psicofisico per i medici tali da permettere loro di lavorare in serenità e sicurezza con una retribuzione adeguata al ruolo e possibilità di crescita professionale e carriera meritocratica».
Cosa fare?
«L’unica strada percorribile è trasferire nel pubblico il modello privato con una partecipazione organizzativa degli operatori tale per cui si sentano parte dell’azienda e garantiscano la valorizzazione del lavoro».