Lavoro e Professioni 24 Giugno 2021 16:13

L’osteopata è (da oggi) un professionista sanitario

Ad annunciarlo sui social il ministro della Salute, Roberto Speranza. Sciomachen (ROI): «Un giorno storico. Ora istituire un percorso di laurea universitario ad hoc e stabilire l’iter per l’equipollenza dei titoli»

di Isabella Faggiano
L’osteopata è (da oggi) un professionista sanitario

L’osteopatia da oggi è una professione sanitaria. Un traguardo atteso da tutti i professionisti di categoria da oltre tre anni, più precisamente dall’11 gennaio del 2018, giorno in cui è entrata in vigore la legge Lorenzin per il riordino delle professioni sanitarie.
Ad annunciarlo alle 12 di oggi, 24 giugno 2021, è stato il ministro della Salute, Roberto Speranza, attraverso un post pubblicato su Facebook: «Si completa, con il Cdm di oggi, il percorso del Governo per istituire la professione sanitaria dell’Osteopata. È un momento importante per tanti professionisti e per quei cittadini che hanno bisogno delle loro prestazioni».

Le reazioni

Pronta la risposta del Roi, il Registro osteopati italiani che dopo pochi minuti ha lanciato l’hashtag #OsteopatiaProfessioneSanitaria: «Finalmente – commentano i rappresentati del ROI sui social – l’importante momento che abbiamo atteso da anni, e richiesto a gran voce dal ROI anche negli ultimi mesi, attraverso la campagna social e stampa #bastaunafirma, è arrivato. Oggi abbiamo raggiunto il primo fondamentale traguardo del percorso di istruzione della professione sanitaria dell’#Osteopatia che consegna una identità agli osteopati».

Trascorse poche decine di minuti dall’annuncio ufficiale, Sanità Informazione ha raggiunto la Presidente del ROI Paola Sciomachen: «È una giornata storica, che gli osteopati italiani aspettavano da molto tempo – dice Sciomachen -. La prima grande tappa ufficiale del riconoscimento della nostra professione, già sancita dalla legge Lorenzin. L’adozione di questo primo decreto è un passo cruciale. Attendiamo ora, con ansia, la firma del Presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale».

Osteopati al servizio del SSN

La figura professionale dell’osteopata potrà finalmente essere ben delineata attraverso la definizione del profilo professionale. «Una chiarificazione di ruoli e compiti che permetterà all’osteopata di offrire il suo pieno supporto al sistema Paese, dando delle risposte concrete al bisogno di salute del cittadino, soprattutto in questo difficile periodo di ripresa. L’osteopata rappresenta un valore aggiunto per la gestione di diverse categorie di pazienti, in questo momento cruciali per il Sistema Sanitario Nazionale, come coloro che patiscono gli effetti del Long Covid, i malati cronici, i pazienti vittime delle lunghe attese scaturite dallo stop delle prestazioni non urgenti durante i periodi di lockdown».

Le prossime tappe

Il traguardo di oggi è solo il successo di una tappa intermedia. «Senza dubbio si tratta del primo importante passo, ma non siamo alla fine», aggiunge la presidente. Così come previsto dalla legge, ci saranno altre partite da giocare: «Andrà definito il percorso universitario in osteopatia e, contemporaneamente, sarà necessario adoperarsi per stabilire l’iter per ottenere l’equipollenza dei titoli di coloro che già praticano la professione di osteopata».

Una realtà che, secondo una recente ricerca commissionata dal ROI, riguarderebbe tra i 4.600 e i 5.600 professionisti. Parlare al condizionale è d’obbligo. O, almeno, lo è stato finora, in assenza di un ordine professionale. «La regolamentazione della professione dell’osteopata agevolerà anche un’altra delle nostre grandi battaglie: la lotta all’abusivismo professionale – aggiunge la presidente del ROI -. Una garanzia non soltanto per quegli osteopati che già operano nel pieno rispetto della professione, ma anche per i cittadini che non rischieranno più di trovarsi di fronte a praticanti abusivi».

Verso il traguardo finale

Questo, dunque, è un giorno di grande gioia per tutti gli osteopati d’Italia: «Oggi si festeggia, ma da domani ci si rimetterà subito a lavoro – assicura Paola Sciomachen -. Il ROI resterà, come ha fatto finora, a disposizione delle Istituzioni per offrire il suo contributo. E speriamo – conclude la presidente – che, una volta delineato il profilo professionale, i tempi di attesa siano brevi e che non ci troveremo di nuovo ad attendere altri tre lunghi anni».

 

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