Libero pubblica i numeri drammatici dell’ «attacco conclamato alla categoria» e promuove la petizione lanciata da Consulcesi per istituire il Tribunale della Salute. Tra i sottoscrittori anche il Senatore Sileri (pres. 12° commissione): «Tornare a un rapporto sano tra i cittadini e la sanità, il clima di sfiducia non fa bene a nessuno»
Trecentomila cause giacenti nei confronti di medici e strutture sanitarie per presunta malpractice. 35mila quelle intentate ogni anno, 10,67 richieste di risarcimento ogni 10mila dimissioni. Sono questi i numeri drammatici pubblicati nell’edizione del 17 gennaio di Libero dalla giornalista Simona Bertuzzi. Numeri che raccontano di un vero e proprio «attacco conclamato alla categoria». Attacco perpetrato non solo da chi subisce effettivamente un danno da un’operazione chirurgica andata male o da una terapia che non dà gli effetti sperati, ma anche da persone che si rivolgono ai tribunali per cercare di raggranellare qualcosa da una situazione spiacevole.
Libero parla di «esposti di parenti che non accettano la morte del nonno centenario o che aspettano fuori dall’ospedale il malcapitato di turno perché la sua diagnosi sarebbe stata tardiva», ma anche di «famiglie in condizioni di indigenza economica» che, «non sapendo a che santo votarsi per tirare fine mese intravedono nel ricovero di un parente, o peggio nella sua dipartita, l’occasione per tentare una causa e racimolare qualche soldo».
La situazione descritta ovviamente non è nuova a chi negli ospedali ci lavora o ci ha lavorato, così come non è difficile leggere notizie di questo tipo sulla stampa di settore. Ciò che preoccupa (e che testimonia di come la situazione si sia fatta grave nel corso degli anni) è che adesso si comincia a parlarne anche su un giornale generalista come Libero, e che se ne parli in questi termini. Non tutti sanno infatti (esclusi anche questa volta gli operatori sanitari) cos’è la medicina difensiva e quanto questa costi alle casse dello Stato (13 miliardi di euro ogni anno).
L’approfondimento di Libero si sofferma poi sulla petizione promossa da Consulcesi che ha già raccolto oltre 12.500 firme e chiede di fermare la campagna contro i medici istituendo un tribunale della salute: «Bisogna tornare a un rapporto sano tra i cittadini e la sanità, il clima di sfiducia non fa bene a nessuno», ha spiegato Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, che ha sottoscritto l’appello insieme a tantissimi altri membri della politica e delle istituzioni. Tra i vip che hanno espresso solidarietà verso la causa ed ha appoggiato la creazione del Tribunale della Salute c’è anche Massimo Boldi, che oggi ha incontrato il presidente di Consulcesi Massimo Tortorella, promotore dell’iniziativa.
E intanto la Commissione paritetica FNOMCeO-Regioni chiede una legge che disciplini i messaggi pubblicitari che possono screditare servizi pubblici essenziali come quello sanitario. «E’ indubitabile – spiega in una nota Sergio Venturi, presidente del Comitato di Settore Regioni-Sanità della FNOMCeO – che determinati spot o messaggi pubblicitari creino un allarmismo diffuso e gettino un discredito del tutto immeritato rispetto ad una categoria che rappresenta un cardine del Ssn, come quella dei medici. Professionisti che, spesso tra mille ristrettezze e con grande spirito di sacrificio, garantiscono ogni giorno la tutela del diritto alla salute e fanno in modo che, nonostante tutto, il nostro servizio sanitario sia fra i migliori d’Europa». «Il lavoro dei professionisti deve essere salvaguardato e tutelato – ha aggiunto invece il presidente della Federazione, Filippo Anelli -. In sanità, la serenità del professionista nell’affrontare le problematiche relative alla tutela della salute dei cittadini è un requisito fondamentale. Auspichiamo che anche il Ministero della Salute si faccia carico di questa esigenza e favorisca una soluzione normativa, per la salvaguardia del Servizio sanitario nazionale, dei suoi professionisti e dell’alleanza terapeutica con i cittadini».