Firmato a Roma presso la sede Aris, Associazione religiosa Istituti Socio-Sanitari, il contratto dei medici della sanitò privata. De Rango e Bebber: «Istituzioni non ci hanno aiutato». Il contratto sarà applicabile nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali
«È un contratto per certi versi storico, siamo molto soddisfatti». È raggiante Carmela De Rango, Segretario generale del sindacato CIMOP che rappresenta i medici dell’ospedalità privata. È giunta a conclusione la lunga trattativa per il rinnovo del contratto con Aris, Associazione Religiosa Istituti Socio-Sanitari che raccoglie le strutture sanitarie private di ispirazione religiosa. Un passaggio atteso da 15 anni, a cui però fa da contraltare l’amarezza per il mancato rinnovo con Aiop, l’Associazione italiana ospedalità privata, che per ora prende tempo.
«La giustizia del buon senso vince sull’inganno: Aiop prenda esempio da Aris», sottolinea De Rango. Due i punti salienti del contratto: l’aumento delle retribuzioni del 25% e la qualifica dirigenziale come i colleghi del pubblico. Il Ccnl è in vigore tra le parti contraenti con validità 1° luglio 2020 – 30 giugno 2023.
«Per la prima volta il contratto sarà applicabile nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, non era così precedentemente – spiega a Sanità Informazione Carmela De Rango, Segretario CIMOP -. Inoltre i medici diventano dirigenti al pari dei colleghi della sanità pubblica. Questo aiuterà la nostra battaglia per ottenere l’equiparazione dei titoli di carriera oltre che le retribuzioni. Straordinario anche l’aumento che siamo riusciti a portare a casa: abbiamo raggiunto un 25% di aumento delle retribuzioni rispetto ai tabellari precedenti».
Molto soddisfatto anche Padre Bebber, Presidente dell’Aris: «Non mi sembrava corretto arrivare alla firma solo per il comparto. Il rinnovo è un riconoscimento della professionalità dei nostri medici – spiega -. Cercheremo di coinvolgere le regioni più sensibili, che ci diano una mano a coprire almeno un po’ la parte economica richiesta dal contratto. Com’è noto, non abbiamo le stesse risorse che ha il pubblico, le nostre tariffe sono bloccate da 15 anni. Ora chiediamo al corpo medico di essere alleato con noi, per dare qualità, per far sì che l’ammalato sia curato al meglio anche nelle nostre strutture. Noi ci metteremo tanta buona volontà e tanto impegno e impiegheremo tante risorse per rinnovare il parco tecnologico delle nostre strutture».
Sia Padre Bebber che Carmela De Rango lamentano l’assenza delle istituzioni, che invece si sono spese per il rinnovo del comparto della sanità privata: «Altri lavoratori hanno avuto un grosso supporto da parte delle istituzioni (Ministro e Regioni), noi abbiamo dovuto gestirlo in autonomia, senza supporti – conclude De Rango -. Abbiamo dovuto cercare di raggiungere una retribuzione molto distante da quella del pubblico. Ringrazio Aris, Padre Bebber e il capo delegazione Costantino perché siamo riusciti a trovare un punto d’incontro e abbiamo portato a casa un contratto molto più moderno che rende giustizia ai medici della sanità privata».
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