Bocciato, o meglio rimandato a settembre, il Documento “Agenas” sulle Case di Comunità, previste dalla Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza
Bocciato, o meglio rimandato a settembre, il Documento “Agenas” sulle Case di Comunità, previste dalla Missione 6 Salute del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A esprimere il giudizio, questa mattina a Roma, il Consiglio nazionale della FNOMCeO, la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, il massimo organismo esponenziale della Professione.
«Non è sufficiente a dare risposte esaustive alle necessità di riorganizzazione del Servizio sanitario nazionale, per soddisfare i bisogni di salute dei cittadini – hanno affermato i 106 presidenti degli Ordini italiani, in una mozione approvata all’unanimità -. Le rilevanti risorse impegnate, infatti, serviranno a potenziare le strutture o a sostenere interventi di carattere tecnologico che di per sé non sono sufficienti a determinare un processo riformatore che al SSN necessita. Senza un investimento sui professionisti non si migliora il sistema».
In particolare, fanno presente i medici, «da qui al 2026 verranno realizzate le strutture di 1288 Case della Comunità ma non è dato di conoscere la copertura agli oneri del personale necessario per avviarle».
Apprezzamento viene espresso invece «per l’impegno profuso per risolvere l’annoso problema dell’imbuto formativo, sebbene molte criticità restino per il mancato avvio quest’anno del Corso di formazione in medicina generale». Un ringraziamento al Ministro della Salute, Roberto Speranza, per aver portato a 17.400 le borse di specializzazione e aver aumentato di 900 quelle per la Medicina Generale è stato condiviso dall’Assemblea.
Di seguito le otto richieste avanzate dal Consiglio Nazionale della Federazione:
«Il mondo medico che rappresentiamo è da tempo pronto a raccogliere la sfida per un’evoluzione efficace, equa e sostenibile del nostro Servizio sanitario nazionale – concludono i presidenti degli Ordini -. Solo dall’interazione e dalla condivisione tra chi ha la responsabilità delle scelte programmatorie e i professionisti che saranno chiamati a realizzarle, può svilupparsi il migliore e più efficace modello di organizzazione sanitaria al servizio dei cittadini».
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